Il 19 dicembre 2012, lo Stato Brasiliano ha riconosciuto, con 33 anni di ritardo, che il sacerdote gesuita assassinato nel 1976 da un poliziotto fu vittima di un crimine politico
Salvaleforeste - Padre João Bosco Penido Burnier fu ucciso con un colpo di pistola alla nuca da un poliziotto nell'ottobre del 1976, mentre difendeva due donne che venivano torturate in un commissariato di Polizia di Ribeirão Cascalheira (Mato Grosso), in piena dittatura militare (1964-1985). Era la sera dell’11 ottobre 1976. Due contadine, Margarida e Santana, erano sotto tortura nella prigione del presidio di polizia di Ribeirão Bonito, nel Mato Grosso, località del latifondo prepotente, del bracciantato semischiavo, della brutalità poliziesca. La Comunità celebrava l’ultimo giorno della novena della patrona, N.S. Aparecida. E, in quel giorno erano arrivati in paese il vescovo, dom Pedro Casaldáliga e padre João Bosco Penido Burnier, un gesuita missionario tra gli Indios Bakairi. Informati di quanto stava succedendo, i due si recarono al commissariato per intercedere a favore delle due donne torturate.
Mons. Pedro Casaldaliga, allora vescovo della città di São Félix do Araguaia e testimone dell’omicidio, racconta come entrambi giunsero al commissariato per difendere le donne che venivano torturate, Burnier ebbe una animata discussione con i poliziotti e minacciò di denunciarli presso la Giustizia. Come tutta risposta, uno degli agenti colpì il p. João Bosco prima con un pugno, poi con il calcio della pistola infine gli sparò. Gli Atti della Commissione Speciale per i Morti e Scomparsi Politici del Ministero della Giustizia riconoscono che Burnier fu una delle vittime del regime militare. Secondo la Commissione, il sacerdote "morì per cause non naturali nelle dipendenze della polizia per aver partecipato o essere stato accusato di partecipazione ad attivitá politiche". Il poliziotto che sparó al padre non fu mai processato perché il regime militare considerò il fatto come un incidente.
Mons. Casaldaliga racconta che, dopo la Messa di Settimo Giorno per la morte del padre, la popolazione di Ribeirão Cascalheira si recò in processione fino al commissariato, sfondò le porte e le inferriate e liberò i prigionieri. Successivamente, nel luogo venne costruita una chiesa, nonostante l’opposizione della polizia.
Salvaleforeste - Padre João Bosco Penido Burnier fu ucciso con un colpo di pistola alla nuca da un poliziotto nell'ottobre del 1976, mentre difendeva due donne che venivano torturate in un commissariato di Polizia di Ribeirão Cascalheira (Mato Grosso), in piena dittatura militare (1964-1985). Era la sera dell’11 ottobre 1976. Due contadine, Margarida e Santana, erano sotto tortura nella prigione del presidio di polizia di Ribeirão Bonito, nel Mato Grosso, località del latifondo prepotente, del bracciantato semischiavo, della brutalità poliziesca. La Comunità celebrava l’ultimo giorno della novena della patrona, N.S. Aparecida. E, in quel giorno erano arrivati in paese il vescovo, dom Pedro Casaldáliga e padre João Bosco Penido Burnier, un gesuita missionario tra gli Indios Bakairi. Informati di quanto stava succedendo, i due si recarono al commissariato per intercedere a favore delle due donne torturate.
Mons. Pedro Casaldaliga, allora vescovo della città di São Félix do Araguaia e testimone dell’omicidio, racconta come entrambi giunsero al commissariato per difendere le donne che venivano torturate, Burnier ebbe una animata discussione con i poliziotti e minacciò di denunciarli presso la Giustizia. Come tutta risposta, uno degli agenti colpì il p. João Bosco prima con un pugno, poi con il calcio della pistola infine gli sparò. Gli Atti della Commissione Speciale per i Morti e Scomparsi Politici del Ministero della Giustizia riconoscono che Burnier fu una delle vittime del regime militare. Secondo la Commissione, il sacerdote "morì per cause non naturali nelle dipendenze della polizia per aver partecipato o essere stato accusato di partecipazione ad attivitá politiche". Il poliziotto che sparó al padre non fu mai processato perché il regime militare considerò il fatto come un incidente.
Mons. Casaldaliga racconta che, dopo la Messa di Settimo Giorno per la morte del padre, la popolazione di Ribeirão Cascalheira si recò in processione fino al commissariato, sfondò le porte e le inferriate e liberò i prigionieri. Successivamente, nel luogo venne costruita una chiesa, nonostante l’opposizione della polizia.
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