lunedì, gennaio 07, 2013
Il Papa: “L’arrivo dei Magi dall’Oriente a Betlemme, per adorare il neonato Messia, è il segno della manifestazione del Re universale ai popoli e a tutti gli uomini che cercano la verità. Anche i Vescovi devono essere presi da questa inquietudine”

di Carlo Mafera

“Come i Magi d’Oriente - ha detto il Papa in occasione della messa nella basilica vaticana, per la solennità dell’Epifania, nella quale ha conferito l’ordinazione episcopale a mons. Angelo Vincenzo Zani, mons. Fortunatus Nwachukwu, mons. Georg Gänswein, mons. Nicolas Henry Marie Denis Thevenin - anche un vescovo non dev’essere uno che esercita solamente il suo mestiere e non vuole altro. No, egli dev’essere preso dall’inquietudine di Dio per gli uomini. Deve, per così dire, pensare e sentire insieme con Dio. Non è solo l’uomo ad avere in sé l’inquietudine costitutiva verso Dio, ma questa inquietudine è una partecipazione all’inquietudine di Dio per noi”. Dunque, “l’inquietudine dell’uomo verso Dio e, a partire da essa, l’inquietudine di Dio verso l’uomo devono non dar pace al vescovo. È questo che intendiamo quando diciamo che il vescovo dev’essere soprattutto un uomo di fede. Perché la fede non è altro che l’essere interiormente toccati da Dio, una condizione che ci conduce sulla via della vita”. In realtà, “il pellegrinaggio interiore della fede verso Dio si svolge soprattutto nella preghiera. Sant’Agostino ha detto una volta che la preghiera, in ultima analisi, non sarebbe altro che l’attualizzazione e la radicalizzazione del nostro desiderio di Dio”.

Significativa al riguardo anche una delle lettere alle claustrali più celebri che Giorgio La Pira scrisse nel 1961 a proposito del cammino della Chiesa nella Storia, di cui l’Epifania è il primo atto.
In quella lettera circolare ai monasteri di clausura, La Pira propose la lettura della storia del mondo alla luce della storia sacra. Senza nascondersi ostacoli e difficoltà, espresse la sua profonda convinzione sul fatto che il “porto finale” della storia del mondo è lo Shalom del Padre. Ecco cosa scrisse il sindaco“santo”di Firenze: “Dove va la storia della Chiesa e quella dei popoli? Dove va? Madre Reverenda, ormai possiamo rispondere con chiarezza e con precisione di termini: va (malgrado tutto e nonostante tutto) verso la nuova pienezza dei tempi; verso la «pienezza delle nazioni e la pienezza degli ebrei» (come san Paolo dice); va, cioè, verso tempi storici analoghi ai tempi storici di Augusto e di Virgilio: verso tempi, cioè, in cui il corpo delle nazioni sarà organicamente composto in unità ed in pace e costituirà, così, la premessa storica e la condizione storica adeguata per la lievitazione cristiana di tutti i popoli, di tutte le nazioni e di tutte le civiltà della terra: «... vissero e regnarono con Cristo per mille anni» (Apoc. 20, 4)”.

L’arrivo dei Magi dall’Oriente a Betlemme per adorare il neonato Messia è pertanto il segno della manifestazione del Re universale ai popoli e a tutti gli uomini che cercano la verità. E nell’Epifania c’è il primo atto della realizzazione della pienezza dei tempi dove, con il mistero dell’incarnazione prima e con la Pentecoste dopo, comincia il tempo della Chiesa. È quindi l’inizio di un movimento opposto a quello di Babele: dalla confusione alla comprensione, dalla dispersione alla riconciliazione. Scorgiamo così un legame tra l’Epifania e la Pentecoste: se il Natale di Cristo, che è il capo, è anche il Natale della Chiesa, suo corpo, noi vediamo nei Magi i popoli che si aggregano al resto d’Israele, preannunciando il grande segno della “Chiesa poliglotta”, attuato dallo Spirito Santo cinquanta giorni dopo la Pasqua. L’amore fedele e tenace di Dio, che mai viene meno alla sua alleanza di generazione in generazione, è il “mistero” di cui parla san Paolo nelle sue lettere. L’Apostolo afferma che tale mistero “gli è stato fatto conoscere per rivelazione” (Efesini 3,2) e lui è incaricato di farlo conoscere. Questo “mistero” della fedeltà di Dio costituisce la speranza della storia. Certo, esso è contrastato da spinte di divisione e di sopraffazione, che lacerano l’umanità a causa del peccato e del conflitto di egoismi. La Chiesa è, nella storia, al servizio di questo “mistero” di benedizione per l’intera umanità. In questo mistero della fedeltà di Dio, la Chiesa assolve appieno la sua missione solo quando riflette in se stessa la luce di Cristo Signore, e così è di aiuto ai popoli del mondo sulla via della pace e dell’autentico progresso.

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