Marine Mammal Science pubblica una ricerca (An unusual case of care-giving behavior in wild long-beaked common dolphins (Delphinus capensis) in the East Sea) nella quale i ricercatori sudcoreani del Cetacean research institute e del National fisheries research and development insitute rivelano che quella che si pensava potesse essere una leggenda derivante dall'antropizzazione di alcuni comportamenti dei cetacei, potrebbe invece essere reale.
GreenReport - Un branco di delfini comune a becco lungo (Delphinus capensis - nella foto), è stato osservato mentre si raggruppava per aiutare un loro compagno morente, cercando di sostenerlo a galla per aiutarlo a respirare. L'evento è stato registrato nel Mar Cinese Orientale nel Mare Orientale al largo della costa di Ulsan, in Corea del Sud., al largo della costa di Usan, in Cora del sud. Si tratta della prima volta che un gruppo di delfini viene osservato mentre sta cercando di aiutare o salvare un altro delfino adulto morente. Secondo i ricercatori sudcoreani, «Cinque delfini hanno formata una zattera con i loro corpi nel tentativo di mantenere il delfino colpito a galla».
Negli anni '90 i delfini comuni sono stati classificati in due specie: il delfino comune dal becco lungo e il delfino comune dal becco corto, il nostro Delphinus delphis, prima appunto molto comune ed ora sempre più raro nel Mediterraneo. Le dimensioni dei delfini a becco lungo sono leggermente più grosse di quelli a becco corto 2 - 2, 6 metri per i maschi e 1,9 - 2,3 m per le femmine contro gli 1,5 m per i maschi ed gli 1,7 - 2,3 m per le femmine di Delphinus delphis
Alcuni cetacei in salute erano già stati visti mentre cercavano di aiutare individui in difficoltà, ma si trattava d femmine che aiutavano i cuccioli. Su Bbc Nature News Matt Walker ricorda che «Verso la metà del XX secolo, un tursiope ( Tursiops truncatus ) in cattività è stato osservato sollevare in superficie con la schiena il suo cucciolo nato morto». Anche tursiopi selvatici sono stati osservati mentre sostenevano cuccioli nati morti in superficie, mentre alcuni tursiopi sono stati visti mordicchiare i piccoli per stimolarli e farli riprendere. Ma tutti gli esempi precedenti che avevano fatto nascere la presunta "leggenda" dei delfini coinvolgevano sempre solo uno o due delfini adulti che cercavano di salvare un cucciolo.
Ma Kyum J Park, del Cetacean research institute di Ulsan, ed il suo team, durante il monitoraggio di routine dei cetacei lungo la costa sudcoreana, si sono trovati di fronte ad un episodio nel quale fino a 10 delfini comune a becco lungo si davano il ambio per cercare di salvare la vita di un altro adulto.
Il branco incontrato dai ricercatori sudcoreani era composto da più di 400 individui che sono seguiti da uno stormo di circa 500 berte striate (Calonectris leucomelas) impegnati nella caccia e nel foraggiamento. Ma un piccolo gruppo di delfini si erano separati dal branco in piena frenesia alimentare e stavano appartati in superficie vicino alla barca dei ricercatori.
Un'osservazione più attenta ha rivelato che una dozzina di delfini nuotava molto lentamente. Tra questi c'era un delfino appoggiato sopra le schiene degli altri a pancia in su. Il delfino, anche se poteva muoversi e battere la coda, sembrava avere le pinne paralizzate e mostrava segni rossi sulla sua pancia. Un certo numero di delfini circondava questo gruppo, mentre quelli all'interno di quello che sembrava un cerchio di sicurezza cercavano di aiutare il delfino colpito a mantenere il suo equilibrio, spingendolo di lato e dal basso. 10 delfini si sono alternati a fare da zattera vivente per mantenere il loro compagno in superficie: «Cinque delfini alla volta allineati orizzontalmente in una formazione simile ad una zattera, che mantenevano il delfino colpita a galla e lo portavano sulla schiena. Uno dei delfini di questa zattera vivente ad un certo punto si è anche messo a pancia in su per sostenere meglio il delfino in difficoltà, mentre un altro utilizzava il suo rostro per cercare di tenere la testa del delfino morente fuori dall'acqua.
Pochi minuti dopo il delfino colpito è morto ed il suo corpo è stato lasciato dai suoi compagni a galleggiare in verticale nell'acqua, con la testa fuori dalla superficie, ma non respirava più. Cinque dei delfini che avevano partecipato direttamente alle "cure" hanno continuato ad interagire con il corpo del delfino morto, sfregandolo e toccandolo, nuotando sotto di lui e rilasciando bolle sul corpo inerte. I ricercatori dicono che questa specie di "veglia funebre" è continuata anche dopo che il corpo del delfino morto ha cominciato a mostrare segni di rigor mortis.
Negli anni '90 i delfini comuni sono stati classificati in due specie: il delfino comune dal becco lungo e il delfino comune dal becco corto, il nostro Delphinus delphis, prima appunto molto comune ed ora sempre più raro nel Mediterraneo. Le dimensioni dei delfini a becco lungo sono leggermente più grosse di quelli a becco corto 2 - 2, 6 metri per i maschi e 1,9 - 2,3 m per le femmine contro gli 1,5 m per i maschi ed gli 1,7 - 2,3 m per le femmine di Delphinus delphis
Alcuni cetacei in salute erano già stati visti mentre cercavano di aiutare individui in difficoltà, ma si trattava d femmine che aiutavano i cuccioli. Su Bbc Nature News Matt Walker ricorda che «Verso la metà del XX secolo, un tursiope ( Tursiops truncatus ) in cattività è stato osservato sollevare in superficie con la schiena il suo cucciolo nato morto». Anche tursiopi selvatici sono stati osservati mentre sostenevano cuccioli nati morti in superficie, mentre alcuni tursiopi sono stati visti mordicchiare i piccoli per stimolarli e farli riprendere. Ma tutti gli esempi precedenti che avevano fatto nascere la presunta "leggenda" dei delfini coinvolgevano sempre solo uno o due delfini adulti che cercavano di salvare un cucciolo.
Ma Kyum J Park, del Cetacean research institute di Ulsan, ed il suo team, durante il monitoraggio di routine dei cetacei lungo la costa sudcoreana, si sono trovati di fronte ad un episodio nel quale fino a 10 delfini comune a becco lungo si davano il ambio per cercare di salvare la vita di un altro adulto.
Il branco incontrato dai ricercatori sudcoreani era composto da più di 400 individui che sono seguiti da uno stormo di circa 500 berte striate (Calonectris leucomelas) impegnati nella caccia e nel foraggiamento. Ma un piccolo gruppo di delfini si erano separati dal branco in piena frenesia alimentare e stavano appartati in superficie vicino alla barca dei ricercatori.
Un'osservazione più attenta ha rivelato che una dozzina di delfini nuotava molto lentamente. Tra questi c'era un delfino appoggiato sopra le schiene degli altri a pancia in su. Il delfino, anche se poteva muoversi e battere la coda, sembrava avere le pinne paralizzate e mostrava segni rossi sulla sua pancia. Un certo numero di delfini circondava questo gruppo, mentre quelli all'interno di quello che sembrava un cerchio di sicurezza cercavano di aiutare il delfino colpito a mantenere il suo equilibrio, spingendolo di lato e dal basso. 10 delfini si sono alternati a fare da zattera vivente per mantenere il loro compagno in superficie: «Cinque delfini alla volta allineati orizzontalmente in una formazione simile ad una zattera, che mantenevano il delfino colpita a galla e lo portavano sulla schiena. Uno dei delfini di questa zattera vivente ad un certo punto si è anche messo a pancia in su per sostenere meglio il delfino in difficoltà, mentre un altro utilizzava il suo rostro per cercare di tenere la testa del delfino morente fuori dall'acqua.
Pochi minuti dopo il delfino colpito è morto ed il suo corpo è stato lasciato dai suoi compagni a galleggiare in verticale nell'acqua, con la testa fuori dalla superficie, ma non respirava più. Cinque dei delfini che avevano partecipato direttamente alle "cure" hanno continuato ad interagire con il corpo del delfino morto, sfregandolo e toccandolo, nuotando sotto di lui e rilasciando bolle sul corpo inerte. I ricercatori dicono che questa specie di "veglia funebre" è continuata anche dopo che il corpo del delfino morto ha cominciato a mostrare segni di rigor mortis.
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