È trascorso mezzo millennio da quando lo storico, letterato, filosofo, politico e teorico fiorentino scrisse il “De Pricipatibus”, una delle opere più importanti della letteratura italiana
di Paola Bisconti
Era il 13 dicembre del 1513 quando Machiavelli, in seguito all’accusa d aver partecipato alla congiura contro la famiglia dei Medici, fu esiliato a Sant’Andrea, in Percussina. Fu qui che iniziò la stesura di un testo sul quale oggi si fonda la scienza politica moderna “laica”, svincolata cioè dal potere religioso. Grazie all’intelligenza sottile e spregiudicata del genio fiorentino il nostro patrimonio culturale vanta un’eccezionale analisi di ciò che era la situazione politica di quel tempo, ma la straordinarietà del saggio sta anche nel fatto che, nonostante il tanto tempo trascorso, il libro risulta essere ancora attuale. Non viviamo più sotto il dominio straniero né la Chiesa influenza le scelte politiche, eppure tutti i cittadini avvertono una sorta di malessere sociale a causa di una strisciante corruzione, frutto dell’assenza di una coscienza civile che riscontriamo fra coloro che guidano il Paese. E allora le tesi di Machiavelli sono più che mai attuali: oggi come allora i politici devono dare priorità al proprio Paese per consentire al popolo una rinascita civile. Gli incoraggiamenti e le esortazioni del genio fiorentino dovrebbero riecheggiare fra coloro che guideranno l’Italia. Noi speriamo che possa vincere “colui che pone il bene comune al di sopra di tutto” e non chi, fino ad oggi, ha attuato una celebre frase erroneamente attribuita a Machiavelli, e cioè “il fine giustifica i mezzi” (per esempio chi ha abusato del potere o usufruito di “leggi ad personam” per raggiungere i propri obiettivi).
Questa sorte di “nuovo male” potrebbe essere sconfitto attraverso le teorie dettate nell’opera dove l’autore offre suggerimenti al Principe incitandolo ad essere energico e determinato: secondo MachiaveIli chi governa dovrebbe essere come un “leone”, una “volpe” e un “centauro”. In tutti questi anni tuttavia sono state molte le interpretazioni del testo di Machiavelli: c’è chi lo considera un manuale per tiranni e governanti spregiudicati e chi invece lo ritiene un libro sulla libertà dei popoli, un trattato che denuncia i soprusi del potere. Di fatto il capolavoro, da quando fu dato alle stampe per la prima volta nel 1532, dopo plagi, censure, critiche, commenti e decine di riproduzioni rimane il testo italiano più tradotto e conosciuto al mondo. La notorietà del trattato è dovuta a una serie di fattori, fra cui anche lo stile linguistico utilizzato dall’autore, che impiega un lessico boccaccesco , con modi di dire proverbiali che favoriscono l’immediatezza del messaggio. Nella dedica Machiavelli dimostra di essere amareggiato per l’accusa di tradimento verso il suo padrone , per questo nei 26 capitoli del testo, in particolare nell’ultimo, fa un appello a Lorenzo II De Medici, figlio di Piero II, perch lo perdoni e lo faccia rientrare nella sua amata Firenze per lavorare al suo fianco come Segretario della Repubblica.
In occasione dell’anniversario sono numerose le manifestazioni organizzate per ricordare la validità dell’opera. In particolare l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana ha in programma una serie di iniziative tra cui una grande mostra allestita a Roma. Inoltre è prevista per il 2015 la pubblicazione di un’intera enciclopedia machiavelliana.
di Paola Bisconti
Era il 13 dicembre del 1513 quando Machiavelli, in seguito all’accusa d aver partecipato alla congiura contro la famiglia dei Medici, fu esiliato a Sant’Andrea, in Percussina. Fu qui che iniziò la stesura di un testo sul quale oggi si fonda la scienza politica moderna “laica”, svincolata cioè dal potere religioso. Grazie all’intelligenza sottile e spregiudicata del genio fiorentino il nostro patrimonio culturale vanta un’eccezionale analisi di ciò che era la situazione politica di quel tempo, ma la straordinarietà del saggio sta anche nel fatto che, nonostante il tanto tempo trascorso, il libro risulta essere ancora attuale. Non viviamo più sotto il dominio straniero né la Chiesa influenza le scelte politiche, eppure tutti i cittadini avvertono una sorta di malessere sociale a causa di una strisciante corruzione, frutto dell’assenza di una coscienza civile che riscontriamo fra coloro che guidano il Paese. E allora le tesi di Machiavelli sono più che mai attuali: oggi come allora i politici devono dare priorità al proprio Paese per consentire al popolo una rinascita civile. Gli incoraggiamenti e le esortazioni del genio fiorentino dovrebbero riecheggiare fra coloro che guideranno l’Italia. Noi speriamo che possa vincere “colui che pone il bene comune al di sopra di tutto” e non chi, fino ad oggi, ha attuato una celebre frase erroneamente attribuita a Machiavelli, e cioè “il fine giustifica i mezzi” (per esempio chi ha abusato del potere o usufruito di “leggi ad personam” per raggiungere i propri obiettivi).
Questa sorte di “nuovo male” potrebbe essere sconfitto attraverso le teorie dettate nell’opera dove l’autore offre suggerimenti al Principe incitandolo ad essere energico e determinato: secondo MachiaveIli chi governa dovrebbe essere come un “leone”, una “volpe” e un “centauro”. In tutti questi anni tuttavia sono state molte le interpretazioni del testo di Machiavelli: c’è chi lo considera un manuale per tiranni e governanti spregiudicati e chi invece lo ritiene un libro sulla libertà dei popoli, un trattato che denuncia i soprusi del potere. Di fatto il capolavoro, da quando fu dato alle stampe per la prima volta nel 1532, dopo plagi, censure, critiche, commenti e decine di riproduzioni rimane il testo italiano più tradotto e conosciuto al mondo. La notorietà del trattato è dovuta a una serie di fattori, fra cui anche lo stile linguistico utilizzato dall’autore, che impiega un lessico boccaccesco , con modi di dire proverbiali che favoriscono l’immediatezza del messaggio. Nella dedica Machiavelli dimostra di essere amareggiato per l’accusa di tradimento verso il suo padrone , per questo nei 26 capitoli del testo, in particolare nell’ultimo, fa un appello a Lorenzo II De Medici, figlio di Piero II, perch lo perdoni e lo faccia rientrare nella sua amata Firenze per lavorare al suo fianco come Segretario della Repubblica.
In occasione dell’anniversario sono numerose le manifestazioni organizzate per ricordare la validità dell’opera. In particolare l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana ha in programma una serie di iniziative tra cui una grande mostra allestita a Roma. Inoltre è prevista per il 2015 la pubblicazione di un’intera enciclopedia machiavelliana.
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