Sviluppo software, raccolta dati, produzioni in outsourcing e università per la ricerca scientifica: sono i tesori della città 2.0 che sorgerà nella savana alle porte di Nairobi con la promessa di creare migliaia di posti di lavoro e fare del Kenya un polo di riferimento per le tecnologie dell’informazione.
Misna - Alla cerimonia di inaugurazione dei lavori, riferisce l’emittente televisiva Ktv, oggi ha partecipato anche il presidente Emilio Mwai Kibaki. Nel suo intervento il capo dello Stato ha evidenziato l’importanza di un progetto da quasi 11 miliardi di euro, che potrebbe creare 20.000 posti di lavoro in tre anni e 200.000 entro il 2030. La nuova città è stata battezzata Konza Technology City, ma in tanti sognano già la California e la chiamano “Africa’s Silicon Savannah”.
Grattacieli in vetro colorato, laboratori e centri studi avveniristici verranno su una sessantina di chilometri a sud-est di Nairobi, su una superficie di 2011 ettari. Ci saranno anche alberghi, case, scuole e ospedali, per servire al meglio la comunità di programmatori, tecnici e scienziati. La città dovrebbe essere realizzata in quattro fasi, sotto la supervisione di un’apposita autorità statale. Il progetto era stato messo a punto dopo la crisi elettorale del dicembre 2007 e i suoi 1300 morti. E allora è una bella notizia, scrivono i giornali di Nairobi, che sulla “Silicon Savannah” i partiti siano tutti d’accordo.
Misna - Alla cerimonia di inaugurazione dei lavori, riferisce l’emittente televisiva Ktv, oggi ha partecipato anche il presidente Emilio Mwai Kibaki. Nel suo intervento il capo dello Stato ha evidenziato l’importanza di un progetto da quasi 11 miliardi di euro, che potrebbe creare 20.000 posti di lavoro in tre anni e 200.000 entro il 2030. La nuova città è stata battezzata Konza Technology City, ma in tanti sognano già la California e la chiamano “Africa’s Silicon Savannah”.
Grattacieli in vetro colorato, laboratori e centri studi avveniristici verranno su una sessantina di chilometri a sud-est di Nairobi, su una superficie di 2011 ettari. Ci saranno anche alberghi, case, scuole e ospedali, per servire al meglio la comunità di programmatori, tecnici e scienziati. La città dovrebbe essere realizzata in quattro fasi, sotto la supervisione di un’apposita autorità statale. Il progetto era stato messo a punto dopo la crisi elettorale del dicembre 2007 e i suoi 1300 morti. E allora è una bella notizia, scrivono i giornali di Nairobi, che sulla “Silicon Savannah” i partiti siano tutti d’accordo.
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