“Le sorelle” di Noè sono anche gli olivi piantati più in alto: a 1.300 metri
GreenReport - Nascosti nel sonnolento villaggio di Bechealeh, nel turbolento Libano, vivono 16 alberi di olivo che sono stati testimoni di 6.000 anni di guerre, rivolte politiche, crociate, pestilenze, malattie, diverse condizioni climatiche e cambi di civiltà. La gente del posto considera questi "alberi di Noè" come un vero e proprio miracolo vivente che ha resistito in silenzio all'avidità ed alla violenza, ma anche ai cambiamenti climatici che hanno mutato il volto del Medio Oriente ed alle malattie che hanno colpito gli olivi. Questi antichi alberi miracolosi che vengono chiamati "le sorelle", sono uno dei grandi e praticamente inesplorati misteri pre-biblici irrisolti e secondo la tradizione e qualche studioso della Bibbia sarebbero gli alberi dai quali la colomba ha preso il ramo di olivo per annunciare a Noè la fine del diluvio. Una teoria che è plausibile se si accetta come realtà il mito del diluvio, visto che "le sorelle" sono arroccate a 1300 metri di altitudine, di fatto i più alti alberi di olivo mai piantati dall'antichità fino all'epoca moderna .
Piante che affondano le radici nei miti dei libri sacri dei tre monoteismi dovrebbero essere considerati un bene nazionale prezioso ma, sebbene il ministero del Turismo e della cultura libanese abbia riconosciuto questi alberi come sito di importanza nazionale e gli olivi si siano guadagnati un posto sui francobolli e sulle monete libanesi, il sostegno del governo di Beirut per proteggere attivamente gli alberi e il patrimonio naturale di Bechealeh è stato, nel migliore dei casi, timido.
Invece le popolazioni locali hanno lavorato molto duramente per salvaguardare gli alberi e i monumenti storici che li circondano, ma è necessario un forte sostegno finanziario per garantire che i siti siano completamente e correttamente conservati e per valorizzare il territorio con diversi progetti, come ad esempio l'istituzione di un'area protetta per la fauna selvatica, l'attuazione dei divieti di caccia, collegamenti dei siti storici ai percorsi moderni, il battesimo con l'olio d'oliva a cielo aperto, il museo dell'olivo e la creazione di un centro culturale e di una biblioteca a Bechealeh.
A valorizzare la zona ci prova la "The Sisters" olive trees of Noah, una Ong di Bechaleh che vuole tutelare «Il nostro raro dono ecologico e storico per le generazioni a venire». Attualmente l'organizzazione produce e vende olio prodotto da alberi millenari, e punta a farlo diventare il migliore del mondo con una frangitura a freddo 4 ore dopo la raccolta delle olive. Il risultato è una specie di oro liquido a bassissima acidità, con una quantità elevata di polifenoli e un gusto unico che include note di pepe, herbes de Provence e mandorle.
Umberto Mazzantini
GreenReport - Nascosti nel sonnolento villaggio di Bechealeh, nel turbolento Libano, vivono 16 alberi di olivo che sono stati testimoni di 6.000 anni di guerre, rivolte politiche, crociate, pestilenze, malattie, diverse condizioni climatiche e cambi di civiltà. La gente del posto considera questi "alberi di Noè" come un vero e proprio miracolo vivente che ha resistito in silenzio all'avidità ed alla violenza, ma anche ai cambiamenti climatici che hanno mutato il volto del Medio Oriente ed alle malattie che hanno colpito gli olivi. Questi antichi alberi miracolosi che vengono chiamati "le sorelle", sono uno dei grandi e praticamente inesplorati misteri pre-biblici irrisolti e secondo la tradizione e qualche studioso della Bibbia sarebbero gli alberi dai quali la colomba ha preso il ramo di olivo per annunciare a Noè la fine del diluvio. Una teoria che è plausibile se si accetta come realtà il mito del diluvio, visto che "le sorelle" sono arroccate a 1300 metri di altitudine, di fatto i più alti alberi di olivo mai piantati dall'antichità fino all'epoca moderna .
Piante che affondano le radici nei miti dei libri sacri dei tre monoteismi dovrebbero essere considerati un bene nazionale prezioso ma, sebbene il ministero del Turismo e della cultura libanese abbia riconosciuto questi alberi come sito di importanza nazionale e gli olivi si siano guadagnati un posto sui francobolli e sulle monete libanesi, il sostegno del governo di Beirut per proteggere attivamente gli alberi e il patrimonio naturale di Bechealeh è stato, nel migliore dei casi, timido.
Invece le popolazioni locali hanno lavorato molto duramente per salvaguardare gli alberi e i monumenti storici che li circondano, ma è necessario un forte sostegno finanziario per garantire che i siti siano completamente e correttamente conservati e per valorizzare il territorio con diversi progetti, come ad esempio l'istituzione di un'area protetta per la fauna selvatica, l'attuazione dei divieti di caccia, collegamenti dei siti storici ai percorsi moderni, il battesimo con l'olio d'oliva a cielo aperto, il museo dell'olivo e la creazione di un centro culturale e di una biblioteca a Bechealeh.
A valorizzare la zona ci prova la "The Sisters" olive trees of Noah, una Ong di Bechaleh che vuole tutelare «Il nostro raro dono ecologico e storico per le generazioni a venire». Attualmente l'organizzazione produce e vende olio prodotto da alberi millenari, e punta a farlo diventare il migliore del mondo con una frangitura a freddo 4 ore dopo la raccolta delle olive. Il risultato è una specie di oro liquido a bassissima acidità, con una quantità elevata di polifenoli e un gusto unico che include note di pepe, herbes de Provence e mandorle.
Umberto Mazzantini
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