giovedì, gennaio 24, 2013
Proseguono le operazioni di guerra in Mali, dove all’offensiva dei ribelli islamisti che occupano le regioni del Nord, si oppongono le truppe francesi scese in campo accanto all’esercito governativo, senza ancora un mandato dell’Onu, mentre il primo contingente della Forza africana di sostegno a Bamako è diretto verso il centro del Paese.

Radio Vaticana - E, stamane, la notizia della spaccatura in seno ai ribelli da parte dei moderati dell’Azawad, pronti a trattare con la Francia. Il servizio di Roberta Gisotti: ascolta
13 giorni di intervento armato in Mali sono costati finora alla Francia 30 milioni di euro, ha dichiarato il ministro delle Difesa francese Jean-Yves Le Drian. Difficile invece valutare i costi umani di questa guerra che già registra violazioni dei diritti umani, come esecuzioni sommarie e altre atrocità, tanto che Human Rights Watch ha chiesto l’invio di osservatori. Fabio Bucciarelli, fotoreporter in Mali, ci conferma la preoccupazione per una guerra ‘silenziata’ ai media:

R. - Sono a Segoù dove fanno base i giornalisti. Nei giorni scorsi sono stato a Niono, attendendo la liberazione di Jabali da parte delle truppe francesi. Siamo andati a Jabali, dopo quattro giorni di attesa e abbiamo trovato una città distrutta dai bombardamenti degli elicotteri francesi. Una cosa che ci tengo a precisare è che in questo momento c'è un forte blackout sui media. I francesi non fanno accedere alle front-line e, come dicevo, prima di arrivare a Jabali, che era la città contesa nella zona ovest del Paese, abbiamo atteso quattro giorni. Nel momento che siamo arrivati non abbiamo visto né feriti, né morti, né combattimenti. E' la guerra più surreale che abbia coperto. I francesi non vogliono fare accedere ai campi di battaglia. Quello che i giornalisti internazionali stanno facendo è seguire le truppe francesi, una volta che le zone sono state liberate. L'altro ieri sono andato sul fronte Nord, a Mopti, a Sevaré; in quel caso sono arrivato a 25 km da Sevaré e i checkpoint delle truppe del Mali non ci hanno fatto passare e siamo dovuti tornare indietro.

D. - Quindi è molto diffcile fare valutazioni? Ad esempio, le agenzie ci dicono che il primo contingente della Forza africana autorizzata all'intevento in Mali ha iniziato ieri a muoversi verso il centro del Paese?

R. - Un po' dappertutto ci sono militari e checkpoint sparsi tra diverse città però non fanno avvicinare alle zone di combattimento, quindi notizie di prima mano sul fronte non ci sono.

Intanto, dalle Caritas della regione del Sahel giunge un appello per un intervento immediato a sostegno della popolazione civile del Mali. E’ urgente quindi l’apertura di corridoi umanitari per fornire beni di prima necessità ed anche aiuto psicologico. Da gennaio, altri 9 mila profughi si sono aggiunti ai 400 mila già presenti tra sfollati interni al Mali e rifugiati nei Paesi limitrofi.


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