lunedì, gennaio 07, 2013
“La soluzione politica esposta dal presidente Bashar al Assad per porre fine alla crisi in atto nel paese, in preda alla guerra civile, è disconnessa dalla realtà”: è la bocciatura senza appello espressa dal dipartimento di Stato americano in una nota diffusa appena poche ore dopo una rara apparizione in pubblico del leader siriano.  

Misna - Il discorso di Assad, trasmesso dalla Casa delle arti e della cultura, in pieno centro di Damasco, “non è altro che un tentativo del regime di tenersi aggrappato al potere “rovina gli sforzi del mediatore Lakhdar Brahimi, poiché avrà come unico risultato quello di proseguire la repressione sanguinosa del popolo siriano” afferma nel comunicato il portavoce Victoria Nuland.
Ieri, in un messaggio alla nazione diffusa dalla televisione di Stato, Assad ha proposto un piano di pace che prevede la sua permanenza al potere, assicurando che il conflitto in atto in Siria non oppone il potere e l’opposizione interna ma “la patria e i suoi nemici, che mirano a dividerla”.

“Non negozieremo con chi usa la violenza e con chi in Occidente è dietro a questi fantocci”: ha affermato il presidente, appellando a una mobilitazione nazionale per combattere contro “gli estremisti” e annunciando la creazione di una Conferenza nazionale per redigere una nuova Costituzione che verrà sottoposta a referendum, al quale seguiranno elezioni politiche.

“Siamo disponibili a dialogare con partiti, individui che non vendono il loro paese agli stranieri” ha detto Assad.
Un secco rifiuto al piano illustrato da Assad è arrivato anche dalla Coalizione nazionale dell’opposizione siriana, secondo cui con l’iniziativa che ha proposto, il presidente vuole “tagliare la strada a qualsiasi soluzione politica che possa venire fuori dall’incontro di Stati Uniti e Russia con il mediatore Lakhdar Brahimi”.

Sulla stessa linea anche l’Unione Europea, il cui commissario Catherine Ashton, responsabile della politica estera, è tornato a chiedere un passo indietro di Assad per favorire una soluzione politica della crisi. Dal canto suo, il presidente egiziano Mohamed Morsi si è detto favorevole all’idea che Assad venga processato per crimini di guerra dal tribunale internazionale dell’Aja. “Quando il sangue si sarà fermato – afferma – il popolo siriano vivrà una nuova fase. Sceglierà un governo e un parlamento indipendenti. Saranno gli stessi siriani a decidere cosa fare contro chi si è macchiato di crimini contro il popolo”.


È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

twit del Papa del 7 gennaio 2013: "Vi chiedo di unirvi a me nella preghiera per la Siria, affinché il dialogo costruttivo prenda il posto dell’orribile violenza. "

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