Il nuovo mandato di Hugo Chávez, alla presidenza del Venezuela dal 1999, inizia formalmente oggi “ma un nuovo atto di insediamento non è necessario poiché l’esercizio dell’incarico non si è interrotto”.
Misna - E' il pronunciamento formale giunto ieri sera dal Tribunale supremo di giustizia (Tsj) che ha avallato il rinvio della cerimonia di giuramento del presidente rieletto al voto del 7 ottobre scorso a data da destinarsi, come già annunciato dal governo. I sette giudici del Tsj hanno inoltre disposto che “il potere esecutivo costituito continuerà ad esercitare le sue funzioni sulla base del principio della continuità amministrativa”: per tanto, il vice presidente e ministro degli Esteri Nicolás Maduro, designato come ‘erede politico’ del presidente, resterà al suo posto, come il resto del governo.
Secondo l’interpretazione dell’articolo 231 della Costituzione offerta dal Tsj, Chávez giurerà quindi “successivamente” di fronte allo stesso tribunale e non all’Assemblea nazionale, come era previsto oggi; due giorni fa l’Assemblea gli ha peraltro concesso “tutto il tempo necessario” per ristabilirsi a Cuba prima di fare rientro in Venezuela. L’alta corte ha anche deliberato che per il momento non esistono validi motivi per convocare una squadra di medici ‘ad hoc’ che accertino se le condizioni di salute del presidente siano tali da garantirgli il pieno esercizio dei poteri, come richiesto dall’opposizione.
Nel corso di un consiglio dei ministri tenuto al palazzo presidenziale di Miraflores, circondato dai vertici militari, Maduro ha accolto ufficialmente il pronunciamento del Tsj, definendolo “il massimo interprete della Costituzione”. Ha quindi colto l’occasione per evidenziare la ‘simbiosi’ tra le “forze rivoluzionarie”, ovvero “la Forza armata nazionale bolivariana (Fanb) e il popolo venezuelano”. Anche la Fanb si è espressa, per bocca del maggiore Wilmer Barrientos, capo del Comando strategico operativo: “Siamo molto contenti per la decisione del tribunale che porta pace, tranquillità e sollievo a tutto il popolo venezuelano”.
Per oggi è prevista una massiccia mobilitazione in sostegno di Chávez, che secondo l’ultimo bollettino medico diffuso lunedì versa in condizioni “stazionarie” per problemi respiratori subentrati all’intervento a cui si è sottoposto a Cuba l’11 dicembre, il quarto negli ultimi 17 mesi. Alcuni presidenti della regione convocati inizialmente per il giuramento saranno comunque presenti a Caracas: tra questi l’uruguayano José ‘Pepe’ Mujica che, intervistato da Telesur, ha auspicato che Chávez “possa superare” la malattia, osservando, tuttavia, che se ciò non accadrà “la vita continua e i venezuelani devono guardare avanti”.
Contrariamente a quando circolato nei giorni scorsi, l’ex candidato presidenziale dell’opposizione Henrique Capriles, che a più riprese aveva invocato un pronunciamento del Tsj, ha escluso una manifestazione parallela della minoranza bollando quella organizzata dal Partido Socialista Unido de Venezuela (Psuv), “un atto di contenuto politico”. Capriles ha accettato il verdetto vincolante del Tsj, ricordando allo stesso tempo che né Maduro né il resto del governo sono stati eletti e sottolineando che le istituzioni “non devono rispondere agli interessi di un partito”.
Misna - E' il pronunciamento formale giunto ieri sera dal Tribunale supremo di giustizia (Tsj) che ha avallato il rinvio della cerimonia di giuramento del presidente rieletto al voto del 7 ottobre scorso a data da destinarsi, come già annunciato dal governo. I sette giudici del Tsj hanno inoltre disposto che “il potere esecutivo costituito continuerà ad esercitare le sue funzioni sulla base del principio della continuità amministrativa”: per tanto, il vice presidente e ministro degli Esteri Nicolás Maduro, designato come ‘erede politico’ del presidente, resterà al suo posto, come il resto del governo.
Secondo l’interpretazione dell’articolo 231 della Costituzione offerta dal Tsj, Chávez giurerà quindi “successivamente” di fronte allo stesso tribunale e non all’Assemblea nazionale, come era previsto oggi; due giorni fa l’Assemblea gli ha peraltro concesso “tutto il tempo necessario” per ristabilirsi a Cuba prima di fare rientro in Venezuela. L’alta corte ha anche deliberato che per il momento non esistono validi motivi per convocare una squadra di medici ‘ad hoc’ che accertino se le condizioni di salute del presidente siano tali da garantirgli il pieno esercizio dei poteri, come richiesto dall’opposizione.
Nel corso di un consiglio dei ministri tenuto al palazzo presidenziale di Miraflores, circondato dai vertici militari, Maduro ha accolto ufficialmente il pronunciamento del Tsj, definendolo “il massimo interprete della Costituzione”. Ha quindi colto l’occasione per evidenziare la ‘simbiosi’ tra le “forze rivoluzionarie”, ovvero “la Forza armata nazionale bolivariana (Fanb) e il popolo venezuelano”. Anche la Fanb si è espressa, per bocca del maggiore Wilmer Barrientos, capo del Comando strategico operativo: “Siamo molto contenti per la decisione del tribunale che porta pace, tranquillità e sollievo a tutto il popolo venezuelano”.
Per oggi è prevista una massiccia mobilitazione in sostegno di Chávez, che secondo l’ultimo bollettino medico diffuso lunedì versa in condizioni “stazionarie” per problemi respiratori subentrati all’intervento a cui si è sottoposto a Cuba l’11 dicembre, il quarto negli ultimi 17 mesi. Alcuni presidenti della regione convocati inizialmente per il giuramento saranno comunque presenti a Caracas: tra questi l’uruguayano José ‘Pepe’ Mujica che, intervistato da Telesur, ha auspicato che Chávez “possa superare” la malattia, osservando, tuttavia, che se ciò non accadrà “la vita continua e i venezuelani devono guardare avanti”.
Contrariamente a quando circolato nei giorni scorsi, l’ex candidato presidenziale dell’opposizione Henrique Capriles, che a più riprese aveva invocato un pronunciamento del Tsj, ha escluso una manifestazione parallela della minoranza bollando quella organizzata dal Partido Socialista Unido de Venezuela (Psuv), “un atto di contenuto politico”. Capriles ha accettato il verdetto vincolante del Tsj, ricordando allo stesso tempo che né Maduro né il resto del governo sono stati eletti e sottolineando che le istituzioni “non devono rispondere agli interessi di un partito”.
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