lunedì, febbraio 18, 2013
Arriva dagli Stati Uniti una nuova moda: bere per dimagrire. Un’abitudine pericolosa in aumento tra i giovanissimi. Digiunare volontariamente tutto il giorno, per poi alla sera assumere in poche ore quantità elevate di alcolici e superalcolici. 

Radio Vaticana - È questo il comportamento alimentare noto con il termine drunkoressia, che ha colpito in Italia già 300.000 ragazzi in età compresa tra i 13 e i 17 anni. La drunkoressia è soltanto un’abitudine, o piuttosto, una vera e propria patologia? Ce ne parla la dott.ssa Laura Della Ragione, psicoterapeuta e responsabile del Centro Disturbi del Comportamento Alimentare di Todi. L’intervista di Roberta Calderazzo: ascolta

R. – Sì, è una vera e propria patologia, che unisce gli effetti devastanti di due disturbi: l’uso dell’alcool e il disturbo del comportamento alimentare, in particolare l’anoressia.

D. – Quali sono le cause della malattia? Perché si beve?

R. – Si collega a comportamenti culturalmente condivisi, a mode, come l’uso di alcool o il fatto di essere magri. La drunkoressia è però l’espressione di un vero e proprio disagio. I disturbi alimentari, e quindi anche i disturbi da dipendenza, sono generalmente multifattoriali, come eziologia: non si può identificare un’unica causa. C’è da tenere in considerazione sicuramente l’influenza della famiglia, della genetica, l’aspetto psicologico, l’influenza dei mass media e dei modelli culturali. Queste cause, però, sono da analizzare insieme. Alle modalità per perdere peso e, dunque, mantenere un controllo sulle forme corporee, si unisce anche l’uso e l’abuso di alcool. Questo, chiaramente, ha un duplice aspetto: da una parte serve a sentirsi meglio e si ha la sensazione di non avere fame e, dall’altra, si introduce quella quota minima di calorie, necessaria per la sopravvivenza, ottenendo però comunque una magrezza.

D. – Bere molto che effetti provoca sul corpo di un giovanissimo?

R. – Ha degli effetti molto negativi sul piano clinico, tra cui alterazione degli enzimi epatici e disturbi di vario tipo.

D. – Che importanza ha la prevenzione rispetto a questo disturbo?

R. – Questi comportamenti si diffondono con un passaparola, per imitazione, per questo è molto importante fare prevenzione sia nelle scuole che all’interno delle famiglie. Sono tutti comportamenti che hanno bisogno di una grossa prevenzione. La diagnosi precoce è sicuramente decisiva, perché se noi intercettiamo questi disturbi nel primo anno di storia di malattia, abbiamo probabilità altissime di guarire questi ragazzi. E’ molto importante, dunque, perché oggi, di questi disturbi, si può guarire. Le terapie sono molto specializzate per cui prima si arriva alle cure, prima si guarisce. E’ importante dare questo come messaggio, perché non si guarisce da soli. Questi comportamenti non vanno minimizzati o sottovalutati. La famiglia gioca un ruolo importante, soprattutto nel riconoscimento del disturbo, perché la famiglia deve essere attenta, e ai primi segnali di allarme portare subito il figlio o la figlia ad un centro specializzato e deve inoltre collaborare al trattamento. Noi, infatti, coinvolgiamo moltissimo la famiglia nei trattamenti di questi ragazzi, perché non si possono curare i figli, se non si cura anche la famiglia.


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