Pur rallentati dalla pioggia, i manifestanti hanno cominciato a riversarsi per le strade dell’Egitto in quello che è stato ribattezzato il ‘Venerdì della Salvezza’ dopo le tensioni e gli scontri degli ultimi giorni.
Misna - A Port Said, teatro di violente proteste nelle ultime settimane, i manifestanti si sono raccolti davanti alla moschea di Mariam per contestare il presidente Mohammed Morsi e la sua decisione di imporre il coprifuoco per un mese lo stato d’emergenza . I dimostranti hanno sfilato in corteo, invocando l’indipendenza di Port Said dal resto dell’Egitto, governato da Morsi e dai Fratelli Musulmani. La città costiera nei giorni scorsi ha assistito a scontri violenti in seguito alla sentenza della pena capitale comminata da un tribunale locale nei confronti degli imputati nelle violenze di un anno fa allo stadio. Intanto, al Cairo, migliaia di persone si sono riunite in piazza Tahrir di fronte alla ‘Mugamma’, immenso edificio in stile sovietico che ospita uffici della pubblica amministrazione, dove era stato allestito un palco per la preghiera collettiva. Agli incroci e nei punti di accesso delle vicine vie di Abdel Moneim Rayad, Qasr al Nil e Mohammed Mahmoud, testimoni riferiscono della presenza massiccia di agenti di polizia.
Un secondo, grande corteo di manifestanti invece è partito dalla moschea Rabaa al Adawya, nel quartiere residenziale di Nasr City verso il palazzo presidenziale ad Heliopolis. Gli attivisti mostrano cartelli con scritte colorate, che chiedono le dimissioni di Morsi. “Abd el Nasser lo aveva detto molto tempo fa – afferma uno striscione con su raffigurata la faccia dell’ex presidente – non credete ai Fratelli musulmani”.
Il Fronte di Salvezza nazionale (Fns), principale coalizione dell’opposizione ha invitato la gente a scendere in piazza perché “la voce del popolo arrivi al potere che non sente, non capisce e non vuole rispondere”. In un comunicato diramato a poche ore dall’inizio della giornata di dissenso pacifico, il fronte ha accusato il presidente Morsi e il suo entourage di usare linguaggi e tattiche del vecchio regime, “tacciando i propri avversari di tradimento” invece di lavorare con le altre forze “per salvare il paese”.
Per le strade, nonostante l’aumento delle aggressioni ai loro danni segnalato nelle ultime settimane, come sempre ci sono numerose donne. Nei giorni scorsi il governo del Cairo è stato aspramente criticato anche dalla Comunità internazionale per non aver ancora assicurato alla giustizia i responsabili delle aggressioni alle donne. Solo nelle ultime settimane, 25 episodi del genere sono stati segnalati nelle immediate vicinanze di piazza Tahrir.
Misna - A Port Said, teatro di violente proteste nelle ultime settimane, i manifestanti si sono raccolti davanti alla moschea di Mariam per contestare il presidente Mohammed Morsi e la sua decisione di imporre il coprifuoco per un mese lo stato d’emergenza . I dimostranti hanno sfilato in corteo, invocando l’indipendenza di Port Said dal resto dell’Egitto, governato da Morsi e dai Fratelli Musulmani. La città costiera nei giorni scorsi ha assistito a scontri violenti in seguito alla sentenza della pena capitale comminata da un tribunale locale nei confronti degli imputati nelle violenze di un anno fa allo stadio. Intanto, al Cairo, migliaia di persone si sono riunite in piazza Tahrir di fronte alla ‘Mugamma’, immenso edificio in stile sovietico che ospita uffici della pubblica amministrazione, dove era stato allestito un palco per la preghiera collettiva. Agli incroci e nei punti di accesso delle vicine vie di Abdel Moneim Rayad, Qasr al Nil e Mohammed Mahmoud, testimoni riferiscono della presenza massiccia di agenti di polizia.
Un secondo, grande corteo di manifestanti invece è partito dalla moschea Rabaa al Adawya, nel quartiere residenziale di Nasr City verso il palazzo presidenziale ad Heliopolis. Gli attivisti mostrano cartelli con scritte colorate, che chiedono le dimissioni di Morsi. “Abd el Nasser lo aveva detto molto tempo fa – afferma uno striscione con su raffigurata la faccia dell’ex presidente – non credete ai Fratelli musulmani”.
Il Fronte di Salvezza nazionale (Fns), principale coalizione dell’opposizione ha invitato la gente a scendere in piazza perché “la voce del popolo arrivi al potere che non sente, non capisce e non vuole rispondere”. In un comunicato diramato a poche ore dall’inizio della giornata di dissenso pacifico, il fronte ha accusato il presidente Morsi e il suo entourage di usare linguaggi e tattiche del vecchio regime, “tacciando i propri avversari di tradimento” invece di lavorare con le altre forze “per salvare il paese”.
Per le strade, nonostante l’aumento delle aggressioni ai loro danni segnalato nelle ultime settimane, come sempre ci sono numerose donne. Nei giorni scorsi il governo del Cairo è stato aspramente criticato anche dalla Comunità internazionale per non aver ancora assicurato alla giustizia i responsabili delle aggressioni alle donne. Solo nelle ultime settimane, 25 episodi del genere sono stati segnalati nelle immediate vicinanze di piazza Tahrir.
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