“Il cancro: lo conosci?" è il motto dell’odierna Giornata mondiale contro ogni forma di tumore. Al centro dell’edizione 2013 i miti e i pregiudizi che creano danni anziché aiutare a debellare il cancro. Il servizio di Roberta Gisotti: ascolta
Radio Vaticana - Ogni anno sono 7 milioni e 600 mila le persone vittime del cancro e 13 milioni i nuovi ammalati. Tra le principali cause di morte, i tumori hanno un costo elevatissimo: 900 miliardi di dollari l’anno in spese sanitarie e perdita di produttività. Ma quali sono i ‘miti’ sul cancro e quale importanza riveste il poterli sfatare? Ci risponde il prof. Francesco Schittulli, presidente della Lega italiana per la lotta ai tumori (Lilt):
R. – Credo sia importante l’apporto dei media perché ancora oggi parlano di malattia del secolo, di malattia incurabile, di malattia inguaribile, del grande male. Invece, non è più così. Il cancro è una malattia del tutto curabile ed è guaribile rispetto a 30 anni fa; 30 anni fa registravamo una guaribilità dal cancro del 35 per cento, oggi ci siamo attestati al 61 per cento di guaribilità. Questo è un mito da sfatare.
D. – A parte le morti, i casi di tumore sono in aumento per stili di vita sbagliati o agenti esterni di inquinamento?
R. – Sappiamo che la malattia del cancro è una malattia ambientale su base genetica. Questo significa che l’ambiente determina un’alterazione, una modificazione, un mutamento, un cambiamento dei nostri geni, che a lungo andare può portare allo sviluppo del cancro. Ambiente significa tutto ciò che e esterno all’uomo e, certamente, i corretti stili di vita, la corretta alimentazione, la lotta al tabagismo e alla cancerogenesi ambientale e professionale, la lotta alla sedentarietà e quindi l’attività fisica normale, regolare, agevolano il percorso anticancro. Questo riguarda già la prevenzione primaria. Ho parlato di alimentazione e di tabacco: la errata alimentazione è responsabile del 35 per cento di tutti i tipi di cancro e il tabagismo è responsabile del 30 per cento di tutti i tipi di cancro. Poi, abbiamo la prevenzione secondaria, cioè la diagnosi precoce. Oggi, grazie alla tecnologia, grazie alla evoluzione dell’imaging - perché oggi siamo dotati di tac, di pet, di risonanza magnetica – c’è la possibilità di scoprire le lesioni minimali e quando scopriamo un tumore di pochi millimetri, quel tumore ha un indice di malignità molto basso e il processo di metastasizzazione, cioè che possa diffondersi, è pressoché nullo. Ecco, il successo della diagnosi precoce nei confronti dell’80 per cento di tutti i tipi di cancro: parlo della mammella, del collo dell’utero, del colon retto, della prostata, di tumori cutanei, di tumori del cavo orale. Quindi, l’importanza di sviluppare e diffondere la cultura della prevenzione come metodo di vita.
D. - Per quanto riguarda la mortalità di questa patologia?
R. - Oggi io registro un incremento dei casi di cancro annualmente e, paradossalmente, insieme a questo aumento, anche nel nostro Paese, registro una diminuzione della mortalità: cioè, ci si ammala di più ma si muore di meno. Perché? Per due motivi. Il primo è perché è aumentata l’aspettativa di vita, perché viviamo di più. L’altro motivo è perché sono aumentati i fattori di rischio, per la conduzione della nostra quotidianità. Ma si muore di meno di cancro ed essenzialmente per tre motivi. Il primo è che oggi disponiamo di questa diagnostica strumentale più sofisticata, più precisa, più puntuale, che ci consente di scoprire le lesioni che sono in fase iniziale, di pochi millimetri. Il secondo motivo è che oggi noi disponiamo anche di terapie innovative. Abbiamo una radioterapia, una chirurgia, anche una medicina molto più avanzata che ci consentono anche di poter meglio guarire senza traumatizzare la persona che ha sviluppato un cancro, senza neppure intervenire con trattamenti estremamente demolitivi. Il terzo motivo è che si sta creando questa cultura della prevenzione perché la gente sa che ormai il cancro non deve fare più paura perché di cancro si vive, ci si può convivere tutta la vita, tanto che il cancro deve essere considerato una malattia cronica come il diabete, l’ipertensione, l’artrosi, e la persona può continuare la sua vita. Così sarà anche per il cancro.
Radio Vaticana - Ogni anno sono 7 milioni e 600 mila le persone vittime del cancro e 13 milioni i nuovi ammalati. Tra le principali cause di morte, i tumori hanno un costo elevatissimo: 900 miliardi di dollari l’anno in spese sanitarie e perdita di produttività. Ma quali sono i ‘miti’ sul cancro e quale importanza riveste il poterli sfatare? Ci risponde il prof. Francesco Schittulli, presidente della Lega italiana per la lotta ai tumori (Lilt):
R. – Credo sia importante l’apporto dei media perché ancora oggi parlano di malattia del secolo, di malattia incurabile, di malattia inguaribile, del grande male. Invece, non è più così. Il cancro è una malattia del tutto curabile ed è guaribile rispetto a 30 anni fa; 30 anni fa registravamo una guaribilità dal cancro del 35 per cento, oggi ci siamo attestati al 61 per cento di guaribilità. Questo è un mito da sfatare.
D. – A parte le morti, i casi di tumore sono in aumento per stili di vita sbagliati o agenti esterni di inquinamento?
R. – Sappiamo che la malattia del cancro è una malattia ambientale su base genetica. Questo significa che l’ambiente determina un’alterazione, una modificazione, un mutamento, un cambiamento dei nostri geni, che a lungo andare può portare allo sviluppo del cancro. Ambiente significa tutto ciò che e esterno all’uomo e, certamente, i corretti stili di vita, la corretta alimentazione, la lotta al tabagismo e alla cancerogenesi ambientale e professionale, la lotta alla sedentarietà e quindi l’attività fisica normale, regolare, agevolano il percorso anticancro. Questo riguarda già la prevenzione primaria. Ho parlato di alimentazione e di tabacco: la errata alimentazione è responsabile del 35 per cento di tutti i tipi di cancro e il tabagismo è responsabile del 30 per cento di tutti i tipi di cancro. Poi, abbiamo la prevenzione secondaria, cioè la diagnosi precoce. Oggi, grazie alla tecnologia, grazie alla evoluzione dell’imaging - perché oggi siamo dotati di tac, di pet, di risonanza magnetica – c’è la possibilità di scoprire le lesioni minimali e quando scopriamo un tumore di pochi millimetri, quel tumore ha un indice di malignità molto basso e il processo di metastasizzazione, cioè che possa diffondersi, è pressoché nullo. Ecco, il successo della diagnosi precoce nei confronti dell’80 per cento di tutti i tipi di cancro: parlo della mammella, del collo dell’utero, del colon retto, della prostata, di tumori cutanei, di tumori del cavo orale. Quindi, l’importanza di sviluppare e diffondere la cultura della prevenzione come metodo di vita.
D. - Per quanto riguarda la mortalità di questa patologia?
R. - Oggi io registro un incremento dei casi di cancro annualmente e, paradossalmente, insieme a questo aumento, anche nel nostro Paese, registro una diminuzione della mortalità: cioè, ci si ammala di più ma si muore di meno. Perché? Per due motivi. Il primo è perché è aumentata l’aspettativa di vita, perché viviamo di più. L’altro motivo è perché sono aumentati i fattori di rischio, per la conduzione della nostra quotidianità. Ma si muore di meno di cancro ed essenzialmente per tre motivi. Il primo è che oggi disponiamo di questa diagnostica strumentale più sofisticata, più precisa, più puntuale, che ci consente di scoprire le lesioni che sono in fase iniziale, di pochi millimetri. Il secondo motivo è che oggi noi disponiamo anche di terapie innovative. Abbiamo una radioterapia, una chirurgia, anche una medicina molto più avanzata che ci consentono anche di poter meglio guarire senza traumatizzare la persona che ha sviluppato un cancro, senza neppure intervenire con trattamenti estremamente demolitivi. Il terzo motivo è che si sta creando questa cultura della prevenzione perché la gente sa che ormai il cancro non deve fare più paura perché di cancro si vive, ci si può convivere tutta la vita, tanto che il cancro deve essere considerato una malattia cronica come il diabete, l’ipertensione, l’artrosi, e la persona può continuare la sua vita. Così sarà anche per il cancro.
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