venerdì, febbraio 01, 2013
Fu grazie alle nuove leggi russe volute dalla perestrojka che lo scienziato Igor Petenko prese il volo per l'Italia nel lontano 1987.

Almanacco della Scienza - CNR - Un periodo breve, solo un mese, ma intenso e ricco di incontri che avrebbero cambiato la sua vita e il suo futuro. Allora, Petenko era un ricercatore dell'Istituto di fisica dell'atmosfera dell'Accademia russa delle scienze: oggi lavora all'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr (Isac-Cnr) a Tor Vergata (Rm). "A Mosca mi occupavo di ricerche nel campo dello strato limite planetario, ossia la regione dell'atmosfera a contatto con il suolo i cui processi sono fortemente influenzati dall'interazione con la superficie terrestre", spiega. "Con l'aiuto dei miei colleghi russi lavoravo per la realizzazione di un sodar, strumento per il sondaggio acustico degli strati atmosferici più bassi".

Da quasi 10 anni Petenko vive stabilmente nel nostro Paese e collabora con l'Isac-Cnr grazie solo a borse di studio e assegni di ricerca. "In Russia avevo la qualifica di 'senior scientist', qui non ho ancora un rapporto di lavoro strutturato", afferma il ricercatore. "Ma non mi pento, amo l'Italia, la sua storia, la cultura, il clima e i suoi paesaggi. E da tanto tempo mi sento parte della comunità scientifica del Cnr".

Con i colleghi dell'Isac, il fisico russo prosegue le attività di ricerca sullo strato limite planetario, applicandole a fenomeni quali le variazioni pericolose del vento (wind shear) sopra gli aeroporti. Nell'ambito del Programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra), Petenko è stato scelto come rappresentante italiano della campagna invernale 2011-2012 presso la base italo-francese 'Concordia' sul Plataeu Antarctico.

L'Antartide è uno dei luoghi più freddi e inospitali della Terra, le sue temperature invernali raggiungono i meno 80 gradi e i venti catabatici, lungo la costa, soffiano a 200 km l'ora. "L'esperienza in Russia, dove avevo già partecipato a una ventina di campagne sperimentali, mi ha aiutato ad affrontare al meglio i nove mesi di totale isolamento dal resto del mondo", prosegue Petenko, appena tornato dalla missione antartica. "Dal punto di vista scientifico, ho proseguito gli studi degli eventi di riscaldamento anomalo durante l'inverno australe, che fanno innalzare la temperatura di 20 - 40 gradi al di sopra dei valori normali e dei processi turbolenti alla superficie che riducono la qualità delle osservazioni astronomiche".

Dell'Antartide, sono tanti i ricordi e le esperienze che il ricercatore porterà sempre con sé. Uno su tutti, "l'indimenticabile spettacolo del cielo illuminato dall'aurora australe", conclude Petenko. (Foto di Erick Bondoux)


Anna Capasso

Fonte: Igor Petenko, Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima, Roma, tel. 06/49934324, email i.petenko@isac.cnr.it

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