venerdì, febbraio 08, 2013
Sono sempre di più i giovani esposti ai rischi di internet.  

Radio Vaticana -Lo rivela l’ultimo rapporto diffuso da “EU Kids Online”, curato da un network di ricercatori presenti in 30 paesi d’Europa e finanziato dalla Commissione europea. L’indagine prende in esame tre diversi fattori: l’esposizione a contenuti pornografici, i messaggi a sfondo sessuale e il bullismo che riguarda in Europa il 6% dei ragazzi intervistati. Al microfono di Alessandro Filippelli, Giovanna Mascheroni, responsabile della ricerca per l’Italia. ascolta


R. – Rispetto ai dati che abbiamo raccolto e presentato nell’ultimo Rapporto, si tratta di dati che mettono in luce come l’esperienza online e quella offline siano fortemente contigue. I ragazzi che sono più vulnerabili ai rischi della rete sono innanzitutto i bambini più piccoli, quelli di nove-dieci anni, quelli che hanno meno reti di relazioni e quindi meno persone a cui chiedere aiuto; ma sono anche i ragazzi meno alfabetizzati all’uso della rete. I ragazzi più vulnerabili sono pure quelli che lo usano meno, perché conoscono meno anche i meccanismi di difesa. Poi, sono i ragazzi che hanno difficoltà psicologiche ed emotive.

D. – Quali sono i pericoli maggiormente riscontrati in questa indagine?

R. – Dipende. Nel senso che i rischi più diffusi sono anche quelli che provocano meno danni per l’adolescente: quindi i rischi di contenuto, l’esposizione involontaria a materiale pornografico o a contenuti di carattere negativo generati dagli utenti, come l’incitamento alla violenza, all’anoressia … Queste sono le esperienze più comuni. Mentre i rischi più problematici sono sicuramente il bullismo, che fortunatamente è un’esperienza poco diffusa che riguarda solo il 2% dei ragazzi italiani che abbiamo intervistato. Però, il bullismo è molto pericoloso perché oltre due terzi di chi ha subito un’esperienza di bullismo online riferisce di averne sofferto, e anche per un tempo abbastanza lungo. Quindi, diciamo che in effetti le conseguenze sono pericolose.

D. – Siamo nell’era digitale: i giovani si interfacciano senza alcun problema con internet e i social network. Come dovrebbero comportarsi i genitori?

R. – I genitori devono cercare di condividere il più possibile l’esperienza online dei loro figli, perché abbiamo visto – appunto – che le strategie di mediazione cosiddette restrittive – vale a dire, l’imposizione di regole che tendano a limitare l’attività online oppure il tempo trascorso su internet – in realtà hanno l’effetto di ridurre anche le opportunità, mentre il dialogo e l’uso congiunto della rete promuovono invece usi sicuri e responsabili, e quindi favoriscono sia il beneficio di tutte le opportunità che la rete offre ai ragazzi, ma anche la capacità di sapersi difendere da eventuali rischi in cui ci si può imbattere.


Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa