E’ stato giusto per Benedetto XVI rimettere il suo mandato?
I sacerdoti delle parrocchie hanno dei precisi limiti di età per esercitare in pubblico le loro attività ministeriali e talvolta vengono collocati a risposo anche prima della scadenza del mandato per ragioni di salute fisica, mentale o di fede. Così avviene anche per i vescovi e cardinali che si ritirano per raggiunti limiti, e sappiamo che i posti da essi lasciati liberi vengono coperti da altri prelati più giovani, senza che nessuna interferenza o conflitto si sia mai verificato. Anche la funzione papale, che viene oggi affidata dal Conclave ad un sacerdote divenuto cardinale, risente dei limiti propri della mente umana, che, nonostante si avvalga di un eccezionale sostegno spirituale, continua ad esigere il controllo di una perfetta funzionalità cerebrale e fisica. Essendo però ogni Papa un essere vivente, composto di corpo e anima, in ragione della progressiva vetustità può essere soggetto a malanni la cui durata non sfugge alle regole biologiche. Il suo corpo ha bisogno di cibo, calore, cure mediche e si ammala e declina come quello di tutti gli altri.
Di fronte ai limiti del suo corpo che cosa può fare un Papa, se non adeguarsi alle regole dell’esistenza biologica ? Accetta con rassegnazione religiosa le regole della vita umana e si affida alla volontà di Dio, proclamando la verità che la sua mente sincera gli detta e affidandosi al Conclave, perché ridoni alla chiesa un altro servo della vigna del Signore ugualmente forte nello spirito ma più resistente nel corpo, per poter girare il mondo ed aiutare il popolo di Dio anche nelle regioni più lontane. E’ quindi saggio, oltre che funzionale, cedere il proprio “abbigliamento” di Princeps in favore di un collega più giovane.
Un’altra riflessione da fare consiste nel ricordare che nulla “di quanto abbiamo sulla terra” è importante rispetto a “quello che non vediamo” e fa capo a Dio. I Papi non sono star che hanno bisogno di applausi, venerazioni e sudditanze, ma come tutti gli uomini richiedono affetto, gratitudine, vicinanza e fraternità. La Chiesa per fortuna è guidata da persone intelligenti e ispirate da Dio, che non vogliono vivere sotto le luci della ribalta né possono attaccarsi ai privilegi delle poltrone: desiderano solo offrire un servizio per fede, quali umili servi nella vigna del Signore. Il Papa, anche oggi tra tante delusioni di una vita convulsa, ci ha dimostrato la sua fede, la sua sapienza e la sua umiltà, che lo rende un grande. Un plauso al mio Papa.
di Gennaro Iasevoli
I sacerdoti delle parrocchie hanno dei precisi limiti di età per esercitare in pubblico le loro attività ministeriali e talvolta vengono collocati a risposo anche prima della scadenza del mandato per ragioni di salute fisica, mentale o di fede. Così avviene anche per i vescovi e cardinali che si ritirano per raggiunti limiti, e sappiamo che i posti da essi lasciati liberi vengono coperti da altri prelati più giovani, senza che nessuna interferenza o conflitto si sia mai verificato. Anche la funzione papale, che viene oggi affidata dal Conclave ad un sacerdote divenuto cardinale, risente dei limiti propri della mente umana, che, nonostante si avvalga di un eccezionale sostegno spirituale, continua ad esigere il controllo di una perfetta funzionalità cerebrale e fisica. Essendo però ogni Papa un essere vivente, composto di corpo e anima, in ragione della progressiva vetustità può essere soggetto a malanni la cui durata non sfugge alle regole biologiche. Il suo corpo ha bisogno di cibo, calore, cure mediche e si ammala e declina come quello di tutti gli altri.
Di fronte ai limiti del suo corpo che cosa può fare un Papa, se non adeguarsi alle regole dell’esistenza biologica ? Accetta con rassegnazione religiosa le regole della vita umana e si affida alla volontà di Dio, proclamando la verità che la sua mente sincera gli detta e affidandosi al Conclave, perché ridoni alla chiesa un altro servo della vigna del Signore ugualmente forte nello spirito ma più resistente nel corpo, per poter girare il mondo ed aiutare il popolo di Dio anche nelle regioni più lontane. E’ quindi saggio, oltre che funzionale, cedere il proprio “abbigliamento” di Princeps in favore di un collega più giovane.
Un’altra riflessione da fare consiste nel ricordare che nulla “di quanto abbiamo sulla terra” è importante rispetto a “quello che non vediamo” e fa capo a Dio. I Papi non sono star che hanno bisogno di applausi, venerazioni e sudditanze, ma come tutti gli uomini richiedono affetto, gratitudine, vicinanza e fraternità. La Chiesa per fortuna è guidata da persone intelligenti e ispirate da Dio, che non vogliono vivere sotto le luci della ribalta né possono attaccarsi ai privilegi delle poltrone: desiderano solo offrire un servizio per fede, quali umili servi nella vigna del Signore. Il Papa, anche oggi tra tante delusioni di una vita convulsa, ci ha dimostrato la sua fede, la sua sapienza e la sua umiltà, che lo rende un grande. Un plauso al mio Papa.
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