Dalle pagine ingiallite alla memoria illimitata
Nel 3000 a.C. in Mesopotamia nasce la scrittura tra i Sumeri: i cosiddetti pittogrammi, disegni stilizzati rappresentazione di ogni oggetto del reale. Così per indicare una mandria si disegnava una testa bovina, per scrivere grano una spiga e così via. Siamo nel XXI secolo, eppure l’importanza della comunicazione è rimasta inalterata nel tempo, mentre tutto il resto scorre, per dirla alla Eraclito. Il primo libro stampato di cui rimane testimonianza è una copia del Sutra del Diamante buddhista, datata 848 d.C., o secondo una recente scoperta, un testo buddhista ancora più antico, datato 750-751 d.C e rinvenuto in una pagoda coreana. Qualunque esso sia, oggi siamo lontani anni luce da quella realtà, e passando per i falò impiegati dagli antichi Greci per comunicare o i segnali di fumo comunemente associati ai nativi americani, per la Biblioteca di Alessandria che preservava ogni libro posseduto da viandanti e commercianti, per il lavoro certosino dei frati amanuensi, per l’invenzione della scrittura a caratteri mobili di Gutenberg del 1450, arriviamo all’ebook.
In italiano libro elettronico, è un libro in formato digitale, ossia un file consultabile su appositi lettori digitali, computer, smartphone, tablet ecc. Un’innovazione, in linea con la forma mentis i-tech del nostro secolo, ma alquanto rivoluzionaria, e in quanto tale, portatrice di vantaggi e limiti. L’ebook è un oggetto eco-solidale, caratteristica non irrilevante di questi tempi, se si pensa che ogni anno il pianeta perde 14 milioni di ettari di copertura arborea e che la produzione di carta contribuisce alla deforestazione di circa il 20%, trasformando in pasta di cellulosa il 42% di tutto il legname prelevato a scopi industriali. La sua immaterialità comporta dei vantaggi per quanto riguarda la trasmissibilità, difatti un libro cartaceo una volta prodotto deve essere fornito alle cartolibrerie e librerie, con tutti i costi che ne derivano e i vari passaggi logistici; il libro elettronico invece si trasmette attraverso fibre ottiche, cavi ecc. ed in un secondo può essere visibile e consultabile da ogni parte del pianeta. Come i DVD hanno soppiantato i vecchi VHS per ovviare alla difficoltà di conservazione determinate dall’ingombro, alla stessa stregua gli ebook costituiscono un’alternativa alla conservazione dei libri, disponendo di una capienza che dipende esclusivamente dalla capacità del dispositivo da cui si visualizzano i file e non dalle dimensioni della libreria. Inoltre ci troviamo innanzi ad uno scritto pressoché imperituro, non soggetto all’usura del tempo, al contrario della carta, in cui la leggibilità di un testo diminuisce inesorabilmente col trascorrere degli anni, essendo composta per la maggior parte da cellulosa, materiale soggetto alla decomposizione.
E’ stato dimostrato come l’ebook stia favorendo lo sviluppo del self-pubblishing, la nuova frontiera per scrittori in erba e professionisti, che tuttavia potrebbe mettere a rischio il mondo dell’editoria. Sebbene, dunque, l’ebook fornisca un’informazione più rapida e efficiente, le conseguenze possono essere anche negative, dalla pirateria, ormai amaramente conosciuta nel campo musicale, che viola copyright e depaupera i guadagni degli autori, alle complicanze nell’usufruire su più dispositivi del medesimo “libro” o all’impossibilità di effettuare il semplice “scambio di libri” o “prestito” ad un amico. Se impiegato nelle scuole, potrebbe risolvere definitivamente il problema del peso degli zaini, introducendo un dispositivo pratico, leggero e maneggevole in sostituzione al cartaceo. C’è da considerare poi i fastidi alla vista che il display retroilluminato può causare in caso di un utilizzo assiduo.
Dunque potrà mai sostituire questo valido, quanto dibattuto strumento le emozioni che suscitano anche la sola visione di una copertina o la serie di sensazioni che precedono l’approccio alla lettura, come l’odore della cellulosa o quello dell’inchiostro? Sarà in grado il segnalibro virtuale, sicuramente abile ad assolvere il proprio compito, di sopravvivere a diverse letture passando da un romanzo ad un thriller Cosa sceglieremo tra il fragore delle pagine ingiallite piene di memorie e la memoria di un libro virtuale rapido e incorruttibile? Ai posteri l’ardua sentenza.
di Mariateresa Riola
Nel 3000 a.C. in Mesopotamia nasce la scrittura tra i Sumeri: i cosiddetti pittogrammi, disegni stilizzati rappresentazione di ogni oggetto del reale. Così per indicare una mandria si disegnava una testa bovina, per scrivere grano una spiga e così via. Siamo nel XXI secolo, eppure l’importanza della comunicazione è rimasta inalterata nel tempo, mentre tutto il resto scorre, per dirla alla Eraclito. Il primo libro stampato di cui rimane testimonianza è una copia del Sutra del Diamante buddhista, datata 848 d.C., o secondo una recente scoperta, un testo buddhista ancora più antico, datato 750-751 d.C e rinvenuto in una pagoda coreana. Qualunque esso sia, oggi siamo lontani anni luce da quella realtà, e passando per i falò impiegati dagli antichi Greci per comunicare o i segnali di fumo comunemente associati ai nativi americani, per la Biblioteca di Alessandria che preservava ogni libro posseduto da viandanti e commercianti, per il lavoro certosino dei frati amanuensi, per l’invenzione della scrittura a caratteri mobili di Gutenberg del 1450, arriviamo all’ebook.
In italiano libro elettronico, è un libro in formato digitale, ossia un file consultabile su appositi lettori digitali, computer, smartphone, tablet ecc. Un’innovazione, in linea con la forma mentis i-tech del nostro secolo, ma alquanto rivoluzionaria, e in quanto tale, portatrice di vantaggi e limiti. L’ebook è un oggetto eco-solidale, caratteristica non irrilevante di questi tempi, se si pensa che ogni anno il pianeta perde 14 milioni di ettari di copertura arborea e che la produzione di carta contribuisce alla deforestazione di circa il 20%, trasformando in pasta di cellulosa il 42% di tutto il legname prelevato a scopi industriali. La sua immaterialità comporta dei vantaggi per quanto riguarda la trasmissibilità, difatti un libro cartaceo una volta prodotto deve essere fornito alle cartolibrerie e librerie, con tutti i costi che ne derivano e i vari passaggi logistici; il libro elettronico invece si trasmette attraverso fibre ottiche, cavi ecc. ed in un secondo può essere visibile e consultabile da ogni parte del pianeta. Come i DVD hanno soppiantato i vecchi VHS per ovviare alla difficoltà di conservazione determinate dall’ingombro, alla stessa stregua gli ebook costituiscono un’alternativa alla conservazione dei libri, disponendo di una capienza che dipende esclusivamente dalla capacità del dispositivo da cui si visualizzano i file e non dalle dimensioni della libreria. Inoltre ci troviamo innanzi ad uno scritto pressoché imperituro, non soggetto all’usura del tempo, al contrario della carta, in cui la leggibilità di un testo diminuisce inesorabilmente col trascorrere degli anni, essendo composta per la maggior parte da cellulosa, materiale soggetto alla decomposizione.
E’ stato dimostrato come l’ebook stia favorendo lo sviluppo del self-pubblishing, la nuova frontiera per scrittori in erba e professionisti, che tuttavia potrebbe mettere a rischio il mondo dell’editoria. Sebbene, dunque, l’ebook fornisca un’informazione più rapida e efficiente, le conseguenze possono essere anche negative, dalla pirateria, ormai amaramente conosciuta nel campo musicale, che viola copyright e depaupera i guadagni degli autori, alle complicanze nell’usufruire su più dispositivi del medesimo “libro” o all’impossibilità di effettuare il semplice “scambio di libri” o “prestito” ad un amico. Se impiegato nelle scuole, potrebbe risolvere definitivamente il problema del peso degli zaini, introducendo un dispositivo pratico, leggero e maneggevole in sostituzione al cartaceo. C’è da considerare poi i fastidi alla vista che il display retroilluminato può causare in caso di un utilizzo assiduo.
Dunque potrà mai sostituire questo valido, quanto dibattuto strumento le emozioni che suscitano anche la sola visione di una copertina o la serie di sensazioni che precedono l’approccio alla lettura, come l’odore della cellulosa o quello dell’inchiostro? Sarà in grado il segnalibro virtuale, sicuramente abile ad assolvere il proprio compito, di sopravvivere a diverse letture passando da un romanzo ad un thriller Cosa sceglieremo tra il fragore delle pagine ingiallite piene di memorie e la memoria di un libro virtuale rapido e incorruttibile? Ai posteri l’ardua sentenza.
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Sono presenti 2 commenti
Non credo ci potrà essere una sostituzione. Interessante articolo. Grazie Federica Leva di averlo postato. Così ho potuto vederlo ^_^
Riguardo alla frase : "C’è da considerare poi i fastidi alla vista che il display retroilluminato può causare in caso di un utilizzo assiduo", attenzione perchè gli e-reader ad inchiostro elettronico (e-ink), tipo Kobo o Kindle, o come quello mostrato nella foto a corredo dell'articolo, non presentano questo problema.
La vera e-lettura è sul e-ink!
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