Prima di lui a sedere sulla stessa poltrona erano stati due nomi ingombranti, Saadi e Mohamed Gheddafi. Ora rifugiato in Niger, Saadi è rimasto in particolare impresso nella mente degli appassionati di calcio per i suoi trascorsi nella serie A italiana. Ma da due giorni, alla guida della Federazione libica di calcio siede Anwar Al Tashani. 

Misna - Avvocato di professione, alle sue spalle un’esperienza con l’Attahadi, club calcistico di Bengasi, nell’est della Libia, Tashani avrà il compito di portare la rivoluzione del 2011 nel calcio. Durante il regime di Muammar Gheddafi il calcio, contrariamente ad altri sport, non era stato vietato, ma regole ferree regolavano lo svolgimento dei campionati. Una su tutte riguardava l’impossibilità per cronisti e tifosi di conoscere i nomi dei giocatori in campo che venivano semplicemente indicati con il numero di maglia. Il timore era che perfino nello sport potessero emergere personalità popolari in grado di offuscare l’immagine di Gheddafi.

In Libia si sarebbe dovuta tenere l’ultima edizione della Coppa d’Africa per nazioni poi ospitata in Sudafrica. Tashani dovrà far ripartire campionato e nazionale, restituendo i nomi ai giocatori e lo sport ai libici.