I dati raccolti dai satelliti e i calcoli effettuati dagli esperti sono stati incrociati: l’identikit del meteorite esploso sopra gli Urali è pronto.
Youreporternews - Il corpo celeste aveva un diametro di circa 15 metri, un oggetto relativamente piccolo, ma pesante dalle 7 alle 10 mila tonnellate. Il meteorite viaggiava a una velocità di circa 18 chilometri al secondo, pari a 64mila chilometri orari, quando ha “cozzato” contro l’atmosfera terrestre. In una fascia compresa tra i 10 e i 20 chilometri di distanza dal suolo la roccia è esplosa, provocando l’intenso bagliore e il boato. Date le limitate dimensioni, a terra è arrivata solo l’onda d’urto, quello spostamento d’aria che ha infranto vetri e cristalli nelle sei città più prossime al punto dell’esplosione. Secondo gli studiosi dell’università di Pisa e del gruppo di ricerca NeoDys, che si occupa di calcolare le orbite degli asteroidi la cui traiettoria è prossima alla Terra, se il meteorite fosse stato più grande l’esplosione si sarebbe verificata più vicina al suolo. Tale ipotesi avrebbe previsto conseguenze ben più gravi rispetto a quelle riscontrate: le fiamme provocate avrebbero raggiunto la Terra, menttendo in serio pericolo la popolazione. Un evento simile, ricordano gli esperti, si verificò durante l’impatto a Tunguska, quando una vastissima area forestale venne ridotta in cenere.
Dagli osservatori e dai centri di ricerca, arriva l’appello degli studiosi di mettere appunto un sistema preciso, che permetta di monitorare oggetti celesti di piccole dimensioni e che riesca a prevedere eventuali collisioni con la Terra.
Youreporternews - Il corpo celeste aveva un diametro di circa 15 metri, un oggetto relativamente piccolo, ma pesante dalle 7 alle 10 mila tonnellate. Il meteorite viaggiava a una velocità di circa 18 chilometri al secondo, pari a 64mila chilometri orari, quando ha “cozzato” contro l’atmosfera terrestre. In una fascia compresa tra i 10 e i 20 chilometri di distanza dal suolo la roccia è esplosa, provocando l’intenso bagliore e il boato. Date le limitate dimensioni, a terra è arrivata solo l’onda d’urto, quello spostamento d’aria che ha infranto vetri e cristalli nelle sei città più prossime al punto dell’esplosione. Secondo gli studiosi dell’università di Pisa e del gruppo di ricerca NeoDys, che si occupa di calcolare le orbite degli asteroidi la cui traiettoria è prossima alla Terra, se il meteorite fosse stato più grande l’esplosione si sarebbe verificata più vicina al suolo. Tale ipotesi avrebbe previsto conseguenze ben più gravi rispetto a quelle riscontrate: le fiamme provocate avrebbero raggiunto la Terra, menttendo in serio pericolo la popolazione. Un evento simile, ricordano gli esperti, si verificò durante l’impatto a Tunguska, quando una vastissima area forestale venne ridotta in cenere.
Dagli osservatori e dai centri di ricerca, arriva l’appello degli studiosi di mettere appunto un sistema preciso, che permetta di monitorare oggetti celesti di piccole dimensioni e che riesca a prevedere eventuali collisioni con la Terra.
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