Non conosce ostacoli l’aumento della disoccupazione in Italia. A dicembre 2012, il numero dei senza lavoro è stato a 2 milioni 875mila, in lieve aumento. In un anno, si sono persi 470 mila posti.
Radio Vaticana - La crescita dei senza lavoro è il riflesso più evidente della crisi. A dicembre il tasso di disoccupazione è salito all'11,2%, il livello più alto dal primo trimestre del 1999. La rilevazione è dell'Istat che sottolinea come il tasso sia cresciuto dello 0,1% rispetto a novembre e di 1,8 punti nei dodici mesi. Insomma, l’emorragia di posti è lenta ma costante e per ora non si vede un’inversione di tendenza. Il dato italiano comunque è inferiore è quello europeo, che fa registrare una disoccupazione all’11.7%, stabile rispetto a un mese fa. A livello nazionale scende invece, seppur di poco, il numero dei giovani inoccupati: dal 36.8 di novembre al 36.6 di dicembre. Numeri elevati che sembrano scoraggiare tanti giovani dall’iscriversi all’Università. In dieci anni, infatti, ci sono state 50mila iscrizioni in meno. Va però fatto notare che la situazione è differente a livello territoriale e vi sono Università come la Cattolica di Milano che continuano a vedere nuovi iscritti.
A cambiare negli anni sono state sicuramente le aspettative dei laureati, come dice Giancarlo Rovati, direttore del Dipartimento di Sociologia: “Forse, sono anche le aspettative eccessivamente alte degli studenti che possono creare dei problemi di scoraggiamento. Quando 30 anni fa ci si laureava, il numero dei laureati era assolutamente più ridotto e soprattutto le prospettive di carriera erano più immediate. Oggi, molte aziende assumono laureati per svolgere mansioni che un tempo svolgevano i diplomati”. A cinque anni dal titolo di studio, un laureato oggi guadagna in media 1250 euro al mese.
Radio Vaticana - La crescita dei senza lavoro è il riflesso più evidente della crisi. A dicembre il tasso di disoccupazione è salito all'11,2%, il livello più alto dal primo trimestre del 1999. La rilevazione è dell'Istat che sottolinea come il tasso sia cresciuto dello 0,1% rispetto a novembre e di 1,8 punti nei dodici mesi. Insomma, l’emorragia di posti è lenta ma costante e per ora non si vede un’inversione di tendenza. Il dato italiano comunque è inferiore è quello europeo, che fa registrare una disoccupazione all’11.7%, stabile rispetto a un mese fa. A livello nazionale scende invece, seppur di poco, il numero dei giovani inoccupati: dal 36.8 di novembre al 36.6 di dicembre. Numeri elevati che sembrano scoraggiare tanti giovani dall’iscriversi all’Università. In dieci anni, infatti, ci sono state 50mila iscrizioni in meno. Va però fatto notare che la situazione è differente a livello territoriale e vi sono Università come la Cattolica di Milano che continuano a vedere nuovi iscritti.
A cambiare negli anni sono state sicuramente le aspettative dei laureati, come dice Giancarlo Rovati, direttore del Dipartimento di Sociologia: “Forse, sono anche le aspettative eccessivamente alte degli studenti che possono creare dei problemi di scoraggiamento. Quando 30 anni fa ci si laureava, il numero dei laureati era assolutamente più ridotto e soprattutto le prospettive di carriera erano più immediate. Oggi, molte aziende assumono laureati per svolgere mansioni che un tempo svolgevano i diplomati”. A cinque anni dal titolo di studio, un laureato oggi guadagna in media 1250 euro al mese.
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