A distanza di due anni dal discorso di Barack Obama sul piano nazionale strategico imperniato sul Wi-Fi, che dovrebbe ridurre il deficit americano di circa 10 miliardi di dollari, non si sente più alcuna voce in merito
di Angelica Lo Duca
Che la tecnologia fosse una delle perle d’oro dei mercati mondiali si sapeva da tempo, ma che arrivasse addirittura a ridurre il deficit americano di 10 miliardi di dollari è davvero un’americanata. Due anni fa, infatti, Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, presentò il piano nazionale sull’estensione dell’uso del Wi-Fi anche nelle zone americane dove attualmente non arriva. Il progetto presentato dovrebbe avere una durata di dieci anni (di cui due sono già passati) e, secondo le previsioni presentate, ridurrà il deficit americano di 10 miliardi di dollari. Ma in cosa consiste questo programma? Vediamone in dettaglio i principali aspetti.
In primo luogo, quando parla di Wi-Fi Obama non intende la rete wireless cui siamo abituati a collegarci a casa oppure al lavoro, attraverso l’opportuna scheda wireless del nostro computer o dispositivo mobile. Né tanto meno si parla di una rete gratuita, estesa su tutto il territorio. Si tratta invece della rete 4G, che viaggia sulle linee cellulari e che, ovviamente, è a pagamento. L’obiettivo di questo progetto ambizioso sarà dunque quello di potenziare ed estendere la rete Wi-Fi anche alle zone degli Stati Uniti che attualmente non sono coperte, passando dalla copertura attuale del 95% a quella del 98%. Questo aumentopermetterà di raggiungere anche i 9,2 milioni di americani che attualmente non possono sfruttare i benefici di questo tipo di rete.
Da dove prenderà i finanziamenti Obama? La ricerca dei finanziamenti partirà mettendo all’asta 500 MHz dello spettro wireless, e ciò gli permetterà di raccogliere 27.8 miliardi di dollari. Di questi 500 MHz, 200 saranno ricavati dallo spettro inutilizzato mentre i rimanenti 300 saranno ricavati mettendo all’asta lo spettro venduto alle compagnie televisive ma che esse attualmente non utilizzano. Lo spettro così ricavato potrà essere venduto alle compagnie telefoniche, come Verizon Wireless o AT&T, mentre un piccolo spazio sarà riservato ad usi che non prevedono la licenza.
Un’altra sorgente di fondi proverrà dall’Universal Service Fund (USF), che attualmente investe 4,3 miliardi di dollari all’anno nella comunicazione via terra. Nel progetto del presidente, l’USF sposterà i suoi investimenti dalle linee di terra alla comunicazione Wi-Fi, in modo da guadagnare 30/40 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. Di tutti i finanziamenti ricavati, circa 3 miliardi di dollari verranno investiti nella ricerca, in particolare in tecnologie e applicazioni wireless. Il piano proposto del presidente è molto promettente, ma a distanza di due anni nessuno ne parla più. Sarà forse stata una delle tante promesse elettorali oppure davvero si sta facendo qualcosa? E chi né trarrà veramente beneficio? Le compagnie telefoniche? I cittadini? Lo Stato americano? O tutti, come ci aspetteremmo in un Paese democratico come l’America? Ai posteri l’ardua sentenza.
di Angelica Lo Duca
Che la tecnologia fosse una delle perle d’oro dei mercati mondiali si sapeva da tempo, ma che arrivasse addirittura a ridurre il deficit americano di 10 miliardi di dollari è davvero un’americanata. Due anni fa, infatti, Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, presentò il piano nazionale sull’estensione dell’uso del Wi-Fi anche nelle zone americane dove attualmente non arriva. Il progetto presentato dovrebbe avere una durata di dieci anni (di cui due sono già passati) e, secondo le previsioni presentate, ridurrà il deficit americano di 10 miliardi di dollari. Ma in cosa consiste questo programma? Vediamone in dettaglio i principali aspetti.
In primo luogo, quando parla di Wi-Fi Obama non intende la rete wireless cui siamo abituati a collegarci a casa oppure al lavoro, attraverso l’opportuna scheda wireless del nostro computer o dispositivo mobile. Né tanto meno si parla di una rete gratuita, estesa su tutto il territorio. Si tratta invece della rete 4G, che viaggia sulle linee cellulari e che, ovviamente, è a pagamento. L’obiettivo di questo progetto ambizioso sarà dunque quello di potenziare ed estendere la rete Wi-Fi anche alle zone degli Stati Uniti che attualmente non sono coperte, passando dalla copertura attuale del 95% a quella del 98%. Questo aumentopermetterà di raggiungere anche i 9,2 milioni di americani che attualmente non possono sfruttare i benefici di questo tipo di rete.
Da dove prenderà i finanziamenti Obama? La ricerca dei finanziamenti partirà mettendo all’asta 500 MHz dello spettro wireless, e ciò gli permetterà di raccogliere 27.8 miliardi di dollari. Di questi 500 MHz, 200 saranno ricavati dallo spettro inutilizzato mentre i rimanenti 300 saranno ricavati mettendo all’asta lo spettro venduto alle compagnie televisive ma che esse attualmente non utilizzano. Lo spettro così ricavato potrà essere venduto alle compagnie telefoniche, come Verizon Wireless o AT&T, mentre un piccolo spazio sarà riservato ad usi che non prevedono la licenza.
Un’altra sorgente di fondi proverrà dall’Universal Service Fund (USF), che attualmente investe 4,3 miliardi di dollari all’anno nella comunicazione via terra. Nel progetto del presidente, l’USF sposterà i suoi investimenti dalle linee di terra alla comunicazione Wi-Fi, in modo da guadagnare 30/40 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. Di tutti i finanziamenti ricavati, circa 3 miliardi di dollari verranno investiti nella ricerca, in particolare in tecnologie e applicazioni wireless. Il piano proposto del presidente è molto promettente, ma a distanza di due anni nessuno ne parla più. Sarà forse stata una delle tante promesse elettorali oppure davvero si sta facendo qualcosa? E chi né trarrà veramente beneficio? Le compagnie telefoniche? I cittadini? Lo Stato americano? O tutti, come ci aspetteremmo in un Paese democratico come l’America? Ai posteri l’ardua sentenza.
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