giovedì, febbraio 07, 2013
Nel suo libro (Edizioni Insieme) Melania Stefani ne traccia una straordinaria biografia-testimonianza

di Carlo Mafera

Conobbi Padre Vanzan al corso di teologia per laici nel lontano 2006 e mi ricordo ancora le sue lezioni di dottrina sociale della Chiesa. La sua fronte aperta, costruita per il pensiero, era la sede di una imperturbabile serenità e gioia; il discorso più ricco di pensiero fluiva dalle sue labbra; aveva sempre pronto lo scherzo, l'arguzia e l'umorismo, e la sua lezione erudita aveva sempre un andamento divertente, anche se già si avvertiva una vena melanconica nel suo sguardo, perché era consapevole dei problemi cardiaci che lo avrebbero portato a lasciare la sua missione su questa terra, missione di cui era follemente “innamorato”: quella di far conoscere e portare Cristo a tutti.

Giornalista, scrittore, insegnante, coordinatore di esercizi spirituali, redattore de “La Civiltà Cattolica” e tanto altro: questo era Padre Vanzan, che, sia pure definito bonariamente “Padrello”, fu un grande testimone della carità intellettuale nell’Italia del XX secolo. Lasciò delle tracce indelebili nelle coscienze di tante persone, tanto che queste hanno desiderato fortemente testimoniare le loro storie, che per l’appunto sono state raccolte da una figlia spirituale di Padre Vanzan, a lui particolarmente devota: Melania Stefani. Sembra che da lassù il “Padrello” l’abbia incaricata di raccogliere tutte le testimonianze che Piersandro Vanzan aveva suscitato con il suo infaticabile apostolato intellettuale.

Ecco, il vero sacerdote si riconosce dal suo testamento spirituale, da ciò che lascia dopo essere salito alla Casa del Padre. Egli infatti, oltre ai suoi straordinari scritti sui temi più disparati e urgenti della Chiesa come la formazione, il ruolo e la santità dei laici, della donna, il dialogo interreligioso, l’amicizia con gli ebrei, ha scritto ancora più incisivamente nei cuori delle persone, ed è questo che rende grande un uomo e ancor più un sacerdote. Leggendo il libro di Melania Stefani si ha l’impressione di assistere ad una grande convocazione, una sorta di misteriosa chiamata all’appello di coloro che lo hanno conosciuto e amato per le sue doti umane e cristiane. L’autrice si è resa così interprete di questa forte spinta dal basso di tanti amici di Padre Vanzan, che volevano condividere una preziosa ed enorme eredità spirituale, che si può condensare in due semplici frasi di Piersandro: “Dio scrive dritto anche sulle righe storte” e “Finché qualcuno è in grado di spendersi per gli altri c’è una luce accesa per tutti”. E così Melania Stefani ha raccolto con pazienza certosina, da precisa segretaria quale è anche nella vita lavorativa, le tante manifestazioni di gratitudine nei confronti del “Padrello”, che in tal modo diventa anche da lassù un testimone ed un esempio da imitare proprio in quest’anno dedicato alla fede.

Per esemplificare la grandezza di questo sacerdote mi piace estrapolare quanto ha detto Padre Castelli in ‘Vita Pastorale’ n.11 del 2011: “Aperto ai segni dei tempi come scrittore, padre Vanzan si è distinto per la sua attenzione ai segni dei tempi. I suoi interventi avevano il timbro dell'attualità. Radicato nello spirito del Concilio, ha ribadito l'urgenza di coinvolgersi nella storia per costruirla cristianamente e svilupparne le istanze evangeliche, spesso nascoste o indirettamente suggerite. Ciò lo portava a interessarsi di politica, di sviluppo economico e ambientale, di scienza, di sanità, di pedagogia”. Melania Stefani riporta questo passaggio e aggiunge: “Quando qualche argomento o progetto lo entusiasmava, sembrava che il volto s’illuminasse. Si metteva immediatamente in azione e si adoperava affinché l’obiettivo fosse realizzato bene e possibilmente in tempi rapidi. Per lui ‘lavorare’ era quasi un’esigenza dello spirito. Pronunciato da lui, questo verbo assumeva un significato nobile, come un’attività inserita in un contesto generale in cui tutto coopera per il bene di tutti”. Ho voluto mettere in evidenza in conclusione questo particolare tipo di testimonianza positiva per opporla a quella negativa che purtroppo alligna attualmente in Italia caratterizzata da pigrizia intellettuale e deresponsabilizzazione. E invece è ancora possibile vivere “L’Amore Altro e tutt’Altro”, di cui spesso Piersandro amava parlare.

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Padre Vanzan è stato per me ad un tempo un padre spirituale e un fratello maggiore. Lo rimpiango infinitamente.

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