Sarebbero “centinaia” i combattenti tuareg e islamisti uccisi durante l’offensiva francese in Mali cominciata l’11 gennaio: lo ha detto il ministro della Difesa di Parigi Jean-Yves Le Drian, mentre a Bruxelles si discuteva di un possibile passaggio sotto egida Onu di una missione militare per ora formalmente a guida africana.
Misna - Secondo Le Drian, i combattenti tuareg e islamisti sono stati uccisi nel corso di raid dell’aviazione francese o in scontri di terra avvenuti nei pressi delle città di Konna e Gao. Il ministro ha sostenuto che i “gruppi terroristici” hanno subito “danni gravi” e che i caccia di Parigi stanno continuando a bombardare postazioni situate nelle zone montagnose del nord al confine con l’Algeria e il Niger. Le dichiarazioni di Le Drian sono state rilasciate mentre a Bruxelles rappresentanti dell’Onu, della Banca mondiale, dell’Unione Africana, della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale edell’Unione Europea discutevano dei problemi legati alla missione militare in Mali. Dell’ipotesi di una trasformazione della Missione internazionale a guida africana di sostegno al Mali (Misma/Afisma) in un impegno coordinato dall’Onu ha parlato anche il ministro degli Esteri di Bamako. “Passare sotto l’autorità delle Nazioni Unite permetterebbe di reperire i mezzi” ha detto Tiéman Coulibaly, in riferimento anche agli aspetti finanziari dell’impegno militare. A oggi i soldati africani intervenuti in Mali contro i gruppi armati che dall’anno scorso controllavano il nord del paese sono circa 3800. Ieri un diplomatico dell’Onu ha detto che il Consiglio di sicurezza potrebbe aspettare la fine di febbraio per adottare una risoluzione che definisca il mandato di una missione di peacekeeping delle Nazioni Unite. Sempre ieri il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha sostenuto che Parigi ipotizza di ridurre la sua presenza militare in Mali a partire da marzo.
Misna - Secondo Le Drian, i combattenti tuareg e islamisti sono stati uccisi nel corso di raid dell’aviazione francese o in scontri di terra avvenuti nei pressi delle città di Konna e Gao. Il ministro ha sostenuto che i “gruppi terroristici” hanno subito “danni gravi” e che i caccia di Parigi stanno continuando a bombardare postazioni situate nelle zone montagnose del nord al confine con l’Algeria e il Niger. Le dichiarazioni di Le Drian sono state rilasciate mentre a Bruxelles rappresentanti dell’Onu, della Banca mondiale, dell’Unione Africana, della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale edell’Unione Europea discutevano dei problemi legati alla missione militare in Mali. Dell’ipotesi di una trasformazione della Missione internazionale a guida africana di sostegno al Mali (Misma/Afisma) in un impegno coordinato dall’Onu ha parlato anche il ministro degli Esteri di Bamako. “Passare sotto l’autorità delle Nazioni Unite permetterebbe di reperire i mezzi” ha detto Tiéman Coulibaly, in riferimento anche agli aspetti finanziari dell’impegno militare. A oggi i soldati africani intervenuti in Mali contro i gruppi armati che dall’anno scorso controllavano il nord del paese sono circa 3800. Ieri un diplomatico dell’Onu ha detto che il Consiglio di sicurezza potrebbe aspettare la fine di febbraio per adottare una risoluzione che definisca il mandato di una missione di peacekeeping delle Nazioni Unite. Sempre ieri il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha sostenuto che Parigi ipotizza di ridurre la sua presenza militare in Mali a partire da marzo.
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