lunedì, febbraio 18, 2013
Negli ultimi sei mesi il conflitto in Siria si è trasformato sempre di più in un conflitto civile e settario, si è radicalizzato e militarizzato anche a causa della crescente presenza di combattenti stranieri.  

Misna - A pagarne le conseguenze è stata in primo luogo la popolazione civile mentre, benché in misura diversa, sia le forze governative che quelle ribelli si sono macchiate di crimini di guerra e crimini contro l’umanità: sono le prime conclusioni della Commissione d’inchiesta dell’Onu sul conflito in corso nel paese. Guidata da Paulo Pinheiro e dall’ex procuratore del Tribunale per l’ex Jugoslavia, Carla del Ponte, la Commissione ha riferito oggi a Ginevra i risultati del suo lavoro sottolineando le conseguenze del conflitto sul piano umanitario: “La dinamica distruttiva della guerra civile ha avuto un impatto non soltanto sulla popolazione, ma anche sul tessuto sociale, a danno delle generazioni future, e minaccia la pace e la sicurezza dell’intera regione”. Sia i ribelli che le forze governative, ha avvertito la Commissione, “continuano a mettere in pericolo la popolazione posizionando obiettivi militari all’interno di zone civili”.

Nel fine settimana, è stato invece l’inviato di Onu e Lega Araba, Lakhdar Brahimi, a chiedere alle parti colloqui per una soluzione politica e al governo siriano una “delegazione accettabile” incaricata di intavolare le trattative. Secondo Brahimi, la recente posizione espressa da Mouaz Al Khatib, leader della Coalizione nazionale siriana, “ha aperto la porta” a prospettive nuove. Al Khatib ha in particolare chiesto che sia l’attuale vice-presidente Farouq Al Sharaa a guidare i negoziati mentre per Assad si aprirebbero le porte dell’esilio.

Intanto, con un video diffuso lo scorso sabato, i ribelli hanno sostenuto che combattenti di Hezbollah sono entrati in territorio siriano attaccando tre villaggi della zona di Qusayr, nella provincia di Homs. La notizia non è stata confermata da fonti indipendenti ed è stata smentita dal segretario generale del movimento libanese, Sayyed Hassan Nasrallah. Hezbollah ha però riferito dell’uccisione di tre sciiti libanesi avvenuta in scontri in Siria.


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