L’intervento di Crozza divide l’Ariston. Littizzetto schiacciata dalla par condicio. Poco conosciuti i primi 7 big in gara. Questa sera arrivano i Modà, Malika Ayane ed Elio e Le Storie Tese. Attesa per la top model Bar Refaeli e per Carla Bruni.
di Cristina Bianchino
Un festival un po’ sottotono. In fondo gli organizzatori avevano già messo le mani avanti, parlando di clima di austerity per questa edizione. Gli ascolti però lo hanno premiato: 47,60 per cento di share e oltre 14 milioni di telespettatori nella prima parte, quella che conteneva anche il discusso intervento di Maurizio Crozza. La seconda parte è stata vista da poco più di 8 milioni di persone con i1 53,54 per cento di share. Non male, ma comunque meno della scorsa edizione firmata Gianni Morandi. La partenza con il “Va pensiero” è suggestiva, nonostante evochi scenari un po’ tetri. Poi arriva il ciclone Littizzetto a bordo di una carrozza trainata da cavalli, come quella di Cenerentola, anche se quella che scende dal cocchio, più che una principessa, sembra una delle sorellastre. Lo stesso Fazio la definisce un misto tra “Cenerentola e Crudelia De Mon”. Ma è il suo personaggio e lei sfoggia il repertorio delle grandi occasioni: sempre dissacrante, dispettosa, pungente, forse solo un po’ persa tra la censura Rai e il rigido regolamento della par condicio. Alcune battutine appaiono forzate, così come il solito tandem di “Che tempo che fa” tra i due: “Ma sei scema?”, “Ma che sei cretino?”. La sensazione è che la sua proverbiale verve sia quasi fuori luogo nel contesto festivaliero. Dissacrare va bene, e infatti è divertente quando smonta lo strascico dell’abito; lo è meno con le battute già sentite. Forse Lucianina riesce a dare il suo meglio a piccole dosi: diluita nei lunghi tempi sanremesi la sua comicità sembra annacquata e i suoi gridolini, altrove simpatici, qui finiscono per renderla quanto meno sguaiata. Eppure, quando si affranca dal ruolo stereotipato, ecco che torna a divertirci: “Come cocchiere ho un esodato della Fornero”, dice scendendo dalla carrozza.
Ma è con Maurizio Crozza che il Festival ha il suo primo grande scossone. Il comico entra in scena imitando Berlusconi, con tanto di parrucca, come nell’ultima puntata di Ballarò con il suo “Ma che figata”. Dalla platea arrivano le prime contestazioni: “No politica a Sanremo”, grida qualcuno. E poi i “buuu”, con il pubblico che si infiamma. Il momento è imbarazzante. Crozza annaspa di fronte ad un Ariston diviso: difficile che siano stati solo due i contestatori. Probabile che un paio di “scatenati” abbiano trascinato i molti che non aspettavano altro che di poter urlare la propria disapprovazione. Belle signore in abito da sera, che mai si sarebbero sognate di contestare a voce alta, hanno dunque vinto la timidezza grazie a qualche trascinatore. Dire alla platea che si trattava solo di due “cavalli pazzi”, come ha precisato Fazio, vuol dire prendere in giro l’intelligenza del pubblico. Le urla erano un po’ troppo forti e variegate per credere che partissero da due soli individui. Si sentivano chiaramente anche voci di donna e da più parti del teatro. Insomma, un Ariston lacerato, con una parte del pubblico che urlava e un’altra che applaudiva.
Crozza perde la favella e la salivazione di fronte ad una platea imbestialita. Uno o due contestatori non potevano fermarlo. Mezzo teatro sì, però. Consoliamoci con alcune battute veramente divertenti, come quasi tutte quelle su Ingroia: “Lei ha voglia di fare politica? Ma direi più un languorino…”. L’intervento prosegue all’insegna dalla par condicio, con Bersani, Montezemolo e la lista Monti. Al temine del lungo intervento (più di mezz’ora) parte un forte applauso della sala e ancora qualche contestazione: ma come? Gli unici due disturbatori non erano usciti dal teatro? A quanto pare, non erano solo in due…
Al di là delle contestazioni, lo spazio di Crozza non ha brillato come ci aspettavamo: colpa forse di troppa esposizione mediatica. A Sanremo vogliamo sempre sorprese; lui invece ha riproposto il solito repertorio degli ultimi tempi che, nella cornice del Festival, è apparso sbiadito.
Il Sanremo di Fabio Fazio segue una sua linea precisa (il team di autori è quello di “Che tempo che fa”) e tra i suoi ospiti c’è anche l’annunciata coppia gay: parlano poeticamente attraverso cartelli scritti e raccontano la loro storia che culminerà con il matrimonio “ma a New York, perché le leggi di questo paese non ce lo lasciano fare”. Un inno all’amore. Un momento tenero e garbato, in barba a quanti temevano baci in bocca e cadute di tono. Un intervento per smuovere gli animi senza strattonarli.
L’altro ospite atteso è Toto Cutugno che propone un’insolita versione de “L’italiano”, accompagnato nientemeno che dal coro dell’Armata Rossa. Momento suggestivo che regala al festival una bella emozione, peccato sia andato in onda dopo mezzanotte.
Il Festival di Fazio è stato ricco di ospiti, alcuni memorabili, altri meno efficaci, come Felix Baumgartner, il recordman austriaco che il 14 ottobre scorso si è lanciato dalla stratosfera, a 40mila metri dal suolo. È successo quattro mesi fa, in molti l’avevano probabilmente dimenticato e ieri sera sul palco si sentiva il bisogno di un ospite che riempisse la scena. Ma non si può sempre avere Celentano.
E naturalmente la musica.
La promessa di dare più spazio ai cantanti è stata rispettata: due canzoni per ogni artista hanno consentito al pubblico di apprezzare di più le sfaccettature dei cantanti, anche se hanno inevitabilmente appesantito il ritmo della competizione. Sette i big in gara ieri sera: Marco Mengoni, Raphael Gualazzi, Daniele Silvestri, la coppia Simona Molinari e Peter Cincotti, il gruppo Marta sui Tubi, Maria Nazionale e Chiara Galiazzo. Prematuro dare giudizi dopo il primo ascolto. Una conferma Raphael Gualazzi, e anche Daniele Silvestri. Ardita la scelta del neomelodico dichiarato con Maria Nazionale. Brava Chiara, la giovane vincitrice di X Factor.
Stasera sul palco gli atri sette big in gara, sempre con due brani ciascuno. Vedremo i Modà, Max Gazzé, Malika Ayane, Almamegretta, Simone Cristicchi, Annalisa Scarrone, Elio e le Storie Tese. Tutti nomi che, rispetto a ieri sera, sono sicuramente più conosciuti al grande pubblico e, per alcuni di loro in particolare, c’è grande aspettativa. Sarà anche la volta della prima super valletta, la bellissima Bar Refaeli, famosa soprattutto per essere stata l’ex fidanzata di Leonardo Di Caprio. Sul palco dell’Ariston tornerà anche Carla Bruni, che prima dovrebbe cimentarsi in un duetto musicale con Luciana Littizzetto e poi ci delizierà con una nuova canzone del suo album in uscita. Non vediamo l’ora!
di Cristina Bianchino
Un festival un po’ sottotono. In fondo gli organizzatori avevano già messo le mani avanti, parlando di clima di austerity per questa edizione. Gli ascolti però lo hanno premiato: 47,60 per cento di share e oltre 14 milioni di telespettatori nella prima parte, quella che conteneva anche il discusso intervento di Maurizio Crozza. La seconda parte è stata vista da poco più di 8 milioni di persone con i1 53,54 per cento di share. Non male, ma comunque meno della scorsa edizione firmata Gianni Morandi. La partenza con il “Va pensiero” è suggestiva, nonostante evochi scenari un po’ tetri. Poi arriva il ciclone Littizzetto a bordo di una carrozza trainata da cavalli, come quella di Cenerentola, anche se quella che scende dal cocchio, più che una principessa, sembra una delle sorellastre. Lo stesso Fazio la definisce un misto tra “Cenerentola e Crudelia De Mon”. Ma è il suo personaggio e lei sfoggia il repertorio delle grandi occasioni: sempre dissacrante, dispettosa, pungente, forse solo un po’ persa tra la censura Rai e il rigido regolamento della par condicio. Alcune battutine appaiono forzate, così come il solito tandem di “Che tempo che fa” tra i due: “Ma sei scema?”, “Ma che sei cretino?”. La sensazione è che la sua proverbiale verve sia quasi fuori luogo nel contesto festivaliero. Dissacrare va bene, e infatti è divertente quando smonta lo strascico dell’abito; lo è meno con le battute già sentite. Forse Lucianina riesce a dare il suo meglio a piccole dosi: diluita nei lunghi tempi sanremesi la sua comicità sembra annacquata e i suoi gridolini, altrove simpatici, qui finiscono per renderla quanto meno sguaiata. Eppure, quando si affranca dal ruolo stereotipato, ecco che torna a divertirci: “Come cocchiere ho un esodato della Fornero”, dice scendendo dalla carrozza.
Ma è con Maurizio Crozza che il Festival ha il suo primo grande scossone. Il comico entra in scena imitando Berlusconi, con tanto di parrucca, come nell’ultima puntata di Ballarò con il suo “Ma che figata”. Dalla platea arrivano le prime contestazioni: “No politica a Sanremo”, grida qualcuno. E poi i “buuu”, con il pubblico che si infiamma. Il momento è imbarazzante. Crozza annaspa di fronte ad un Ariston diviso: difficile che siano stati solo due i contestatori. Probabile che un paio di “scatenati” abbiano trascinato i molti che non aspettavano altro che di poter urlare la propria disapprovazione. Belle signore in abito da sera, che mai si sarebbero sognate di contestare a voce alta, hanno dunque vinto la timidezza grazie a qualche trascinatore. Dire alla platea che si trattava solo di due “cavalli pazzi”, come ha precisato Fazio, vuol dire prendere in giro l’intelligenza del pubblico. Le urla erano un po’ troppo forti e variegate per credere che partissero da due soli individui. Si sentivano chiaramente anche voci di donna e da più parti del teatro. Insomma, un Ariston lacerato, con una parte del pubblico che urlava e un’altra che applaudiva.
Crozza perde la favella e la salivazione di fronte ad una platea imbestialita. Uno o due contestatori non potevano fermarlo. Mezzo teatro sì, però. Consoliamoci con alcune battute veramente divertenti, come quasi tutte quelle su Ingroia: “Lei ha voglia di fare politica? Ma direi più un languorino…”. L’intervento prosegue all’insegna dalla par condicio, con Bersani, Montezemolo e la lista Monti. Al temine del lungo intervento (più di mezz’ora) parte un forte applauso della sala e ancora qualche contestazione: ma come? Gli unici due disturbatori non erano usciti dal teatro? A quanto pare, non erano solo in due…
Al di là delle contestazioni, lo spazio di Crozza non ha brillato come ci aspettavamo: colpa forse di troppa esposizione mediatica. A Sanremo vogliamo sempre sorprese; lui invece ha riproposto il solito repertorio degli ultimi tempi che, nella cornice del Festival, è apparso sbiadito.
Il Sanremo di Fabio Fazio segue una sua linea precisa (il team di autori è quello di “Che tempo che fa”) e tra i suoi ospiti c’è anche l’annunciata coppia gay: parlano poeticamente attraverso cartelli scritti e raccontano la loro storia che culminerà con il matrimonio “ma a New York, perché le leggi di questo paese non ce lo lasciano fare”. Un inno all’amore. Un momento tenero e garbato, in barba a quanti temevano baci in bocca e cadute di tono. Un intervento per smuovere gli animi senza strattonarli.
L’altro ospite atteso è Toto Cutugno che propone un’insolita versione de “L’italiano”, accompagnato nientemeno che dal coro dell’Armata Rossa. Momento suggestivo che regala al festival una bella emozione, peccato sia andato in onda dopo mezzanotte.
Il Festival di Fazio è stato ricco di ospiti, alcuni memorabili, altri meno efficaci, come Felix Baumgartner, il recordman austriaco che il 14 ottobre scorso si è lanciato dalla stratosfera, a 40mila metri dal suolo. È successo quattro mesi fa, in molti l’avevano probabilmente dimenticato e ieri sera sul palco si sentiva il bisogno di un ospite che riempisse la scena. Ma non si può sempre avere Celentano.
Stasera sul palco gli atri sette big in gara, sempre con due brani ciascuno. Vedremo i Modà, Max Gazzé, Malika Ayane, Almamegretta, Simone Cristicchi, Annalisa Scarrone, Elio e le Storie Tese. Tutti nomi che, rispetto a ieri sera, sono sicuramente più conosciuti al grande pubblico e, per alcuni di loro in particolare, c’è grande aspettativa. Sarà anche la volta della prima super valletta, la bellissima Bar Refaeli, famosa soprattutto per essere stata l’ex fidanzata di Leonardo Di Caprio. Sul palco dell’Ariston tornerà anche Carla Bruni, che prima dovrebbe cimentarsi in un duetto musicale con Luciana Littizzetto e poi ci delizierà con una nuova canzone del suo album in uscita. Non vediamo l’ora!
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È presente 1 commento
Mandatela in Francia Carla Bruni perchè non si sente italiana tant'è che si fa chiamare Carlà.
Qualcuno sa dirmi quanto è costata questo genio della canzone? Ho fatto troppi commenti, ho detto tutto, mi mancava solo questa presenza geniale
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