Riflessioni di diritto canonico sul futuro della Chiesa
In questi giorni tutti noi cristiani ci siamo interrogati sul futuro della Chiesa. Chi sarà il nuovo Papa? Cosa cambierà nella gestione della complessa organizzazione ecclesiale alla luce delle recenti e straordinarie dimissioni di Benedetto XVI? Sicuramente non ci saranno grosse novità, tranne l’età più verde del nuovo pontefice che dovrà essere capace di affrontare con energie fresche l’impegnativo compito. È vero che il ministero e il mistero petrino è stato istituito da Gesù Cristo in persona. Come dice sant'Agostino nei suoi ‘Discorsi’: “Pietro, il primo degli apostoli, dotato di un ardente amore verso Cristo, ha avuto la grazia di sentirsi dire da lui: «E io ti dico: Tu sei Pietro» (Mt 16, 18). E precedentemente Pietro si era rivolto a Gesù dicendo: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16, 16). E Gesù aveva affermato come risposta: «E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16, 18). Su questa pietra stabilirò la fede che tu professi. Fonderò la mia chiesa sulla tua affermazione: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Tu infatti sei Pietro. Pietro deriva da pietra e non pietra da Pietro. Pietro deriva da pietra, come cristiano da Cristo”.
Su questo non ci piove: la radice teologica del mistero petrino risiede nel vangelo. Cristo poi si è servito anche di Paolo per portare avanti la dottrina: il più grande persecutore della Parola di Dio diventa il suo più grande difensore in virtù di quel famoso disarcionamento sulla via di Damasco che rappresenta una sorta di investimento implicito di Cristo. Non a caso Benedetto XVI svolgeva la funzione di Prefetto della Dottrina della Fede che è assimilabile alla funzione paolina, estremamente importante nel governo della Chiesa. Potrebbe Benedetto XVI svolgere questa delicatissima funzione in qualità di “Pontefice emerito” ricalcando le orme di Paolo, che era stato investito di questo ruolo da Gesù stesso?
Si ricorda che il dualismo nel potere temporale è stato sempre presente: famosi per esempio i due arconti nell’antica Grecia o i consoli nella Roma repubblicana; in seguito l’impero si divise in due parti, quello d’occidente e quello d’oriente, determinando due rispettivi imperatori. Forse un giorno anche nel potere spirituale si potrà introdurre questa possibilità rispettando però il fondamento teologico e cioè dando sempre la priorità a Pietro?
di Carlo Mafera
In questi giorni tutti noi cristiani ci siamo interrogati sul futuro della Chiesa. Chi sarà il nuovo Papa? Cosa cambierà nella gestione della complessa organizzazione ecclesiale alla luce delle recenti e straordinarie dimissioni di Benedetto XVI? Sicuramente non ci saranno grosse novità, tranne l’età più verde del nuovo pontefice che dovrà essere capace di affrontare con energie fresche l’impegnativo compito. È vero che il ministero e il mistero petrino è stato istituito da Gesù Cristo in persona. Come dice sant'Agostino nei suoi ‘Discorsi’: “Pietro, il primo degli apostoli, dotato di un ardente amore verso Cristo, ha avuto la grazia di sentirsi dire da lui: «E io ti dico: Tu sei Pietro» (Mt 16, 18). E precedentemente Pietro si era rivolto a Gesù dicendo: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16, 16). E Gesù aveva affermato come risposta: «E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16, 18). Su questa pietra stabilirò la fede che tu professi. Fonderò la mia chiesa sulla tua affermazione: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Tu infatti sei Pietro. Pietro deriva da pietra e non pietra da Pietro. Pietro deriva da pietra, come cristiano da Cristo”.
Su questo non ci piove: la radice teologica del mistero petrino risiede nel vangelo. Cristo poi si è servito anche di Paolo per portare avanti la dottrina: il più grande persecutore della Parola di Dio diventa il suo più grande difensore in virtù di quel famoso disarcionamento sulla via di Damasco che rappresenta una sorta di investimento implicito di Cristo. Non a caso Benedetto XVI svolgeva la funzione di Prefetto della Dottrina della Fede che è assimilabile alla funzione paolina, estremamente importante nel governo della Chiesa. Potrebbe Benedetto XVI svolgere questa delicatissima funzione in qualità di “Pontefice emerito” ricalcando le orme di Paolo, che era stato investito di questo ruolo da Gesù stesso?
Si ricorda che il dualismo nel potere temporale è stato sempre presente: famosi per esempio i due arconti nell’antica Grecia o i consoli nella Roma repubblicana; in seguito l’impero si divise in due parti, quello d’occidente e quello d’oriente, determinando due rispettivi imperatori. Forse un giorno anche nel potere spirituale si potrà introdurre questa possibilità rispettando però il fondamento teologico e cioè dando sempre la priorità a Pietro?
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Sono presenti 2 commenti
vedi le cose solo dal lato umano
Concordo con l'anonimo qui sopra
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