Telecamere fisse sul comignolo di San Pietro e dopo l’annuncio la comunità
argentina di New York festeggia con il resto del mondo.
di Francesca Forcella
Anche negli Stati Uniti, come nel resto del mondo, tutte le televisioni hanno tenuto le telecamere fisse sul comignolo di San Pietro in attesa della fumata bianca. Quando finalmente è stato annunciato il nuovo papa è stato interessante ascoltare il commento dei giornalisti italiani vicino a quello dei più importanti “anchormen” delle televisioni americane. La sorpresa c’è stata per tutti, ma per una volta gli Italiani sono arrivati per primi scandendo con sicurezza il nome del nuovo Papa mentre i colleghi americani continuavano a verificare.
Gli Stati Uniti speravano in un pontefice a stelle e strisce e se a New York tutti tessevano le lodi del grande comunicatore Timothy Dolan, Papa Francesco ha conquistato tutti dalla prima apparizione, dal suo: ”Buonasera”.
L’entusiasmo nella comunità argentina di New York era alle stelle. L’incrocio fra Junction Boulevard e Corona Avenue nel quartiere Queens é il “ground zero” della comunità argentina. Al circolo di calcio Rio Platense un gruppo di vecchi amici che giocava a carte ci ha detto:” La prima cosa che traspare è la sua umiltà”. Poco lontano in una delle tavole calde che servono empanadas alcune ragazze parlavano dell’importanza di avere un Papa che torni a infondere fiducia nella chiesa.
Davanti alla cattedrale di Saint Patrick, mentre aspettavamo l’esito delle votazioni, ho sentito dire: ”Per curare le ferite della chiesa ciò di cui abbiamo bisogno è un pontefice con un MBA (master of business administration, dottorato in economia aziendale). Era una battuta, che può sembrare irriverente a molti Italiani, ma che illustra bene il pragmatismo americano. Abbiamo ascoltato i pareri e le previsioni più diverse, la ricetta di ognuno per il pontefice perfetto, ma dopo le prime parole di Papa Francesco per un momento tutti se ne sono dimenticati e si sono uniti al coro di Padre Nostro di Piazza San Pietro.
Anche negli Stati Uniti, come nel resto del mondo, tutte le televisioni hanno tenuto le telecamere fisse sul comignolo di San Pietro in attesa della fumata bianca. Quando finalmente è stato annunciato il nuovo papa è stato interessante ascoltare il commento dei giornalisti italiani vicino a quello dei più importanti “anchormen” delle televisioni americane. La sorpresa c’è stata per tutti, ma per una volta gli Italiani sono arrivati per primi scandendo con sicurezza il nome del nuovo Papa mentre i colleghi americani continuavano a verificare.
Gli Stati Uniti speravano in un pontefice a stelle e strisce e se a New York tutti tessevano le lodi del grande comunicatore Timothy Dolan, Papa Francesco ha conquistato tutti dalla prima apparizione, dal suo: ”Buonasera”.
L’entusiasmo nella comunità argentina di New York era alle stelle. L’incrocio fra Junction Boulevard e Corona Avenue nel quartiere Queens é il “ground zero” della comunità argentina. Al circolo di calcio Rio Platense un gruppo di vecchi amici che giocava a carte ci ha detto:” La prima cosa che traspare è la sua umiltà”. Poco lontano in una delle tavole calde che servono empanadas alcune ragazze parlavano dell’importanza di avere un Papa che torni a infondere fiducia nella chiesa.
Davanti alla cattedrale di Saint Patrick, mentre aspettavamo l’esito delle votazioni, ho sentito dire: ”Per curare le ferite della chiesa ciò di cui abbiamo bisogno è un pontefice con un MBA (master of business administration, dottorato in economia aziendale). Era una battuta, che può sembrare irriverente a molti Italiani, ma che illustra bene il pragmatismo americano. Abbiamo ascoltato i pareri e le previsioni più diverse, la ricetta di ognuno per il pontefice perfetto, ma dopo le prime parole di Papa Francesco per un momento tutti se ne sono dimenticati e si sono uniti al coro di Padre Nostro di Piazza San Pietro.
il blog Lpl di Francesca Forcella
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