La tv di Stato CCTV ha trasmesso gli ultimi momenti di quattro boss, condannati a morte per l’uccisione di 13 pescatori in territorio thai. Le telecamere si sono fermate sulla soglia della camera della morte. Da decenni le esecuzioni non avevano una valenza “pubblica”. Critiche di attivisti per i diritti umani.
Asianews - Divampa la polemica su internet e social media, per la decisione delle autorità cinesi di trasmettere in diretta tv i momenti che hanno preceduto l'esecuzione di quattro persone condannate a morte per omicidio volontario e traffico di droga. Fra le persone giustiziate vi è anche il birmano Naw Kham, considerato uno dei signori della droga nel cosiddetto "Triangolo d'oro" fra Thailandia, Myanmar e Laos, epicentro mondiale della coltivazione di oppio. La sentenza è stata eseguita ieri a Kunming, nella provincia dello Yunnan, mediante iniezione letale.
A novembre i quattro uomini - un birmano, un laotiano, un cittadino thai e un apolide - sono stati condannati a morte per l'uccisione nell'ottobre del 2011 di13 pescatori cinesi sul fiume Mekong, sul versante thai. I marinai erano a bordo di due diverse imbarcazioni battenti bandiera cinse, la Hua Ping e la Yu Xing 8. Nel maggio dello scorso anno i quattro sono stati arrestati dalla polizia laotiana; Pechino ha subito preteso l'estradizione per processarli in patria, perché l'attacco sarebbe avvenuto "in territorio cinese".
La tv di Stato cinese CCTV ha trasmesso le immagini degli uomini prelevati dalla loro cella e condotti nel luogo in cui era programmata l'esecuzione. Tuttavia, le telecamere si sono fermate un attimo prima che i quattro finissero nelle mani del boia, nella stanza della morte. Il volto del birmano Naw Kham, il più conosciuto del gruppo, appariva neutrale e privo di espressione. Sul suo volto è apparso anche un sorriso abbozzato, quando una guardia ha letto la conferma della sentenza di condanna.
Le esecuzioni capitali in Cina sono una pratica comune: ogni anno vengono eseguite quasi 5mila condanne a morte, ma il numero reale - secondo gli esperti - potrebbe essere di gran lunga maggiore. Fino a 30 anni fa era pratica comune mostrare in pubblico i condannati prima di sottoporli al plotone di esecuzione. Tuttavia, nel tempo la pratica ha acquisito un carattere "privato" solo pochi "testimoni" vengono ammessi nella stanza della morte, dove si viene uccisi per iniezione letale.
Attivisti per i diritti umani parlano di "affronto alla dignità umana" e di comportamento "poco etico e contrario allo spirito della legge". Alcuni internauti approvano, ma la maggior parte degli utenti della rete esprime sentimenti di condanna. Per gli esperti la decisione ha però un "forte carattere simbolico": la tv è controllata dalla leadership cinese e "non vi sono dubbi" che siano state proprio le più alte cariche del partito comunista ad accendere "la luce verde" sulla diretta televisiva.
Asianews - Divampa la polemica su internet e social media, per la decisione delle autorità cinesi di trasmettere in diretta tv i momenti che hanno preceduto l'esecuzione di quattro persone condannate a morte per omicidio volontario e traffico di droga. Fra le persone giustiziate vi è anche il birmano Naw Kham, considerato uno dei signori della droga nel cosiddetto "Triangolo d'oro" fra Thailandia, Myanmar e Laos, epicentro mondiale della coltivazione di oppio. La sentenza è stata eseguita ieri a Kunming, nella provincia dello Yunnan, mediante iniezione letale.
A novembre i quattro uomini - un birmano, un laotiano, un cittadino thai e un apolide - sono stati condannati a morte per l'uccisione nell'ottobre del 2011 di13 pescatori cinesi sul fiume Mekong, sul versante thai. I marinai erano a bordo di due diverse imbarcazioni battenti bandiera cinse, la Hua Ping e la Yu Xing 8. Nel maggio dello scorso anno i quattro sono stati arrestati dalla polizia laotiana; Pechino ha subito preteso l'estradizione per processarli in patria, perché l'attacco sarebbe avvenuto "in territorio cinese".
La tv di Stato cinese CCTV ha trasmesso le immagini degli uomini prelevati dalla loro cella e condotti nel luogo in cui era programmata l'esecuzione. Tuttavia, le telecamere si sono fermate un attimo prima che i quattro finissero nelle mani del boia, nella stanza della morte. Il volto del birmano Naw Kham, il più conosciuto del gruppo, appariva neutrale e privo di espressione. Sul suo volto è apparso anche un sorriso abbozzato, quando una guardia ha letto la conferma della sentenza di condanna.
Le esecuzioni capitali in Cina sono una pratica comune: ogni anno vengono eseguite quasi 5mila condanne a morte, ma il numero reale - secondo gli esperti - potrebbe essere di gran lunga maggiore. Fino a 30 anni fa era pratica comune mostrare in pubblico i condannati prima di sottoporli al plotone di esecuzione. Tuttavia, nel tempo la pratica ha acquisito un carattere "privato" solo pochi "testimoni" vengono ammessi nella stanza della morte, dove si viene uccisi per iniezione letale.
Attivisti per i diritti umani parlano di "affronto alla dignità umana" e di comportamento "poco etico e contrario allo spirito della legge". Alcuni internauti approvano, ma la maggior parte degli utenti della rete esprime sentimenti di condanna. Per gli esperti la decisione ha però un "forte carattere simbolico": la tv è controllata dalla leadership cinese e "non vi sono dubbi" che siano state proprio le più alte cariche del partito comunista ad accendere "la luce verde" sulla diretta televisiva.
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