Dopo poche ore dalla sua elezione papa Francesco ha già compiuto gesti significativi e ha pronunciato parole essenziali quanto importanti. Ieri mattina si è recato alla Basilica di Santa Maria Maggiore, per pregare e affidare il suo cammino e la città di Roma alla Madonna e nel pomeriggio ha celebrato la S. Messa per i Cardinali del Conclave nella Cappella Sistina.
Pronunciando l’omelia a braccio e in italiano, papa Francesco ha sottolineato come nelle letture si parlasse di movimento: camminare, edificare e confessare sono tutte azioni che possono essere svolte con o senza Cristo. La nostra vita è un cammino ma si può anche camminare senza di Lui. In questo percorso non si può rinunciare alla croce, dobbiamo cioè camminare, edificare e confessare con la Croce.
Parole semplici e impegnative, come impegnativo e semplice può sembrare il programma che ci propone, a cominciare dalla scelta del nome. Aver scelto il nome Francesco come pontefice, per la prima volta nella storia, non può che essere fonte di grande gioia ma c’è dell’altro: per chi Francesco ce l’ha nel cuore e conosce bene la sua croce, il suo amore per Cristo, la sua obbedienza alla Chiesa, la sua povertà, il suo vivere il Vangelo senza interpretazioni, può rappresentare un forte stimolo e un richiamo ad impegnarsi ogni giorno, con tanta fatica, a vivere il Vangelo, ad essere sale della terra.
C’è bisogno di un nuovo Francesco che ci riconduca all’essenziale, alla fratellanza e alla pace, ma anche al dialogo e al rispetto reciproco, all’incontro con l’altro. Papa Francesco si è presentato come un Pastore, come il Vescovo di Roma e ci propone un cammino di fiducia e preghiera reciproca. Prima di benedire la folla, ci ha chiesto di pregare il Signore affinché lo benedicesse. Ha chiesto di pregare per Benedetto XVI rivolgendosi a tutta la folla gremita in piazza e tutti coloro che lo guardavano in televisione o che lo ascoltavano per radio. Il silenzio e l’intensità di quei momenti rimarranno a lungo impressi nelle nostre memorie e forse riusciranno a ridarci il gusto della preghiera ecclesiale.
"Cominciamo il nostro cammino, vescovi e popoli, il cammino della chiesa di Roma che presiede nella carità tutte le chiese, un cammino di fratellanza, amore e fiducia tra noi. Ognuno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo. Perché ci sia una grande fratellanza."
di Monica Cardarelli
Pronunciando l’omelia a braccio e in italiano, papa Francesco ha sottolineato come nelle letture si parlasse di movimento: camminare, edificare e confessare sono tutte azioni che possono essere svolte con o senza Cristo. La nostra vita è un cammino ma si può anche camminare senza di Lui. In questo percorso non si può rinunciare alla croce, dobbiamo cioè camminare, edificare e confessare con la Croce.
Parole semplici e impegnative, come impegnativo e semplice può sembrare il programma che ci propone, a cominciare dalla scelta del nome. Aver scelto il nome Francesco come pontefice, per la prima volta nella storia, non può che essere fonte di grande gioia ma c’è dell’altro: per chi Francesco ce l’ha nel cuore e conosce bene la sua croce, il suo amore per Cristo, la sua obbedienza alla Chiesa, la sua povertà, il suo vivere il Vangelo senza interpretazioni, può rappresentare un forte stimolo e un richiamo ad impegnarsi ogni giorno, con tanta fatica, a vivere il Vangelo, ad essere sale della terra.
C’è bisogno di un nuovo Francesco che ci riconduca all’essenziale, alla fratellanza e alla pace, ma anche al dialogo e al rispetto reciproco, all’incontro con l’altro. Papa Francesco si è presentato come un Pastore, come il Vescovo di Roma e ci propone un cammino di fiducia e preghiera reciproca. Prima di benedire la folla, ci ha chiesto di pregare il Signore affinché lo benedicesse. Ha chiesto di pregare per Benedetto XVI rivolgendosi a tutta la folla gremita in piazza e tutti coloro che lo guardavano in televisione o che lo ascoltavano per radio. Il silenzio e l’intensità di quei momenti rimarranno a lungo impressi nelle nostre memorie e forse riusciranno a ridarci il gusto della preghiera ecclesiale.
"Cominciamo il nostro cammino, vescovi e popoli, il cammino della chiesa di Roma che presiede nella carità tutte le chiese, un cammino di fratellanza, amore e fiducia tra noi. Ognuno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo. Perché ci sia una grande fratellanza."
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