Le reazioni del Sudamerica all’elezione del cardinal Bergoglio nelle parole di don Vincenzo Vigilante, missionario italiano in Uruguay
Vorrei innanzitutto riferirvi una testimonianza di un giovane uruguayano su Papa Benedetto XVI: “Per molto tempo sono stato tra quelli che parlando di Benedetto XVI dicevo «non è come Giovanni Paolo II» o «preferivo Giovanni Paolo»... Solo nella giornata mondiale della gioventù in Madrid nel 2011 scoprii la grandezza di questo Papa. Fu specialmente vederlo pregare davanti al Santissimo. Stavo a 50 metri da lui. Tutti noi che stavamo lì potemmo vedere un uomo semplice, umile e in alcuni momenti persino timido. Adesso lo vedevo e sentivo realmente come un padre che si dona totalmente ai suoi figli. Mi dedicai a prestare attenzione ai suoi messaggi, ai suoi discorsi, alle sue catechesi, a leggere alcune suoi scritti scoprendo sempre più quanto chiare e sagge sono le sue parole. La sua decisione di mettersi da parte e lasciare la guida della chiesa non fa altro che confermare questa Umiltà della quale ha dato sempre lezione con la sua maniera di agire; chiaramente sapeva che la sua decisione sarebbe finita in mano ai mezzi di comunicazione, e sarebbe stata discussa, criticata in tutto il mondo, però prevalse il desiderio del bene della Chiesa che tanto ama e per la quale ha donato la sua vita. Con la sua rinuncia non abbandona la missione che Dio gli aveva affidata in aprile del 2005, ma la valorizza e la innalza. Sentendo di non avere le forze sufficienti per guidare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo si fa da parte nella certezza che la Chiesa è di Cristo e lui non la abbandona e continua a guidarla”. Questa la testimonianza di Guillermo Gutierrez, giovane uruguayano.
Io, da parte mia, aggiungerei solo che il gesto di Benedetto XVI è stato sì un gesto di umiltà (e l’umiltà è verità) ma anche di grande audacia: per i passi che può aprire nel cammino ecumenico togliendo al Papa quell’alone di monarca assoluto che mantiene la diffidenza dei fratelli delle altre chiese cristiane, a cui Giovanni Paolo II aveva chiesto aiuto per trovare il modo più consono per realizzare oggi il servizio (ministero) petrino. Audace perché ha provocato tutti noi a chiederci quanto mettiamo al primo posto il bene della comunità e l’esigenza del vangelo. Audace perché in questo mondo fatto di immagini, apparenze, protagonismi, ha scelto di mettersi da parte, nel senso di “mettersi da un’altra parte” a servire il Signore e il suo Regno.
E intanto il Signore ci manda Francesco. Coraggio e fantasia dei signori cardinali? Soffio del Dio vivente? Si spalancheranno le porte della Curia Romana? Se Giovanni Paolo II aveva portato il Papa a pellegrinare per le strade di questo mondo ad annunziare e invitare “aprite le porte a Cristo”, sarà ora un Papa che viene dal Sudamerica ad aprire le porte interne della Chiesa? A portare un soffio che ci scompigli un po’ e ci tiri fuori dal dormitorio? Dal continente dove Giovanni Paolo II coniò l’espressione “nuova evangelizzazione” ci viene il nuovo pastore della Chiesa universale. E’ grande gioia e speranza da questa parte del mondo cattolico. E il nome scelto mi sembra un programma e un augurio: sarà stato come Francesco di Assisi scelto dal Signore per “rifare nuova” la Sua Chiesa? Santità, glielo e ce lo auguriamo di tutto cuore.
Il Consiglio permanente della Conferenza episcopale dell’Uruguay si è così espressa: “Il Consiglio permanente della CEU, in nome di tutti i vescovi dell’Uruguay insieme a tutti i fedeli cattolici della nostra Patria, salutiamo con tutto l’affetto il Papa Francesco. Manifestiamo la nostra filiale adesione al nuovo successore di Pietro, principio e fondamento perpetuo e visibile dell’unità sia dei Vescovi come della moltitudine dei fedeli chiamato a confermarci nella fede. Ci impegniamo sin d’ora ad assecondare nelle nostre vite il suo magistero e il suo impegno, nei passi della Nuova Evangelizzazione, per annunciare al Mondo la Buona Notizia di Gesù Cristo. Con allegria e speranza chiediamo, per intercessione di Maria Santissima, che il Signore assista Sua Santità Francesco con la luce dello Spirito Santo e gli conceda un fecondo pontificato”.
Vorrei innanzitutto riferirvi una testimonianza di un giovane uruguayano su Papa Benedetto XVI: “Per molto tempo sono stato tra quelli che parlando di Benedetto XVI dicevo «non è come Giovanni Paolo II» o «preferivo Giovanni Paolo»... Solo nella giornata mondiale della gioventù in Madrid nel 2011 scoprii la grandezza di questo Papa. Fu specialmente vederlo pregare davanti al Santissimo. Stavo a 50 metri da lui. Tutti noi che stavamo lì potemmo vedere un uomo semplice, umile e in alcuni momenti persino timido. Adesso lo vedevo e sentivo realmente come un padre che si dona totalmente ai suoi figli. Mi dedicai a prestare attenzione ai suoi messaggi, ai suoi discorsi, alle sue catechesi, a leggere alcune suoi scritti scoprendo sempre più quanto chiare e sagge sono le sue parole. La sua decisione di mettersi da parte e lasciare la guida della chiesa non fa altro che confermare questa Umiltà della quale ha dato sempre lezione con la sua maniera di agire; chiaramente sapeva che la sua decisione sarebbe finita in mano ai mezzi di comunicazione, e sarebbe stata discussa, criticata in tutto il mondo, però prevalse il desiderio del bene della Chiesa che tanto ama e per la quale ha donato la sua vita. Con la sua rinuncia non abbandona la missione che Dio gli aveva affidata in aprile del 2005, ma la valorizza e la innalza. Sentendo di non avere le forze sufficienti per guidare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo si fa da parte nella certezza che la Chiesa è di Cristo e lui non la abbandona e continua a guidarla”. Questa la testimonianza di Guillermo Gutierrez, giovane uruguayano.
Io, da parte mia, aggiungerei solo che il gesto di Benedetto XVI è stato sì un gesto di umiltà (e l’umiltà è verità) ma anche di grande audacia: per i passi che può aprire nel cammino ecumenico togliendo al Papa quell’alone di monarca assoluto che mantiene la diffidenza dei fratelli delle altre chiese cristiane, a cui Giovanni Paolo II aveva chiesto aiuto per trovare il modo più consono per realizzare oggi il servizio (ministero) petrino. Audace perché ha provocato tutti noi a chiederci quanto mettiamo al primo posto il bene della comunità e l’esigenza del vangelo. Audace perché in questo mondo fatto di immagini, apparenze, protagonismi, ha scelto di mettersi da parte, nel senso di “mettersi da un’altra parte” a servire il Signore e il suo Regno.
E intanto il Signore ci manda Francesco. Coraggio e fantasia dei signori cardinali? Soffio del Dio vivente? Si spalancheranno le porte della Curia Romana? Se Giovanni Paolo II aveva portato il Papa a pellegrinare per le strade di questo mondo ad annunziare e invitare “aprite le porte a Cristo”, sarà ora un Papa che viene dal Sudamerica ad aprire le porte interne della Chiesa? A portare un soffio che ci scompigli un po’ e ci tiri fuori dal dormitorio? Dal continente dove Giovanni Paolo II coniò l’espressione “nuova evangelizzazione” ci viene il nuovo pastore della Chiesa universale. E’ grande gioia e speranza da questa parte del mondo cattolico. E il nome scelto mi sembra un programma e un augurio: sarà stato come Francesco di Assisi scelto dal Signore per “rifare nuova” la Sua Chiesa? Santità, glielo e ce lo auguriamo di tutto cuore.
Il Consiglio permanente della Conferenza episcopale dell’Uruguay si è così espressa: “Il Consiglio permanente della CEU, in nome di tutti i vescovi dell’Uruguay insieme a tutti i fedeli cattolici della nostra Patria, salutiamo con tutto l’affetto il Papa Francesco. Manifestiamo la nostra filiale adesione al nuovo successore di Pietro, principio e fondamento perpetuo e visibile dell’unità sia dei Vescovi come della moltitudine dei fedeli chiamato a confermarci nella fede. Ci impegniamo sin d’ora ad assecondare nelle nostre vite il suo magistero e il suo impegno, nei passi della Nuova Evangelizzazione, per annunciare al Mondo la Buona Notizia di Gesù Cristo. Con allegria e speranza chiediamo, per intercessione di Maria Santissima, che il Signore assista Sua Santità Francesco con la luce dello Spirito Santo e gli conceda un fecondo pontificato”.
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