I cambiamenti climatici minacciano l’esistenza dei ‘giardini pensili’ del Sinai, piccoli campi coltivati alle pendici delle montagne e incastonati tra i wadi (letti dei fiumi prosciugati) tipici del paesaggio della penisola.
Misna - A lanciare l’allarme sono le comunità beduine che si occupano di perpetuare una coltivazione iniziata dai monaci bizantini nel VI secolo.
Dal oltre cento anni sono i membri della tribù Jabalya ad occuparsi dei giardini – riferisce il quotidiano Egypt Indipendent – messi a dura prova prima da una lunga siccità, poi da precipitazioni e nevicate senza precedenti abbattutesi sulla zona all’inizio dell’anno. Anche le case di pietra e i tetti, costruiti con un misto di roccia e sabbia, sono collassati sotto il peso dell’acqua mettendo in serio pericolo l’economia di base di molte famiglie beduine che fanno affidamento sui frutteti per la loro sopravvivenza.
Per finanziare la ricostruzione, i beduini hanno ideato un progetto di turismo alternativo intitolato “Aiutare a ricostruire i giardini dei beduini e scoprire le alte montagne del Sinai”che invita i volontari a partecipare agli sforzi per la rinascita dell’area.
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