venerdì, marzo 01, 2013
Natalità azzerata e competizione economica devastano la struttura sociale della Corea del Sud, che presenta oggi le proiezioni statistiche sulla famiglia: un bambino su 5 non avrà mai una famiglia propria. Con conseguenze terribili per lo sviluppo del Paese. L’allarme della Chiesa e il sostegno cattolico pro-life cercano di invertire la tendenza. 

Seoul (AsiaNews) - Il 20 % dei bambini coreani nati fra il 2010 e il 2013 non si sposerà mai. Stesso destino per il 15 % delle bambine, che è destinato a vivere da solo l'intera esistenza. È la conseguenza di una delle società più competitive dell'Asia dal punto di vista economico, che predilige l'efficienza lavorativa alla vita matrimoniale e agli inevitabili sacrifici necessari per mantenerla sana. Il governo cerca di correre ai ripari, mentre la Chiesa cattolica - che da anni lancia l'allarme su questo tema - cerca di perfezionare i propri sistemi di sostegno alla popolazione.

I dati sono stati presentati oggi dall'Istituto nazionale di statistica e hanno trovato ampio risalto nei media nazionali. Le proiezioni rappresentano un pericoloso aumento rispetto al 2010, quando la media "di solitudine" era del 15,1 % dei maschi e del 9,1 % per le femmine. Secondo p. Luca Lee, dell'arcidiocesi di Seoul, "non c'è da meravigliarsi. La nostra società preme sull'efficienza sul posto di lavoro, e il matrimonio è visto come un ostacolo". Anche l'infimo tasso di natalità - che si attesta sull'1,05 %, uno dei più bassi al mondo - contribuisce ad aumentare la media di single.

Un altro aspetto preoccupante riguarda il numero di anziani soli: il 17,3 % degli uomini rischia di rimanere vedovo prima del tempo, ma il dato sale al 61,7 % nel caso delle donne. Secondo un funzionario dell'Istituto "sempre più persone si sposano molto tardi. Soprattutto gli uomini, che scelgono per consuetudine donne molto più giovani di loro. Ma questo crea un grave squilibrio sociale".

La Chiesa cattolica cerca da sempre di risvegliare la società coreana da questa situazione. Ogni diocesi ha programmi a favore della vita e del matrimonio, e si moltiplicano soprattutto nelle metropoli i corsi - tenuti da sacerdoti e laici - che spiegano il valore intrinseco della vita familiare come "fulcro" di quella sociale.


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