Dopo la bufera sulla Findus, ecco quella sulla Star
Etichettare cavalli per manzi sembra decisamente essere diventata una moda. O ci prendono tutti per asini, tanto per restare in tema di quadrupedi, o ci prendono per babbei che si pappano tutto quello che c’è nel piatto. Ma sì, della serie “magnamose de tutto, basta magna’!”. Solo che noi non siamo di questa risma. Noi vogliamo sapere di cosa ci nutriamo. Siamo allo sbando sì, ma non ancora a questo punto, anche se, avanti così, presto mangeremo con gioia famelica anche le scatolette del “Kit e Kat” che, a sentire i gatti, pare siano d’un buono…
Qualche furbacchione di fornitore ha cercato di rovinare l’immagine anche della Star, ditta eccellente fin dai miei ricordi infantili, ma evidentemente non ci è riuscito. Cosa ci ha guadagnato l’azienda francese fornitrice della carne con cui la nostra azienda preparava poi il ragù? Nulla se non un bel vaffa... alla Grillo e l’interruzione dei rapporti commerciali. I francesi avevano assicurato che la carne fosse bovina, ma successivamente qualche palato fine ha svelato il contrario. Che figura i francesi!
E questa sarebbe l’Europa? Noi siamo costretti, come dei mentecatti, ad abbattere magnifici bovini per via delle assurde quote latte e poi ad importare la carne dall’estero, perché sai, i mercati bla bla bla... Ma quali mercati? Quelli delle vacche, in senso metaforico ovviamente.
Non parliamo poi d’altri tipi di interscambio: per esempio il riso. Ne abbiamo a marcire a tonnellate nei silos del novarese e del vercellese poiché dobbiamo importarlo dalla Cina e le nostre riserie chiudono! Ci pensate? Forse non avete idea di cosa sia il nostro riso: più bello, sano il doppio. La riprova? Quando una domenica non sapete dove andare a sbattere, fatevi un giro nelle zone produttive su indicate e “accattateve” un chilo di riso. Tornate a casa e preparatevi un risottino come piace a voi. Poi mi dite, ok?
Comunque la Star, per tornare a bomba, ha deciso "in via preventiva e cautelativa" di ritirare presso i propri clienti i lotti di produzione per cui è stata utilizzata materia prima sotto indagine del fornitore francese "pur in assenza di evidenze analitiche". L'azienda infine ha deciso di richiedere l'analisi del Dna su tutte le carni ricevute da fornitori terzi.
Ma diamine, noi siamo il paese della grande cucina: non potremmo prepararceli da soli questi gustosi piatti? Non potremmo salvaguardare le nostre aziende serissime che da anni si occupano dell’alimentazione da questi infinocchiamenti europei. Quale Europa? Anche qui quella dei furbi?
di Silvio Foini
Etichettare cavalli per manzi sembra decisamente essere diventata una moda. O ci prendono tutti per asini, tanto per restare in tema di quadrupedi, o ci prendono per babbei che si pappano tutto quello che c’è nel piatto. Ma sì, della serie “magnamose de tutto, basta magna’!”. Solo che noi non siamo di questa risma. Noi vogliamo sapere di cosa ci nutriamo. Siamo allo sbando sì, ma non ancora a questo punto, anche se, avanti così, presto mangeremo con gioia famelica anche le scatolette del “Kit e Kat” che, a sentire i gatti, pare siano d’un buono…
Qualche furbacchione di fornitore ha cercato di rovinare l’immagine anche della Star, ditta eccellente fin dai miei ricordi infantili, ma evidentemente non ci è riuscito. Cosa ci ha guadagnato l’azienda francese fornitrice della carne con cui la nostra azienda preparava poi il ragù? Nulla se non un bel vaffa... alla Grillo e l’interruzione dei rapporti commerciali. I francesi avevano assicurato che la carne fosse bovina, ma successivamente qualche palato fine ha svelato il contrario. Che figura i francesi!
E questa sarebbe l’Europa? Noi siamo costretti, come dei mentecatti, ad abbattere magnifici bovini per via delle assurde quote latte e poi ad importare la carne dall’estero, perché sai, i mercati bla bla bla... Ma quali mercati? Quelli delle vacche, in senso metaforico ovviamente.
Non parliamo poi d’altri tipi di interscambio: per esempio il riso. Ne abbiamo a marcire a tonnellate nei silos del novarese e del vercellese poiché dobbiamo importarlo dalla Cina e le nostre riserie chiudono! Ci pensate? Forse non avete idea di cosa sia il nostro riso: più bello, sano il doppio. La riprova? Quando una domenica non sapete dove andare a sbattere, fatevi un giro nelle zone produttive su indicate e “accattateve” un chilo di riso. Tornate a casa e preparatevi un risottino come piace a voi. Poi mi dite, ok?
Comunque la Star, per tornare a bomba, ha deciso "in via preventiva e cautelativa" di ritirare presso i propri clienti i lotti di produzione per cui è stata utilizzata materia prima sotto indagine del fornitore francese "pur in assenza di evidenze analitiche". L'azienda infine ha deciso di richiedere l'analisi del Dna su tutte le carni ricevute da fornitori terzi.
Ma diamine, noi siamo il paese della grande cucina: non potremmo prepararceli da soli questi gustosi piatti? Non potremmo salvaguardare le nostre aziende serissime che da anni si occupano dell’alimentazione da questi infinocchiamenti europei. Quale Europa? Anche qui quella dei furbi?
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Sono presenti 4 commenti
Ci vogliamo dare una mossa?
O i partner europei mettano la testa a posto o noi ce ne andiamo. Siamo stufi delle loro porcherie monetarie cui aggiungono anche quelle alimentari!
Andarcene dall'Europa sarebbe il fallimento totale , ma reagire a qualunque beffa o truffa ai danni nostri si , e, con forza! A proposito di made in CINA : ieri ho comprato dei coltelli da tavola di una ditta di Bolzano, ma, accanto al nome della ditta :made in Cina. Che sconcerto! Le nostre ditte chiudono e i cinesi (che ci copiano tutto) fanno affari. Siamo a un punto di non ritorno e la "politica" che è all'orizzonte non ha certo le competenze per risolvere i problemi enormi irrisolti da troppo tempo ! Marj
Parole sante cara Marj ma che si deve fare?
Ricette non ce ne sono e quelle proposte fanno ridere i polli.
Sconsolato
Macché sconsolato. Adesso ci sta Grillo! Abbiate fiducia nel nuovo corso che sta per nascere oppure non lamentativi più. Non siate asini cavolo!
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