Fin dalla sua entrata in vigore, l’Euro ha subito sollevato dubbi, polemiche, malumori e non poche critiche da una larga parte della società italiana. Oggi l’Euro sta affrontando una gravissima crisi, forse la più importante dalla sua nascita. che si preannuncia lunga e di difficile soluzione…
Contemporaneamente, un gruppo di Paesi membri dell’Europa si trovano a dover fronteggiare una grave crisi economica, finanziaria e del debito pubblico. I Paesi maggiormente coinvolti in questa crisi, come tutti sanno, sono il Portogallo, l’Irlanda, l’Italia, la Grecia la Spagna e ultimamente Cipro. Tutti questi Paesi europei hanno in comune un alto debito pubblico e un alto deficit fiscale, e di conseguenza i mercati richiedono alti tassi di interesse per comprare i titoli di Stato. L’Italia per esempio vanta uno dei debiti pubblici più elevati al mondo, e i mercati, pensando che non saremo mai in grado di ripagare il debito, chiedono alti tassi di interesse, e ciò ha portato il nostro Paese in quella che si chiama “crisi che si auto-realizza”.
Di fatto, la recente crisi finanziaria ha mostrato che la bella favola raccontataci fino ad oggi sulla moneta unica europea era, appunto, solo una bella favola. Per convincerci ad aderire alla moneta unica ci avevano detto che questa era l’unica via possibile per attuare le riforme necessarie al nostro Paese per essere più competitivo ed efficiente sui mercati internazionali; ci avevano detto che l’Euro avrebbe determinato una maggiore equità sociale; che avremmo avuto una diminuzione dei tassi di interesse, con ulteriore beneficio sul debito pubblico e sui mutui, con grandi risparmi per le classi sociali meno abbienti. Fiduciosi, abbiamo aderito all’Euro, ma delle riforme tanto decantate nemmeno l’ombra; anzi, l’Italia è in grave recessione economica ed è molto più debole di prima. Ad oggi è solo molto evidente come ci sia stata una redistribuzione della ricchezza a sfavore delle classi disagiate, come si sia verificato un forte aumento dei tassi d’interesse e dei prezzi degli immobili e delle locazioni, portando alla paralisi l’intero sistema economico nazionale. Il nostro Paese perde giorno per giorno competitività e credibilità agli occhi del mondo.
In realtà, un Paese che vuole stare all’interno dell’Unione Europea si salva dagli attacchi della speculazione solo se ha i conti pubblici in ordine e non ha un debito privato esagerato. Oggi invece per molti paesi europei l’unione monetaria rappresenta solo miseria e ostilità, avendo portato al deterioramento inesorabile di gran parte degli strati sociali del Paese stesso.
L’unione monetaria è stata studiata davvero bene: con essa c’è stato imposto un regime monetario controllato dalle banche. Ora vogliono farci credere che la soluzione a questa crisi sia rappresentata dalla necessità di avere un governo europeo centrale che controlli il sistema monetario, fiscale, giuridico ed economico. Ma questa non è la soluzione ai nostri problemi, anzi; in questo modo ci verranno imposte nuove regole a cui dover sottostare e la nostra economia sarà sempre più pianificata dall’Europa e non dagli italiani.
E’ vero, per uscire dalla crisi dell’Euro occorrono urgenti riforme che riportino il Paese ad una rapida ripresa dell’economia, ma questo sembra essere davvero difficile nell’immediato. E allora uscire dall’Euro per il nostro Paese forse non è una soluzione da scartare a priori. Avremmo nuovamente la possibilità di avere il nostro futuro nelle nostre mani, senza vincoli imposti da Bruxelles o da Francoforte. Se abbandonassimo l’Euro, troppo forte per un Paese come il nostro che si trova travolto da una grave recessione economica, sicuramente ne gioverebbero le esportazioni, il made in Italy tornerebbe ad essere un fiore all’occhiello per il Paese e tante aziende troverebbero respiro e possibilità di tornare a crescere e a produrre ricchezza. Inoltre, la possibilità di poter stampare autonomamente valuta rassicurerebbe i mercati riguardo alla possibilità di un imminente “default”.
Ovviamente, questa è solo un’ipotesi, molto difficile fra l’altro da realizzare perché Francia e Germania non ci lascerebbero uscire dall’Euro tanto facilmente. Quello che resta da fare a noi italiani è stare ad aspettare e guardare dove ci porteranno le decisioni prese dai nostri politici: restare nell’Eurozona, come sostiene Bersani, o un referendum, sostenuto da Grillo e dal suo movimento, per decidere se abbandonare o meno la moneta unica?
di Simona Santullo
Contemporaneamente, un gruppo di Paesi membri dell’Europa si trovano a dover fronteggiare una grave crisi economica, finanziaria e del debito pubblico. I Paesi maggiormente coinvolti in questa crisi, come tutti sanno, sono il Portogallo, l’Irlanda, l’Italia, la Grecia la Spagna e ultimamente Cipro. Tutti questi Paesi europei hanno in comune un alto debito pubblico e un alto deficit fiscale, e di conseguenza i mercati richiedono alti tassi di interesse per comprare i titoli di Stato. L’Italia per esempio vanta uno dei debiti pubblici più elevati al mondo, e i mercati, pensando che non saremo mai in grado di ripagare il debito, chiedono alti tassi di interesse, e ciò ha portato il nostro Paese in quella che si chiama “crisi che si auto-realizza”.
Di fatto, la recente crisi finanziaria ha mostrato che la bella favola raccontataci fino ad oggi sulla moneta unica europea era, appunto, solo una bella favola. Per convincerci ad aderire alla moneta unica ci avevano detto che questa era l’unica via possibile per attuare le riforme necessarie al nostro Paese per essere più competitivo ed efficiente sui mercati internazionali; ci avevano detto che l’Euro avrebbe determinato una maggiore equità sociale; che avremmo avuto una diminuzione dei tassi di interesse, con ulteriore beneficio sul debito pubblico e sui mutui, con grandi risparmi per le classi sociali meno abbienti. Fiduciosi, abbiamo aderito all’Euro, ma delle riforme tanto decantate nemmeno l’ombra; anzi, l’Italia è in grave recessione economica ed è molto più debole di prima. Ad oggi è solo molto evidente come ci sia stata una redistribuzione della ricchezza a sfavore delle classi disagiate, come si sia verificato un forte aumento dei tassi d’interesse e dei prezzi degli immobili e delle locazioni, portando alla paralisi l’intero sistema economico nazionale. Il nostro Paese perde giorno per giorno competitività e credibilità agli occhi del mondo.
In realtà, un Paese che vuole stare all’interno dell’Unione Europea si salva dagli attacchi della speculazione solo se ha i conti pubblici in ordine e non ha un debito privato esagerato. Oggi invece per molti paesi europei l’unione monetaria rappresenta solo miseria e ostilità, avendo portato al deterioramento inesorabile di gran parte degli strati sociali del Paese stesso.
L’unione monetaria è stata studiata davvero bene: con essa c’è stato imposto un regime monetario controllato dalle banche. Ora vogliono farci credere che la soluzione a questa crisi sia rappresentata dalla necessità di avere un governo europeo centrale che controlli il sistema monetario, fiscale, giuridico ed economico. Ma questa non è la soluzione ai nostri problemi, anzi; in questo modo ci verranno imposte nuove regole a cui dover sottostare e la nostra economia sarà sempre più pianificata dall’Europa e non dagli italiani.
E’ vero, per uscire dalla crisi dell’Euro occorrono urgenti riforme che riportino il Paese ad una rapida ripresa dell’economia, ma questo sembra essere davvero difficile nell’immediato. E allora uscire dall’Euro per il nostro Paese forse non è una soluzione da scartare a priori. Avremmo nuovamente la possibilità di avere il nostro futuro nelle nostre mani, senza vincoli imposti da Bruxelles o da Francoforte. Se abbandonassimo l’Euro, troppo forte per un Paese come il nostro che si trova travolto da una grave recessione economica, sicuramente ne gioverebbero le esportazioni, il made in Italy tornerebbe ad essere un fiore all’occhiello per il Paese e tante aziende troverebbero respiro e possibilità di tornare a crescere e a produrre ricchezza. Inoltre, la possibilità di poter stampare autonomamente valuta rassicurerebbe i mercati riguardo alla possibilità di un imminente “default”.
Ovviamente, questa è solo un’ipotesi, molto difficile fra l’altro da realizzare perché Francia e Germania non ci lascerebbero uscire dall’Euro tanto facilmente. Quello che resta da fare a noi italiani è stare ad aspettare e guardare dove ci porteranno le decisioni prese dai nostri politici: restare nell’Eurozona, come sostiene Bersani, o un referendum, sostenuto da Grillo e dal suo movimento, per decidere se abbandonare o meno la moneta unica?
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Sono presenti 5 commenti
con la demenziale classe politica che abbiamo
cosa credi che succeda?
E' urgente uscire dalla trappola dell'Euro! Si stanno arricchendo sulle nostre misere spalle e gli economisti che lo negano sono grandi imbecilli!
Tanto loro guadagnano da far paura e i commercialisti, vile razza dannata sai come ci sguazzano? Via il prima possibile da questa europa con la "e" minuscola tutta a trazione germania!
Adamo
Cara Simona Santullo condivido e non da ora ma da sempre quanto hai qui esposto.
Ottimo articolo senza troppi veli e inchini ai nostri intelligentoni che ci hanno sin qui condotto. Prodi l'ha proprio combinata bella! Ci mancherebbe vederlo seduto al posto di Napolitano!
Buona Pasqua!
Silvio Foini redattore LPL.
Confermo ogni singola parola del collega e amico Silvio Foini. Non sono esperta di finanziaria ma inizio a credere che la via della salvezza passi per l'uscita dall'Europa Unita. Non bastasse questo, lascerei l'euro oggi stesso, pur di dare un dispiacere a qualche nazione che non mi è molto simpatica :-) . Buona Pasqua a tutti, Federica
Con l'euro ci siamo visti da un giorno all'altro rubato metà di quanto avevamo. Bell'iniziativa di Prodi! Questo sarebbe proponibile per il Quirinale? Dopo il danno gravissimo all'Italia anche la beffa atroce? Emigro con la famiglia se accadesse!
Piergiorgio
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