“In Mali se dal punto di vista militare la situazione è migliorata, la crisi umanitaria invece non è terminata”.
Misna - Lo ha detto al termine di una visita nella regione centrale di Mopti la direttrice del Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp), Ertharin Cousin, riferendo delle condizioni difficili nelle quali vivono i circa 40.000 sfollati del campo di Sévaré, 600 km a nord di Bamako. Donne, bambini e anziani originari delle regioni settentrionali di Douentza, Hombori, Gao e Kidal, liberate grazie all’intervento militare francese Serval, dei soldati di Bamako e di diversi paesi dell’Africa occidentale. Oltre all’accesso al cibo e all’acqua, finora assicurato dalle organizzazioni umanitarie, gli sfollati stanno avendo difficoltà nell’accesso a cure mediche mentre i bambini studiano in circostanze disagiate. “C’è ancora tanto lavoro da fare qui (…) dobbiamo raddoppiare la nostra vigilanza e aiutare fino all’ultimo queste persone nel lungo processo di ritorno nei villaggi di origine” ha aggiunto la Cousin.
L’offensiva Serval ha anche spinto centinaia di migliaia di abitanti del nord a trovare rifugio nei paesi confinanti: in tutto sono in 173.000 ad aver varcato le frontiere con Niger, Burkina Faso e Algeria, ma il numero più elevato riguarda la Mauritania che in tutto accoglie 75.000 maliani nel campo di Mbera (sud-est), a 50 chilometri dal confine. Oltre all’emergenza che in tutto riguarda 650.000 persone, il Pam sta intervenendo in risposta alle necessità croniche del sud, che deve ancora risollevarsi dalla siccità dello scorso anno; più di 520.000 cittadini vivono nell’insicurezza alimentare.
Intanto sul fronte militare, gli scontri proseguono nei territori montuosi degli Ifoghas e di Timetrine (nord-est), principale roccaforte di Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi). Nel fine settimana cinque razzi sono caduti a pochi chilometri da Gao, nei pressi di una base militare francese, senza causare vittime. Dalla regione di Gourma (centro), al nord di Sévaré, è invece giunta la notizia di nuovi arresti tra i civili, per lo più esponenti delle comunità minoritarie tuareg e arabe, ritenute vicine ai gruppi armati. I soldati di Bamako stanno proseguendo la loro missione lungo il fiume Niger, ad est, verso Tintedeine, Banikan e Temera. Fonti locali hanno denunciato il comportamento “negativo” assunto dai militari che avrebbero incendiato e saccheggiato diverse abitazioni.
Sul versante politico è in corso a Noukchott una riunione internazionale sulla sicurezza nella regione del Sahel e del Sahara alla quale partecipano rappresentanti del Mali, dell’Unione Africana, dell’Unione Europea e dell’Onu. Dall’incontro mauritano dovrebbe uscire una dichiarazione congiunta sull’attuazione del mandato della Missione internazionale di sostegno al Mali (Misma), a comando africano, sul rafforzamento della sicurezza ai confini, la lotta congiunta al terrorismo regionale ma anche sul prossimo dispiegamento di una missione di peacekeeping dell’Onu al posto della Misma, previsto per il mese di luglio. Da Bruxelles, il Consiglio dell’Unione Europea ha nominato l’ambasciatore francese Michel Reveyrand de Menthon rappresentante speciale per la regione del Sahel per “contribuire agli sforzi regionali ed internazionali al ristabilimento della pace, della sicurezza e di uno sviluppo durevole”. L’ex ambasciatore francese in Ciad e Mali entrerà formalmente in carica a partire da aprile con un mandato iniziale di un anno.
Misna - Lo ha detto al termine di una visita nella regione centrale di Mopti la direttrice del Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp), Ertharin Cousin, riferendo delle condizioni difficili nelle quali vivono i circa 40.000 sfollati del campo di Sévaré, 600 km a nord di Bamako. Donne, bambini e anziani originari delle regioni settentrionali di Douentza, Hombori, Gao e Kidal, liberate grazie all’intervento militare francese Serval, dei soldati di Bamako e di diversi paesi dell’Africa occidentale. Oltre all’accesso al cibo e all’acqua, finora assicurato dalle organizzazioni umanitarie, gli sfollati stanno avendo difficoltà nell’accesso a cure mediche mentre i bambini studiano in circostanze disagiate. “C’è ancora tanto lavoro da fare qui (…) dobbiamo raddoppiare la nostra vigilanza e aiutare fino all’ultimo queste persone nel lungo processo di ritorno nei villaggi di origine” ha aggiunto la Cousin.
L’offensiva Serval ha anche spinto centinaia di migliaia di abitanti del nord a trovare rifugio nei paesi confinanti: in tutto sono in 173.000 ad aver varcato le frontiere con Niger, Burkina Faso e Algeria, ma il numero più elevato riguarda la Mauritania che in tutto accoglie 75.000 maliani nel campo di Mbera (sud-est), a 50 chilometri dal confine. Oltre all’emergenza che in tutto riguarda 650.000 persone, il Pam sta intervenendo in risposta alle necessità croniche del sud, che deve ancora risollevarsi dalla siccità dello scorso anno; più di 520.000 cittadini vivono nell’insicurezza alimentare.
Intanto sul fronte militare, gli scontri proseguono nei territori montuosi degli Ifoghas e di Timetrine (nord-est), principale roccaforte di Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi). Nel fine settimana cinque razzi sono caduti a pochi chilometri da Gao, nei pressi di una base militare francese, senza causare vittime. Dalla regione di Gourma (centro), al nord di Sévaré, è invece giunta la notizia di nuovi arresti tra i civili, per lo più esponenti delle comunità minoritarie tuareg e arabe, ritenute vicine ai gruppi armati. I soldati di Bamako stanno proseguendo la loro missione lungo il fiume Niger, ad est, verso Tintedeine, Banikan e Temera. Fonti locali hanno denunciato il comportamento “negativo” assunto dai militari che avrebbero incendiato e saccheggiato diverse abitazioni.
Sul versante politico è in corso a Noukchott una riunione internazionale sulla sicurezza nella regione del Sahel e del Sahara alla quale partecipano rappresentanti del Mali, dell’Unione Africana, dell’Unione Europea e dell’Onu. Dall’incontro mauritano dovrebbe uscire una dichiarazione congiunta sull’attuazione del mandato della Missione internazionale di sostegno al Mali (Misma), a comando africano, sul rafforzamento della sicurezza ai confini, la lotta congiunta al terrorismo regionale ma anche sul prossimo dispiegamento di una missione di peacekeeping dell’Onu al posto della Misma, previsto per il mese di luglio. Da Bruxelles, il Consiglio dell’Unione Europea ha nominato l’ambasciatore francese Michel Reveyrand de Menthon rappresentante speciale per la regione del Sahel per “contribuire agli sforzi regionali ed internazionali al ristabilimento della pace, della sicurezza e di uno sviluppo durevole”. L’ex ambasciatore francese in Ciad e Mali entrerà formalmente in carica a partire da aprile con un mandato iniziale di un anno.
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