Sono ripartiti i fucilieri della marina militare, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, alla volta di New Delhi, accompagnati dal sottosegretario agli Esteri, Staffan de Mistura.
New Delhi (youreporternews) - Il capitolo India sembrava archiviato, fino a qualche giorno fa. Giovedì sera si diffonde la notizia dell’imminente ritorno in India dei marò italiani, che i parenti dei sottufficiali, neppure hanno la forza di commentare. Sembra inverosimile. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi spiega che si tratta della mossa giusta, “la situazione si sta normalizzando, non stiamo mandando i nostri militari allo sbaraglio, incontro ad un destino ignoto. Non rischiano la pena di morte”, sottolinea.
Mentre Renato Brunetta del Pdl chiede a Monti di riferire in Parlamento, in merito a questo dietro front della diplomazia italiana, “accondiscendente al diktat indiano”. “Mi vergogno per come il governo Monti ha gestito la vicenda dei nostri marò in India. Stiamo tornando alla vecchia italietta”, dice Brunetta intervistato a Radio Anch’io.
“Rispetto a due settimane fa la tensione è salita, si sono manifestate preoccupazioni anche per l’incolumità del nostro ambasciatore, la vicenda ha avuto un risalto internazionale”, chiarisce Terzi, in un’intervista a Repubblica, sottolineando di non avere alcuna intenzione di dimettersi.
Terzi ritiene che in questo modo i rapporti con l’India torneranno a normalizzarsi, “ora con l’India si è riaperto un canale di comunicazione diplomatica e giuridica che si basa sul mutuo rispetto”.
“Abbiamo ricevuto un documento da un autorevole organismo indiano che ci ha convinto, da qui la decisione di procedere al ritorno dei marò”, spiega De Mistura. Insomma i fucilieri rischiano molto meno in questo modo, secondo il sottosegretario agli Esteri che prima di partire per New Delhi insieme a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ha spiegato, ”questo per i marò è doloroso, ma loro sono consapevoli dell’importanza fondamentale del gesto per il futuro del Paese e loro”.
L’Italia ha accettato di disporre il ritorno dei marò dopo ”le nostre assicurazioni” che essi ”non correvano alcun rischio di arresto”. Il ”loro processo in India non rientrava nei rarissimi casi in cui è prevista l’applicazione della pena di morte”, ha precisato il ministro degli Esteri indiano, Salman Khurshid in parlamento.
“Del resto, al Paese di Beppe Grillo che gliene frega se l’Italia rispedisce in India i suoi soldati…. Pena, dolore, indignazione!”, scrive su Twitter il segretario de La Destra, Francesco Storace.
New Delhi (youreporternews) - Il capitolo India sembrava archiviato, fino a qualche giorno fa. Giovedì sera si diffonde la notizia dell’imminente ritorno in India dei marò italiani, che i parenti dei sottufficiali, neppure hanno la forza di commentare. Sembra inverosimile. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi spiega che si tratta della mossa giusta, “la situazione si sta normalizzando, non stiamo mandando i nostri militari allo sbaraglio, incontro ad un destino ignoto. Non rischiano la pena di morte”, sottolinea.
Mentre Renato Brunetta del Pdl chiede a Monti di riferire in Parlamento, in merito a questo dietro front della diplomazia italiana, “accondiscendente al diktat indiano”. “Mi vergogno per come il governo Monti ha gestito la vicenda dei nostri marò in India. Stiamo tornando alla vecchia italietta”, dice Brunetta intervistato a Radio Anch’io.
“Rispetto a due settimane fa la tensione è salita, si sono manifestate preoccupazioni anche per l’incolumità del nostro ambasciatore, la vicenda ha avuto un risalto internazionale”, chiarisce Terzi, in un’intervista a Repubblica, sottolineando di non avere alcuna intenzione di dimettersi.
Terzi ritiene che in questo modo i rapporti con l’India torneranno a normalizzarsi, “ora con l’India si è riaperto un canale di comunicazione diplomatica e giuridica che si basa sul mutuo rispetto”.
“Abbiamo ricevuto un documento da un autorevole organismo indiano che ci ha convinto, da qui la decisione di procedere al ritorno dei marò”, spiega De Mistura. Insomma i fucilieri rischiano molto meno in questo modo, secondo il sottosegretario agli Esteri che prima di partire per New Delhi insieme a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ha spiegato, ”questo per i marò è doloroso, ma loro sono consapevoli dell’importanza fondamentale del gesto per il futuro del Paese e loro”.
L’Italia ha accettato di disporre il ritorno dei marò dopo ”le nostre assicurazioni” che essi ”non correvano alcun rischio di arresto”. Il ”loro processo in India non rientrava nei rarissimi casi in cui è prevista l’applicazione della pena di morte”, ha precisato il ministro degli Esteri indiano, Salman Khurshid in parlamento.
“Del resto, al Paese di Beppe Grillo che gliene frega se l’Italia rispedisce in India i suoi soldati…. Pena, dolore, indignazione!”, scrive su Twitter il segretario de La Destra, Francesco Storace.
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È presente 1 commento
Come sempre, l'Italia inchina la testa e si abbassa i pantaloni davanti a chiunque... Vorrei vedere se gli Americani avrebbero ceduto! Vergogna!
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