Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon e il Consiglio di sicurezza hanno condannato nelle ultime ore la cattura da parte di “elementi armati dell’opposizione siriana” di un gruppo di ‘peacekeepers’ della Forza di disimpegno degli osservatori dell’Onu (Undof) incaricata di monitorare il cessate il fuoco tra Siria e Israele sulle Alture del Golan.
Misna - In una nota ufficiale, il Palazzo di Vetro riferisce che 21 soldati dell’Onu sono stati fermati dai ribelli vicino a Jamla, al confine tra i due paesi, da una trentina di uomini armati. “La libertà di movimento e la sicurezza dell’Undof devono essere rispettate da tutte le parti” sottolinea la nota di Ban. I membri del Consiglio hanno allo stesso tempo chiesto “il rilascio immediato e incondizionato di tutti i ‘caschi blu’ facendo appello alle parti affinché collaborino con l’Undof”. Secondo il portavoce delle Nazioni Unite Eduardo del Buey, i ‘peacekeepers’ sono stati catturati al posto d’osservazione 58, evacuato la settimana scorsa a causa di pesanti combattimenti in corso nella zona.
L’Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh), secondo cui gli osservatori rapiti sono di nazionalità filippina, ha diffuso due video amatoriali dei ribelli che affermano di appartenere alla ‘Brigata dei martiri di Yarmuk’ e annunciano che i ‘caschi blu’ non saranno liberati fino a quando le truppe governative non si ritireranno da Jamla. “Chiediamo che tornino alle loro basi o questi uomini saranno trattati come prigionieri di guerra” avverte l’uomo nel primo video; nel secondo filmato lo stesso uomo accusa l’Undof di collaborare con l’esercito siriano contro i ribelli per prendere il controllo di Jamla.
Misna - In una nota ufficiale, il Palazzo di Vetro riferisce che 21 soldati dell’Onu sono stati fermati dai ribelli vicino a Jamla, al confine tra i due paesi, da una trentina di uomini armati. “La libertà di movimento e la sicurezza dell’Undof devono essere rispettate da tutte le parti” sottolinea la nota di Ban. I membri del Consiglio hanno allo stesso tempo chiesto “il rilascio immediato e incondizionato di tutti i ‘caschi blu’ facendo appello alle parti affinché collaborino con l’Undof”. Secondo il portavoce delle Nazioni Unite Eduardo del Buey, i ‘peacekeepers’ sono stati catturati al posto d’osservazione 58, evacuato la settimana scorsa a causa di pesanti combattimenti in corso nella zona.
L’Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh), secondo cui gli osservatori rapiti sono di nazionalità filippina, ha diffuso due video amatoriali dei ribelli che affermano di appartenere alla ‘Brigata dei martiri di Yarmuk’ e annunciano che i ‘caschi blu’ non saranno liberati fino a quando le truppe governative non si ritireranno da Jamla. “Chiediamo che tornino alle loro basi o questi uomini saranno trattati come prigionieri di guerra” avverte l’uomo nel primo video; nel secondo filmato lo stesso uomo accusa l’Undof di collaborare con l’esercito siriano contro i ribelli per prendere il controllo di Jamla.
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