L’immagine si riappropria della natura e del paesaggio. La natura infonde il senso della bellezza, dell’armonia e del sogno.
Nelle opere di Indra Krecere si avverte che il ritorno al figurativo è essenzialmente espressione profonda di una ricerca in grado di riportare al centro dell’universo l’uomo e la vita. La fine delle ideologie e con essa il parziale superamento dell’attività artistica intesa come esaltazione della sperimentazione e dell’utilizzo di materiali “innovativi” (dalla plastica ai sacchi, dalla gommapiuma al cemento), ha riportato l’orologio della pittura indietro nel tempo. Si tratta non tanto di una rivisitazione del passato, quanto di una sorta di debita riappropriazione del vasto patrimonio artistico e culturale, nonché della straordinaria tradizione europea, che fa capo agli impressionisti di fine Ottocento.
Indra Krecere si ricollega alla tradizione del realismo, che ebbe grande sviluppo anche in Russia – e in modo del tutto indipendente rispetto alla Francia – con artisti di grande spessore quali Grabar, Polenov, Serov e Vasiliev o come l’ucraino Kuindzi. Anche nel suo caso, la pittura svolge un’azione “pedagogica”: diviene cioè fusione tra la tradizione europea di fine Ottocento e primi Novecento, con la modernità passata attraverso la lezione impartita dal cubismo, dal futurismo, dall’astrattismo, dalla pop art e dall’arte concettuale. In realtà, l’arte figurativa per oltre cento anni non è mai morta, ma al contrario ha mantenuto intatta la propria orgogliosa autonomia. Ha conservato la sua particolare vena narrante, non dissociandosi mai dalla realtà e dalla quotidianità, né cedendo – come è accaduto per molti artisti - alle sirene del tecnicismo.
La Galleria Forzani di Terni, nota per avere ospitato in passato artisti di valore quali Dorazio, Bonalumi, Zigaina, Biggi , presenta in questi giorni alcune opere di Indra Krecere , dalle quali emerge come la sua pittura, carica di luce e di colore, sia la continuità ma anche l’evoluzione della tradizione pittorica russa. Lo testimonia la sua formazione accademica. Di più, lo dimostra il tratto con cui dipinge, aprendo le ali al sogno e all’eterna speranza di redenzione che accompagna l’umanità in questi anni tormentati e bui. L’arte e il bello rappresentano ancora oggi una sorta di “uscita di sicurezza”, la strada per elevare lo spirito e renderlo libero dai legami materiali che ci rendono “banal-dipendenti”.
Opera presente in galleria |
Indra Krecere si ricollega alla tradizione del realismo, che ebbe grande sviluppo anche in Russia – e in modo del tutto indipendente rispetto alla Francia – con artisti di grande spessore quali Grabar, Polenov, Serov e Vasiliev o come l’ucraino Kuindzi. Anche nel suo caso, la pittura svolge un’azione “pedagogica”: diviene cioè fusione tra la tradizione europea di fine Ottocento e primi Novecento, con la modernità passata attraverso la lezione impartita dal cubismo, dal futurismo, dall’astrattismo, dalla pop art e dall’arte concettuale. In realtà, l’arte figurativa per oltre cento anni non è mai morta, ma al contrario ha mantenuto intatta la propria orgogliosa autonomia. Ha conservato la sua particolare vena narrante, non dissociandosi mai dalla realtà e dalla quotidianità, né cedendo – come è accaduto per molti artisti - alle sirene del tecnicismo.
La Galleria Forzani di Terni, nota per avere ospitato in passato artisti di valore quali Dorazio, Bonalumi, Zigaina, Biggi , presenta in questi giorni alcune opere di Indra Krecere , dalle quali emerge come la sua pittura, carica di luce e di colore, sia la continuità ma anche l’evoluzione della tradizione pittorica russa. Lo testimonia la sua formazione accademica. Di più, lo dimostra il tratto con cui dipinge, aprendo le ali al sogno e all’eterna speranza di redenzione che accompagna l’umanità in questi anni tormentati e bui. L’arte e il bello rappresentano ancora oggi una sorta di “uscita di sicurezza”, la strada per elevare lo spirito e renderlo libero dai legami materiali che ci rendono “banal-dipendenti”.
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