Il fenomeno estivo del disgelo dei ghiacci nella penisola antartica è in aumento. Rispetto a 600 anni or sono si è moltiplicato per dieci, con una accelerazione negli ultimi 50 anni
Città Nuova - Anche nell’Antartide, durante l’estate australe, i ghiacci si stanno sciogliendo in maggiore quantità. Secondo uno studio pubblicato dalla rivista Nature geoscience, rispetto a 600 anni fa si scioglie una quantità di ghiaccio dieci volte superiore e pari al 5 per cento della superficie del Polo Sud. Gli scienziati hanno realizzato perforazioni di 364 metri di profondità per misurare le temperature di vari secoli fa. Le differenti cappe sovrapposte dimostrano le fasi di disgelo e successivo ricongelamento. Nerilie Abram, del British Antarctic Survey di Cambridge (Gran Bretagna) ha spiegato che sono state riscontrate evidenze del fatto che nel passato esisteva una temperatura più bassa e si scioglieva una minore quantità di ghiacci.
Il fenomeno ha avuto una accelerazione sensibile negli ultimi 50 anni. Si riscontra un aumento in media di 1,6 gradi della temperatura. Ciò significa che il riscaldamento della regione antartica è tale che anche lievi aumenti della temperatura producono una forte accelerazione nello scioglimento dei ghiacci.
Durante l’ultima estate boreale, gli scienziati hanno lanciato un'allerta preoccupante per il livello record di disgelo raggiunto dai ghiacci del Polo Nord, quasi la metà della superficie totale. Si tratta di un fenomeno naturale, che avviene durante l’estate sia al Polo Nord che al Polo Sud. Il problema è che l’aumento della temperatura media non favorisce la ricomposizione del ghiaccio e la riduzione degli stessi può inoltre influire sulle correnti oceaniche e dunque sul clima, oltre che sulle specie animali e vegetali dei mari.
Città Nuova - Anche nell’Antartide, durante l’estate australe, i ghiacci si stanno sciogliendo in maggiore quantità. Secondo uno studio pubblicato dalla rivista Nature geoscience, rispetto a 600 anni fa si scioglie una quantità di ghiaccio dieci volte superiore e pari al 5 per cento della superficie del Polo Sud. Gli scienziati hanno realizzato perforazioni di 364 metri di profondità per misurare le temperature di vari secoli fa. Le differenti cappe sovrapposte dimostrano le fasi di disgelo e successivo ricongelamento. Nerilie Abram, del British Antarctic Survey di Cambridge (Gran Bretagna) ha spiegato che sono state riscontrate evidenze del fatto che nel passato esisteva una temperatura più bassa e si scioglieva una minore quantità di ghiacci.
Il fenomeno ha avuto una accelerazione sensibile negli ultimi 50 anni. Si riscontra un aumento in media di 1,6 gradi della temperatura. Ciò significa che il riscaldamento della regione antartica è tale che anche lievi aumenti della temperatura producono una forte accelerazione nello scioglimento dei ghiacci.
Durante l’ultima estate boreale, gli scienziati hanno lanciato un'allerta preoccupante per il livello record di disgelo raggiunto dai ghiacci del Polo Nord, quasi la metà della superficie totale. Si tratta di un fenomeno naturale, che avviene durante l’estate sia al Polo Nord che al Polo Sud. Il problema è che l’aumento della temperatura media non favorisce la ricomposizione del ghiaccio e la riduzione degli stessi può inoltre influire sulle correnti oceaniche e dunque sul clima, oltre che sulle specie animali e vegetali dei mari.
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