sabato, aprile 27, 2013
Un’interessante riflessione sul binomio media e nuove generazioni di Elisa Manna, sociologa e responsabile del Settore politiche culturali Censis, in un libro edito dalle Paoline. Sono a rischio i valori in questa nostra società caratterizzata dallo sviluppo impetuoso dei mezzi di comunicazione di massa?

di Nadia Velardo

Le rapide accelerazioni delle tecniche di comunicazione hanno travolto la nostra quotidianità. Gli innegabili effetti positivi, le opportunità straordinarie che derivano da mezzi come internet e televisione sono accompagnati però da possibili rischi che non dovrebbero essere sottovalutati. Oltre ai pericoli concreti della Rete, come cyberbullismo e pedofilia, ci sono effetti latenti che rischiano di mettere a repentaglio l’umanità delle nuove generazioni. Come sarà il futuro? Quale concezione della vita si sta delineando nell’animo degli adolescenti e preadolescenti di quest’epoca 2.0?Elisa Manna, tra i primi ricercatori in Italia ad occuparsi di questo sottilmente drammatico problema, intende far emergere le possibili conseguenze negative dei mass media, non sulla base di valutazioni personali ma supportata dai risultati forniti da un’ampia produzione scientifica internazionale.

Gli adolescenti di oggi sono nativi digitali, ma la loro confidenza con la tecnologia non basta a renderli critici rispetto al grande ascendente che i media hanno sul loro modo di vedere la vita e sui principi da considerare veramente importanti. La Manna fa notare come i media hanno da tempo scombinato la gerarchia dei valori su cui poggiava la società premediatica, creando trasformazioni valoriali strutturali del tutto impreviste. I rischi sono già palesi e basta guardarsi intorno: tendenza al consumismo, banalizzazione dei sentimenti, paura, indifferenza e diffidenza sociale, aggressività, visione riduttiva del ruolo della donna.

I media hanno una grandissima influenza sull’anima, sulla psiche, sull’identità, sul modo di intendere la vita. I contenuti veicolati dalla maggioranza dei programmi TV e siti internet non riescono ad aiutare la personalità ad evolvere, a costruirsi, a maturare. L’idea di felicità, ad esempio, è ormai connessa troppo spesso al consumo e le relazioni sono influenzate da questo.

I bambini e i ragazzi di oggi saranno gli adulti di domani. Crescendo immersi nei messaggi veicolati dai mezzi di comunicazione, nelle cui gerarchie di valori ai primi posti ci sono aspetti della vita molto epidermici, come l’estetica, la bellezza, il successo a tutti i costi, i sentimenti messi in gioco come passatempo, in cui la dimensione etica e morale sfuma fino quasi ad annullarsi, che uomini e donne diventeranno? Che società saranno capaci di costruire?

Conviene interrogarsi seriamente e capire in che modo i media possano essere potenziati o filtrati, per arginare i rischi e coglierne le potenzialità positive. E questo volume rappresenta un ottimo contributo, serio ma sereno, per accrescere la sensibilità di coloro che dovrebbero aiutare le nuove generazioni nel loro affacciarsi alla vita. Quella vera e non virtuale. Per usare i byte sì, ma a favore dell’anima.

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