Mahbubur Rahman Tapas e Blazul Samad Adnan hanno costretto i propri dipendenti a lavorare, anche se l’edificio era stato dichiarato inagibile. I morti salgono a 323. Ritrovate vive altre 15 persone, ma i dispersi sono ancora centinaia. Almeno 10mila lavoratori in piazza chiedono maggiori misure di sicurezza. Papa Francesco lancia un appello per le vittime su Twitter.
Dhaka (AsiaNews) - La polizia ha arrestato i proprietari di due fabbriche tessili ospitate nel Rana Plaza, il palazzo di otto piani crollato a Savar, estrema periferia di Dhaka (Bangladesh) il 24 aprile scorso. Mahbubur Rahman Tapas e Blazul Samad Adnan, a capo degli stabilimenti New Wave Buttons e New Wave Style, si sono arresi alle forze dell'ordine questa mattina. Essi sono accusati di aver ricattato e costretto i propri dipendenti a recarsi a lavoro, sebbene l'edificio fosse stato dichiarato inagibile e pericolante. Intanto, questa mattina papa Francesco ha twittato un appello per il Bangladesh: "Unitevi a me nella preghiera per le vittime della tragedia di Dhaka, che Dio conceda conforto e forza alle loro famiglie".
Sale il bilancio delle vittime: a oggi sono almeno 323 i lavoratori morti nel crollo del palazzo. Questa mattina i soccorritori hanno estratto dalle macerie altre 15 persone vive, al terzo piano dell'edificio, che si aggiungono così agli oltre 2mila feriti salvati in questi gi
orni. Secondo le forze dell'ordine, impegnate nella ricerca di superstiti, sarebbero però centinaia le persone ancora intrappolate in ciò che resta del Rana Plaza.
Da ieri, almeno 10mila persone impiegate nel settore tessile sono scese nelle strade di Dhaka e a Savar, per chiedere maggiore sicurezza sul posto di lavoro. Chi è impiegato in queste fabbriche tessili - per lo più ragazzi e ragazze giovani - lavora in condizioni al limite del disumano: migliaia di persone stipate su un unico piano, per almeno 12 ore al giorno, a 40 dollari al mese (circa 30 euro), che è la paga media di un operaio non qualificato. "Ormai - commenta un testimone - sono peggio degli schiavi".
Dopo la Cina, il Bangladesh è il secondo esportatore di vestiti al mondo. Secondo l'International Labor Rights Forum, dal 2005 sono più di 1000 gli operai tessili morti nel Paese a causa di edifici non a norma di sicurezza. L'industria tessile rappresenta più del 10% del Pil nazionale e circa l'80% delle esportazioni, per lo più negli Stati Uniti e in Europa. Il Bangladesh ha circa 4.500 fabbriche, che danno lavoro a oltre 2 milioni di persone.
Dhaka (AsiaNews) - La polizia ha arrestato i proprietari di due fabbriche tessili ospitate nel Rana Plaza, il palazzo di otto piani crollato a Savar, estrema periferia di Dhaka (Bangladesh) il 24 aprile scorso. Mahbubur Rahman Tapas e Blazul Samad Adnan, a capo degli stabilimenti New Wave Buttons e New Wave Style, si sono arresi alle forze dell'ordine questa mattina. Essi sono accusati di aver ricattato e costretto i propri dipendenti a recarsi a lavoro, sebbene l'edificio fosse stato dichiarato inagibile e pericolante. Intanto, questa mattina papa Francesco ha twittato un appello per il Bangladesh: "Unitevi a me nella preghiera per le vittime della tragedia di Dhaka, che Dio conceda conforto e forza alle loro famiglie".
Sale il bilancio delle vittime: a oggi sono almeno 323 i lavoratori morti nel crollo del palazzo. Questa mattina i soccorritori hanno estratto dalle macerie altre 15 persone vive, al terzo piano dell'edificio, che si aggiungono così agli oltre 2mila feriti salvati in questi gi
orni. Secondo le forze dell'ordine, impegnate nella ricerca di superstiti, sarebbero però centinaia le persone ancora intrappolate in ciò che resta del Rana Plaza.
Da ieri, almeno 10mila persone impiegate nel settore tessile sono scese nelle strade di Dhaka e a Savar, per chiedere maggiore sicurezza sul posto di lavoro. Chi è impiegato in queste fabbriche tessili - per lo più ragazzi e ragazze giovani - lavora in condizioni al limite del disumano: migliaia di persone stipate su un unico piano, per almeno 12 ore al giorno, a 40 dollari al mese (circa 30 euro), che è la paga media di un operaio non qualificato. "Ormai - commenta un testimone - sono peggio degli schiavi".
Dopo la Cina, il Bangladesh è il secondo esportatore di vestiti al mondo. Secondo l'International Labor Rights Forum, dal 2005 sono più di 1000 gli operai tessili morti nel Paese a causa di edifici non a norma di sicurezza. L'industria tessile rappresenta più del 10% del Pil nazionale e circa l'80% delle esportazioni, per lo più negli Stati Uniti e in Europa. Il Bangladesh ha circa 4.500 fabbriche, che danno lavoro a oltre 2 milioni di persone.
di Nozrul Islam
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