Questa mattina si terrà la terza votazione per scegliere il Presidente della Repubblica. Dopo Marini, il Pd propone Prodi: è "standing ovation"
Ieri Franco Marini non ce l’ha fatta. L’ex leader Cisl non ha infatti raggiunto la soglia minima per salire al Colle, pur essendo appoggiato dal centro-destra e in parte dal centro-sinistra. Bersani parla di una “fase nuova” e già ieri annunciava una “nuova proposta”. In effetti la sorpresa c’è stata, eccome: Bersani e i suoi, dalla quarta votazione, prevista per oggi pomeriggio, faranno il nome di Romano Prodi. In quel caso basterebbe infatti la maggioranza semplice. Tutti concordi i grandi elettori Pd, molto meno gli altri partiti..
Il Pd infatti aveva già chiesto uno slittamento della quarta votazione, prevista per oggi pomeriggio, per riunirsi e decidere compattamente cosa fare. La richiesta, come era facile prevedere, è stata rifiutata dal Pdl, probabilmente per “pressare” Bersani e i suoi sulla scelta di Marini. “Il Pd prima ha realizzato con noi una intesa su Marini – ha spiegato Cicchitto - che non ha potuto o voluto onorare. E' evidente che la scelta su Prodi è di rottura”. “Quella di Prodi - ha aggiunto Maurizio Gasparri - è una scelta che divide. Il contrario di quello che serve all'Italia”.
Mentre il Pdl parla di disastro (il nome di Prodi è stato sempre definito da Berlusconi e i suoi come a dir poco pericoloso), il Pd si sente finalmente unito con questa scelta. “Il nome di Prodi unisce il nostro popolo e il nostro campo – rivela Franceschini - e riserverà molte sorprese a chi immagina che sia una scelta di spaccatura. Non sarà un nome condiviso nell'elezione, ma sono convinto che andrà bene”.
Il Movimento 5 Stelle, pur ammettendo che Romano Prodi era nella rosa dei loro candidati, non appoggerà Prodi ma Rodotà. Sostiene Crimi: “Prodi non è il nostro candidato. E’ entrato nella rosa dei dieci nomi scelti con le Quirinarie. Se Rodotà rinuncia, voteremmo il quarto classificato, cioè Gustavo Zagrebelsky. Dal Pd ci chiedono di votare Prodi? Perché non votano loro Rodotà?”. Di tutt’altra opinione Scelta Civica, che non pensa minimamente al nome di Prodi, ma sostiene fermamente la Cancellieri in quanto “nome d’alto profilo istituzionale”.
Ma cosa succederebbe al centro-destra se ci fosse un accordo tra grillini e Pd? Potrebbe continuare a votare Marini o magari lanciare come una bomba il nome di D’Alema. Sicuramente Prodi, per loro, è fuori discussione. In questo momento il “Mortadella”, come lo definiva Berlusconi, si trova in Mali e solo sabato tornerà a Bologna: insomma, se raggiungesse la maggioranza semplice, potrebbe diventare Presidente della Repubblica ed apprenderlo direttamente dall’Africa.
Ieri Franco Marini non ce l’ha fatta. L’ex leader Cisl non ha infatti raggiunto la soglia minima per salire al Colle, pur essendo appoggiato dal centro-destra e in parte dal centro-sinistra. Bersani parla di una “fase nuova” e già ieri annunciava una “nuova proposta”. In effetti la sorpresa c’è stata, eccome: Bersani e i suoi, dalla quarta votazione, prevista per oggi pomeriggio, faranno il nome di Romano Prodi. In quel caso basterebbe infatti la maggioranza semplice. Tutti concordi i grandi elettori Pd, molto meno gli altri partiti..
Il Pd infatti aveva già chiesto uno slittamento della quarta votazione, prevista per oggi pomeriggio, per riunirsi e decidere compattamente cosa fare. La richiesta, come era facile prevedere, è stata rifiutata dal Pdl, probabilmente per “pressare” Bersani e i suoi sulla scelta di Marini. “Il Pd prima ha realizzato con noi una intesa su Marini – ha spiegato Cicchitto - che non ha potuto o voluto onorare. E' evidente che la scelta su Prodi è di rottura”. “Quella di Prodi - ha aggiunto Maurizio Gasparri - è una scelta che divide. Il contrario di quello che serve all'Italia”.
Mentre il Pdl parla di disastro (il nome di Prodi è stato sempre definito da Berlusconi e i suoi come a dir poco pericoloso), il Pd si sente finalmente unito con questa scelta. “Il nome di Prodi unisce il nostro popolo e il nostro campo – rivela Franceschini - e riserverà molte sorprese a chi immagina che sia una scelta di spaccatura. Non sarà un nome condiviso nell'elezione, ma sono convinto che andrà bene”.
Il Movimento 5 Stelle, pur ammettendo che Romano Prodi era nella rosa dei loro candidati, non appoggerà Prodi ma Rodotà. Sostiene Crimi: “Prodi non è il nostro candidato. E’ entrato nella rosa dei dieci nomi scelti con le Quirinarie. Se Rodotà rinuncia, voteremmo il quarto classificato, cioè Gustavo Zagrebelsky. Dal Pd ci chiedono di votare Prodi? Perché non votano loro Rodotà?”. Di tutt’altra opinione Scelta Civica, che non pensa minimamente al nome di Prodi, ma sostiene fermamente la Cancellieri in quanto “nome d’alto profilo istituzionale”.
Ma cosa succederebbe al centro-destra se ci fosse un accordo tra grillini e Pd? Potrebbe continuare a votare Marini o magari lanciare come una bomba il nome di D’Alema. Sicuramente Prodi, per loro, è fuori discussione. In questo momento il “Mortadella”, come lo definiva Berlusconi, si trova in Mali e solo sabato tornerà a Bologna: insomma, se raggiungesse la maggioranza semplice, potrebbe diventare Presidente della Repubblica ed apprenderlo direttamente dall’Africa.
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