sabato, aprile 27, 2013
La polizia scientifica di Perugia ha trovato sangue ematiche di Riccardo Menenti, padre di Valerio, sulle scale che conducono all’appartamento di Julia Tosti

di Ilaria Sulla

Ieri era prevista un’istanza di riesame a cui i due indagati, Riccardo e Valerio Menenti, hanno deciso di rinunciare dopo le ultime novità sul caso. La traccia ematica analizzata appartiene infatti a Riccardo, padre dell’ex fidanzato di Julia. Anche sulla pistola la Scientifica ha delle novità: è stata rilevata la presenza di sangue e sostanze biologiche appartenenti sia alla vittima che a Menenti sull’arma del delitto. La pistola è un’arma risalente alla Seconda Guerra Mondiale abbandonata dall’assassino a casa di Julia prima di fuggire via. “Sono completamente estraneo a questo delitto. Io e mio padre non abbiamo niente da nascondere. Ero ricoverato in ospedale e ho dormito tutta la notte, ero sotto sedativi”, questo aveva detto Valerio che, nelle sue dichiarazioni, escludeva ogni possibile responsabilità del padre nell’omicidio di Alessandro Polizzi. Eppure quelle tracce di sangue sembrano incastrare Riccardo come l’esecutore materiale del delitto, mentre Valerio sarebbe il mandante.

Effettivamente il movente c’è: Valerio, il giorno dell’omicidio, si trovava ricoverato in ospedale proprio in seguito a una rissa in cui era coinvolto anche Alessandro, e non era la prima volta che i due battibeccavano. Il motivo della contesa era naturalmente Julia, divisa tra un amore finito e uno iniziato da poco, ma prematuramente interrotto.

La notte maledetta Julia e Alessandro dormivano a casa di lei, nella casa che la ragazza aveva ereditato dalla nonna, in via Ettore Ricci. Erano le 3.00 di notte quando qualcuno entrò dal portoncino, irruppe nella casa e si diresse senza esitazione verso il letto in cui i due ragazzi dormivano. Probabilmente infatti conosceva già la strada, per cui non aveva difficoltà a camminare nel buio. Ferì Julia, e Alessandro prontamente si alzò in difesa della fidanzata. Poi sparò il colpo fatale e continuò a colpire il ragazzo con una spranga. Probabilmente la pistola si inceppò, è l’uomo la lasciò dentro l’abitazione per poi fuggire via.

“Alessandro ha salvato a vita di mia figlia – racconta il padre di Julia – l’ha difesa. Insieme a lui Julia, dallo scorso febbraio, era rinata. Mentre il suo ex era un tipo violento, che più volte l’aveva picchiata. Lei tornava a casa gonfia e diceva che aveva sbattuto contro la finestra. Poi un giorno si è confidata con mia moglie. La storia con l’ex è finita per le botte, ma lui non si voleva rassegnare: le ha pure bucato le ruote della macchina che io le avevo regalato”. E’ proprio ad Alessandro che Julia ha rivolto le prime parole una volta dimessa dall’ospedale in cui le hanno estratto il proiettile dalla mano: “Amore, mi dicevi sempre che dovevo tirare fuori il carattere perché ero troppo fragile – si legge su facebook - ma ora tirerò fuori tutta la forza che è dentro per renderti giustizia. Amore, ora sono io la tua guerriera e tu combatterai sempre al mio fianco. Nessuno ci dividerà mai, lo dicevamo sempre, eravamo perfetti insieme e sempre sarà. Abbiamo combattuto e continueremo a farlo mano nella mano. Ti amo”.

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