Il tempo trascorre velocemente e a breve dovremmo eleggere il dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana: tra inciuci e varie candidature, cosa succederà?
di Simona Santullo
Il mandato di Giorgio Napolitano scade il prossimo 15 maggio. La Costituzione indica che le due Camere devono aprire le procedure per l’elezione del nuovo Presidente con trenta giorni di anticipo; queste dovranno riunirsi in seduta comune per cercare di trovare un accordo condiviso su chi sarà il nuovo Capo dello Stato. A lui spetterà l’arduo compito di trovare uno spiraglio di luce all’interno della grande confusione in cui attualmente si trova la politica italiana, oltre che il compito di vigilare sull’unità del Paese. Può essere eletto Presidente qualsiasi cittadino italiano che abbia compiuto cinquant’anni e goda pienamente di tutti i diritti civili e politici. La nostra Costituzione non vieta espressamente che un Presidente possa essere rieletto per due mandati consecutivi, ma Giorgio Napolitano ha già ampiamente escluso l’eventualità di una sua rielezione.
Tanti i nomi dei possibili candidati, e tutte le forze politiche in campo continuano a confrontarsi per cercare di trovare una soluzione che accontenti tutti. E qui casca l’asino – permettetemi l’espressione - perché mettere d’accordo tutte le forze politiche presenti in Italia è davvero un’impresa ardua e quasi impossibile. Ma vediamo chi sono questi onorevoli signori e signore, possibili Presidenti della Repubblica.
I nomi più gettonati sono quelli di Giuliano Amato, Pietro Grasso, Giuseppe De Rita, Franco Marini, Stefano Rodotà, Marcello Pera, Romano Prodi, Anna Finocchiaro, Emma Bonino, Mario Draghi, Mario Monti, Pier Ferdinando Casini, Gianni Letta, Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani. Insomma, una vasta schiera di politici presenti sulla scena italiana da più di vent’anni tra cui scegliere un futuro Presidente che sia sopra le parti e sopra i partiti.
Ogni schieramento politico ovviamente vorrebbe vedere eletto il proprio candidato. Il M5S non ha intenzione di fare accordi e vuole rimanere lontano dagli “inciuci” di palazzo, proponendo quindi di scegliere il Presidente con votazioni online. Il PD di Renzi vuole un’intesa con Berlusconi, e considerando che l’ultima cosa che vuole anche il PD di Bersani è ridurre l’Italia ad un campo di battaglia, proprio Bersani ha deciso di incontrare Silvio Berlusconi e di provare ad “ammorbidirsi” verso le richieste del PDL; sembrano tutti consapevoli del fatto che il nostro Paese stia morendo e che quindi è davvero necessario tentarle tutte per arrivare all’elezione di un Presidente che venga eletto con un largo consenso.
Ovviamente, c’è da tener conto che PD e PDL si accorderanno sul nome condiviso del Presidente solo se entrambi troveranno un accordo vantaggioso sul futuro governo italiano, e sulla base di questo piccolo ed insignificante particolare Bersani e Berlusconi parlano nelle stanze della politica italiana. Berlusconi infatti, piuttosto che vedere Romano Prodi al Quirinale è pronto ad accordarsi sul nome di Massimo D’Alema, o addirittura sulla stessa possibile candidatura di Pier Luigi Bersani. Un’altra possibile alternativa a Bersani? Berlusconi Presidente o tutt’al più il suo fedelissimo Gianni Letta, o Franco Marini; già, perché il Presidente della Repubblica presiede il Consiglio Superiore della Magistratura, e forse quest’aspetto preoccupa un po’ Silvio Berlusconi, tanto che si mormora a Palazzo che sul tavolo delle contrattazioni ci sia anche un’amnistia per il Cavaliere.
Bene, siamo arrivati alla follia, o al limite del ridicolo, scegliete voi. Dopo lunghe ed estenuanti lotte, colpi bassi, offese pubbliche reciproche, che hanno contribuito a causare la rovina del nostro Paese, Bersani e Berlusconi si siedono attorno ad un tavolo e cercano di trovare un qualche compromesso per il bene dell’Italia, arrivando a proporre loro stessi come possibili Presidenti della Repubblica. Ma stanno davvero dando i numeri? Giocano con la pelle degli altri pur di salvare la loro. E noi siamo ancora disposti ad ascoltare tutte queste baggianate?. Quindi, ricapitolando, sì ad un governo guidato dalla sinistra, ma in cambio il Presidente della Repubblica dovrà essere un moderato sensibile ai problemi giudiziari di Berlusconi? Insomma, l’inciucio torna ancora una volta vincitore pur di salvare le poltrone su cui alcuni siedono comodi comodi da anni. Ricordo, a solo titolo informativo, che il Presidente della Repubblica deve rappresentare tutti gli italiani e l’unità del Paese e quindi dovrebbe essere una persona super partes.
In ogni caso, il nuovo Presidente della Repubblica deve essere eletto, e a questa elezione ormai mancano pochi giorni: non ci resta che stare a guardare quello che succederà. Un illustre uomo di Stato della nostra politica molto tempo fa disse: “Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista guarda alla prossima generazione; un politico cerca il successo del suo partito, un uomo di Stato quello del suo Paese, l’uomo di Stato ha voluto guidare, mentre il politico si è accontentato di lasciarsi portare dalla corrente” (Alcide De Gasperi – James Freeman Clarke). Singolare notare come l’Italia sia ancora piena di “politici” e come essi continuino a influenzare negativamente i nostri destini.
di Simona Santullo
Il mandato di Giorgio Napolitano scade il prossimo 15 maggio. La Costituzione indica che le due Camere devono aprire le procedure per l’elezione del nuovo Presidente con trenta giorni di anticipo; queste dovranno riunirsi in seduta comune per cercare di trovare un accordo condiviso su chi sarà il nuovo Capo dello Stato. A lui spetterà l’arduo compito di trovare uno spiraglio di luce all’interno della grande confusione in cui attualmente si trova la politica italiana, oltre che il compito di vigilare sull’unità del Paese. Può essere eletto Presidente qualsiasi cittadino italiano che abbia compiuto cinquant’anni e goda pienamente di tutti i diritti civili e politici. La nostra Costituzione non vieta espressamente che un Presidente possa essere rieletto per due mandati consecutivi, ma Giorgio Napolitano ha già ampiamente escluso l’eventualità di una sua rielezione.
Tanti i nomi dei possibili candidati, e tutte le forze politiche in campo continuano a confrontarsi per cercare di trovare una soluzione che accontenti tutti. E qui casca l’asino – permettetemi l’espressione - perché mettere d’accordo tutte le forze politiche presenti in Italia è davvero un’impresa ardua e quasi impossibile. Ma vediamo chi sono questi onorevoli signori e signore, possibili Presidenti della Repubblica.
I nomi più gettonati sono quelli di Giuliano Amato, Pietro Grasso, Giuseppe De Rita, Franco Marini, Stefano Rodotà, Marcello Pera, Romano Prodi, Anna Finocchiaro, Emma Bonino, Mario Draghi, Mario Monti, Pier Ferdinando Casini, Gianni Letta, Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani. Insomma, una vasta schiera di politici presenti sulla scena italiana da più di vent’anni tra cui scegliere un futuro Presidente che sia sopra le parti e sopra i partiti.
Ogni schieramento politico ovviamente vorrebbe vedere eletto il proprio candidato. Il M5S non ha intenzione di fare accordi e vuole rimanere lontano dagli “inciuci” di palazzo, proponendo quindi di scegliere il Presidente con votazioni online. Il PD di Renzi vuole un’intesa con Berlusconi, e considerando che l’ultima cosa che vuole anche il PD di Bersani è ridurre l’Italia ad un campo di battaglia, proprio Bersani ha deciso di incontrare Silvio Berlusconi e di provare ad “ammorbidirsi” verso le richieste del PDL; sembrano tutti consapevoli del fatto che il nostro Paese stia morendo e che quindi è davvero necessario tentarle tutte per arrivare all’elezione di un Presidente che venga eletto con un largo consenso.
Ovviamente, c’è da tener conto che PD e PDL si accorderanno sul nome condiviso del Presidente solo se entrambi troveranno un accordo vantaggioso sul futuro governo italiano, e sulla base di questo piccolo ed insignificante particolare Bersani e Berlusconi parlano nelle stanze della politica italiana. Berlusconi infatti, piuttosto che vedere Romano Prodi al Quirinale è pronto ad accordarsi sul nome di Massimo D’Alema, o addirittura sulla stessa possibile candidatura di Pier Luigi Bersani. Un’altra possibile alternativa a Bersani? Berlusconi Presidente o tutt’al più il suo fedelissimo Gianni Letta, o Franco Marini; già, perché il Presidente della Repubblica presiede il Consiglio Superiore della Magistratura, e forse quest’aspetto preoccupa un po’ Silvio Berlusconi, tanto che si mormora a Palazzo che sul tavolo delle contrattazioni ci sia anche un’amnistia per il Cavaliere.
Bene, siamo arrivati alla follia, o al limite del ridicolo, scegliete voi. Dopo lunghe ed estenuanti lotte, colpi bassi, offese pubbliche reciproche, che hanno contribuito a causare la rovina del nostro Paese, Bersani e Berlusconi si siedono attorno ad un tavolo e cercano di trovare un qualche compromesso per il bene dell’Italia, arrivando a proporre loro stessi come possibili Presidenti della Repubblica. Ma stanno davvero dando i numeri? Giocano con la pelle degli altri pur di salvare la loro. E noi siamo ancora disposti ad ascoltare tutte queste baggianate?. Quindi, ricapitolando, sì ad un governo guidato dalla sinistra, ma in cambio il Presidente della Repubblica dovrà essere un moderato sensibile ai problemi giudiziari di Berlusconi? Insomma, l’inciucio torna ancora una volta vincitore pur di salvare le poltrone su cui alcuni siedono comodi comodi da anni. Ricordo, a solo titolo informativo, che il Presidente della Repubblica deve rappresentare tutti gli italiani e l’unità del Paese e quindi dovrebbe essere una persona super partes.
In ogni caso, il nuovo Presidente della Repubblica deve essere eletto, e a questa elezione ormai mancano pochi giorni: non ci resta che stare a guardare quello che succederà. Un illustre uomo di Stato della nostra politica molto tempo fa disse: “Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista guarda alla prossima generazione; un politico cerca il successo del suo partito, un uomo di Stato quello del suo Paese, l’uomo di Stato ha voluto guidare, mentre il politico si è accontentato di lasciarsi portare dalla corrente” (Alcide De Gasperi – James Freeman Clarke). Singolare notare come l’Italia sia ancora piena di “politici” e come essi continuino a influenzare negativamente i nostri destini.
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