La rivista “Il Sentiero Francescano” offre un’esclusiva intervista, video e testuale, al noto cantante francescano umbro che ha firmato un contratto mondiale discografico con la londinese Decca Records
di Diego Mecenero e Carmen Nardi
Lo aspettiamo in portineria, all’ingresso del convento dei Frati Minori di Santa Maria degli Angeli di Assisi, chiacchierando amabilmente con il suo confratello portinaio che, pugliese d’origine, ci raccomanda scherzosamente di fargli “domande difficili”. Poi alla fine compare, lui, frate Alessandro Brustenghi. Si stagliano dallo scuro saio marrone un paio di chiare scarpe da ginnastica (simpatico l’accostamento al sacro abito) e, ancor più, il suo serafico e disarmante sorriso che subito ci fa sentire a nostro agio. Lo ringraziamo di aver accordato un’intervista esclusiva al nostro “Sentiero Francescano” (scoprendo che conosce bene questo percorso) e ci accomodiamo in una saletta attigua alla portineria.
Il giovane francescano, nato nel ‘71 proprio a Perugia, con una passione innata per la musica che l’ha portato a firmare un contratto di portata mondiale con la celebre casa discografica londinese Decca Records, lui, figura di francescano invitato ormai in tutte le televisioni e media nazionali ed internazionali, ha in realtà instaurato fin dal primo istante con noi un piacevolissimo clima come tra amici che si conoscono da tempo e, seduti attorno a un tavolo, ci riscopriamo a chiacchierare di cose interessanti senza ancor aver premuto il pulsante di una telecamera o voice-recorder. A ragion veduta, poi, ci mangiamo le mani al riguardo.
Poi iniziamo con le domande e, magicamente, il clima tra di noi non cambia. Fra Alessandro (non Padre, la sua scelta è quella di vivere da consacrato con voti, come san Francesco, senza accedere all’ordine sacro del sacerdozio), risponde alle nostre domande sulla linea dello stesso stile comunicativo già instaurato. Tramite la voce e professionalità della nostra Carmen Nardi gli chiediamo della sua vita, della sua infanzia e conversione, della sua innata passione per la musica. Gli chiediamo del suo rapporto con la figura del Santo di Assisi e di come gestisce vita privata ed acquisita notorietà. Dalle sue parole scopriamo un animo candido e realmente francescano che, al contempo, dimostra di aver su più punti della vita e delle realtà che maggiormente lo coinvolgono elaborato un pensiero per nulla scontato e, anzi, del tutto interessante se non addirittura sapienzialmente coinvolgente.
Fin da bambino egli ha scoperto di avere in sé due dimensioni vitali: la spiritualità e la musica. Con esse ha sempre convissuto, scoprendo che possono essere tra di loro in significativa armonia. Dopo un periodo giovanile di quasi ateismo, legato all’incontro col pensiero del filosofo Hegel, Alessandro tocca un punto esistenziale di non ritorno consistente in un’implosione idealistica sul solo “sé” che lo porta a scoprirsi in totale isolamento che, alla lunga, lo spinge ad un atteggiamento di “invocazione” e “anelito” verso l’Alto, il mondo di Dio. Egli chiede un “segno”, e l’ottiene. Da qui la conversione e l’ingresso nel convento dei Frati Minori.
La musica pensava di abbandonarla ma poi, incoraggiato dai suoi stessi superiori, scopre che essa non è altro che il “riflesso della voce di Dio”, in perfetto stile francescano che vede nella bellezza del creato un “riflesso” dell’Altissimo. Timido e riservato di carattere, frate Alessandro lo vediamo ora di tanto in tanto su riviste e network in ogni dove: “Ho fatto voto di povertà - afferma sorridendo - ho dovuto lasciare in un certo qual senso anche la mia privacy, mi pesa questa cosa, come una piccola croce”.
di Diego Mecenero e Carmen Nardi
Lo aspettiamo in portineria, all’ingresso del convento dei Frati Minori di Santa Maria degli Angeli di Assisi, chiacchierando amabilmente con il suo confratello portinaio che, pugliese d’origine, ci raccomanda scherzosamente di fargli “domande difficili”. Poi alla fine compare, lui, frate Alessandro Brustenghi. Si stagliano dallo scuro saio marrone un paio di chiare scarpe da ginnastica (simpatico l’accostamento al sacro abito) e, ancor più, il suo serafico e disarmante sorriso che subito ci fa sentire a nostro agio. Lo ringraziamo di aver accordato un’intervista esclusiva al nostro “Sentiero Francescano” (scoprendo che conosce bene questo percorso) e ci accomodiamo in una saletta attigua alla portineria.
Il giovane francescano, nato nel ‘71 proprio a Perugia, con una passione innata per la musica che l’ha portato a firmare un contratto di portata mondiale con la celebre casa discografica londinese Decca Records, lui, figura di francescano invitato ormai in tutte le televisioni e media nazionali ed internazionali, ha in realtà instaurato fin dal primo istante con noi un piacevolissimo clima come tra amici che si conoscono da tempo e, seduti attorno a un tavolo, ci riscopriamo a chiacchierare di cose interessanti senza ancor aver premuto il pulsante di una telecamera o voice-recorder. A ragion veduta, poi, ci mangiamo le mani al riguardo.
Poi iniziamo con le domande e, magicamente, il clima tra di noi non cambia. Fra Alessandro (non Padre, la sua scelta è quella di vivere da consacrato con voti, come san Francesco, senza accedere all’ordine sacro del sacerdozio), risponde alle nostre domande sulla linea dello stesso stile comunicativo già instaurato. Tramite la voce e professionalità della nostra Carmen Nardi gli chiediamo della sua vita, della sua infanzia e conversione, della sua innata passione per la musica. Gli chiediamo del suo rapporto con la figura del Santo di Assisi e di come gestisce vita privata ed acquisita notorietà. Dalle sue parole scopriamo un animo candido e realmente francescano che, al contempo, dimostra di aver su più punti della vita e delle realtà che maggiormente lo coinvolgono elaborato un pensiero per nulla scontato e, anzi, del tutto interessante se non addirittura sapienzialmente coinvolgente.
Fin da bambino egli ha scoperto di avere in sé due dimensioni vitali: la spiritualità e la musica. Con esse ha sempre convissuto, scoprendo che possono essere tra di loro in significativa armonia. Dopo un periodo giovanile di quasi ateismo, legato all’incontro col pensiero del filosofo Hegel, Alessandro tocca un punto esistenziale di non ritorno consistente in un’implosione idealistica sul solo “sé” che lo porta a scoprirsi in totale isolamento che, alla lunga, lo spinge ad un atteggiamento di “invocazione” e “anelito” verso l’Alto, il mondo di Dio. Egli chiede un “segno”, e l’ottiene. Da qui la conversione e l’ingresso nel convento dei Frati Minori.
La musica pensava di abbandonarla ma poi, incoraggiato dai suoi stessi superiori, scopre che essa non è altro che il “riflesso della voce di Dio”, in perfetto stile francescano che vede nella bellezza del creato un “riflesso” dell’Altissimo. Timido e riservato di carattere, frate Alessandro lo vediamo ora di tanto in tanto su riviste e network in ogni dove: “Ho fatto voto di povertà - afferma sorridendo - ho dovuto lasciare in un certo qual senso anche la mia privacy, mi pesa questa cosa, come una piccola croce”.
Ecco l’intervista integrale a frate Alessandro sul Canale Youtube de “Il Sentiero Francescano”:
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