sabato, aprile 27, 2013
Si intensificano gli episodi di persecuzione ai danni delle minoranze confessionali. I membri delle comunità religiose e i difensori dei diritti umani informano che nel paese non c’è libertà di fede.

Asianews - Nelle biblioteche e nelle università kazache, tutti i volumi di letteratura religiosa, importati o stampati nel Paese, devono essere sottoposti al controllo di ispettori statali. Nei giorni scorsi, l'Agenzia per gli affari religiosi (Ara) ha effettuato una verifica sui molti volumi della Biblioteca nazionale di Almaty. L'ispezione, definita "normale" dal direttore Gulisa Balabekova, rientra all'interno dei controlli obbligatori previsti dal nuovo Codice penale. Pochi giorni fa, il presidente Nursultan Nazerbayev ha dichiarato che nel Paese "la libertà religiosa è garantita", ma dall'inizio del 2013 gli episodi di persecuzione ai danni delle minoranze si sono intensificati. Il nuovo Codice Penale, proposto all'inizio dell'anno, ha infatti irrigidito le limitazioni ai danni dei gruppi confessionali, introducendo ferrei controlli sul possesso di libri religiosi e proibendo la discussione in pubblico della propria fede.

Sergei Duvanov, giornalista indipendente kazako, riporta a Forum18 che in Kazakhstan è diventato rischioso anche promuovere l'ateismo. Lo testimonia il caso recente di un uomo arrestato nell'est del Paese per aver incitato al disprezzo delle religioni. Tuttavia, le minoranze più esposte alle politiche adottate dal governo rimangono i gruppi islamici, i membri della comunità battista e i Testimoni di Geova; questi ultimi vittima di numerose sanzioni dall'inizio del 2013.

Lo stesso giornalista ha poi concluso affermando che "in Kazakhstan, la gente non è libera di predicare o promuovere la propria fede; la libertà di parola non si estende alla sfera religiosa".

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