Enrico Forti, detto Chico, è un nostro connazionale che, dopo un processo di 25 giorni, è stato ritenuto colpevole d’omicidio colposo e condannato all’ergastolo senza condizionale
Sono passati 13 anni da quando la giuria popolare della Dade County di Miami ha emesso la sentenza di condanna per Chico Forti, imprenditore italiano che da quel giorno sconta la sua pena in un carcere di massima sicurezza della Florida. La sua storia cela numerosi misteri e particolarità e, pur trattandosi di un nostro connazionale, non è molto conosciuta in Italia. Chico nasce a Trento nel 1959; a 19 anni si trasferisce a Bologna per frequentare l’Isef e già da ragazzo manifesta una predisposizione per l’attività fisica e in particolare per il ‘windsurf’. Negli anni ’80 ottiene diversi riconoscimenti sportivi a livello mondiale, ma non eccelle solo nello sport.
Chico è molto intelligente, tanto che negli anni ’90 vince ben 86 milioni in gettoni d’oro nel corso della trasmissione televisiva ‘TeleMike’. Decide di investire il denaro trasferendosi in America, dove inizia una nuova vita, con una moglie e due bambini. La vera fortuna arriva quando diventa produttore televisivo: realizza infatti un documentario-inchiesta sulla morte dello stilista italiano Gianni Versace, intitolato “Il sorriso della luna”. Nel documentario Chico mette in luce aspetti “oscuri” dell’omicidio, portando avanti una teoria che metterebbe in cattiva luce la Polizia di Miami Beach, accusata di non aver indagato con professionalità sul caso.
Oltre all’attività di produzione filmica, Chico si dedica ad intermediazioni immobiliari: a questo punto entra nella storia Anthony Pike, sedicente proprietario di un albergo molto famoso negli anni ’80. Pike si mette in viaggio alla volta di Miami, ospite di Thomas Knott, vicino di casa di Forti ed amico di vecchia data di Pike. Knott non ha la fedina penale perfettamente pulita: quando viveva in Germania era stato condannato a 6 anni di galera per truffe miliardarie e, approfittando di un periodo di libertà vigilata, si era trasferito a Miami. Anthony Pike invece all’epoca dei fatti si trovava in evidente difficoltà economica. Sia Pike che Knott decidono di fare un investimento con Chico: vogliono convincerlo a comprare l’hotel, anche se da tempo Pike non ne è più proprietario. Forti entra in trattative con i due uomini, ma nella storia compare un altro personaggio: Dale Pike, figlio di Anthony, che si trova in Malesia ma, per motivi non accertati, deve lasciarla. Dale chiede denaro al padre ma questo, trovandosi in difficoltà economica, chiede a sua volta del denaro a Chico, che paga al figlio di Anthony il biglietto aereo per recarsi in Spagna. Anthony e Dale, qualche tempo dopo, avvisano Chico che lo raggiungeranno a Miami, ma ancora una volta sono senza denaro, e Chico accetta di anticipare i soldi del biglietto aereo. Poco prima della partenza, Anthony dice che non potrà arrivare in America, adducendo problemi personali. Dale viaggerà comunque, e Chico dovrà passare a prenderlo in aeroporto e ospitarlo a casa sua. Dale arriva e chiede a Chico di accompagnarlo al parcheggio di un ristorante a Key Biscane, dove lo attendono alcuni amici di Knott che lo ospiteranno fino all’arrivo del padre.
Il giorno dopo, il cadavere di Dale Pike viene trovato da un surfista in un boschetto a poca distanza dal ristorante. E’ stato colpito da 2 colpi di pistola calibro 22 alla nuca, è nudo e la sua identificazione è molto facile perché ha accanto a sé, come disposti appositamente, il cartellino verde di cui viene dotato alla dogana chiunque entri negli Stati Uniti ed altri oggetti personali. E’ stato ucciso tra le 20 e le 22 della sera precedente, proprio poco dopo il saluto di Forti. Chico infatti, per quell’ora, ha un alibi: si trovava all’aeroporto di Fort Lauderdale. Verrà comunque accusato dell’omicidio come mandante.
Forti viene inizialmente convocato dal Dipartimento di Polizia come persona informata sui fatti, ma in realtà è già il principale indiziato, tanto che la polizia gli fa un vero e proprio interrogatorio, dicendogli – falsamente – che oltre a Dale è morto anche il padre, Anthony. Qui Chico nega di aver incontrato Pike, forse spaventato dalla gravità della situazione. Forti tornerà dalla polizia per portare i documenti relativi all’affare dell’hotel e, sotto consiglio di un ex capo della ‘Squadra Omicidi’, non porterà con sé un avvocato. Infatti verrà immediatamente arrestato e, sottoposto a 14 ore di interrogatorio senza assistenza legale, ammetterà di aver incontrato la vittima prima dell’omicidio.
Secondo il PM Chico avrebbe fatto uccidere Dale Pike perché quest’ultimo avrebbe interferito con i suoi piani per acquisire l’hotel in maniera fraudolenta, anche se lo stesso Anthony Pike ordiva una truffa rivolta a Forti, in quanto l’hotel che aveva deciso di vendergli non era più suo. Il 15 giugno del 2000 viene emessa la sentenza: “La Corte non ha le prove che lei sig. Forti abbia premuto materialmente il grilletto, ma ho la sensazione, al di là di ogni dubbio, che lei sia stato l'istigatore del delitto. I suoi complici non sono stati trovati ma lo saranno un giorno e seguiranno il suo destino. Portate quest'uomo al penitenziario di Stato. Lo condanno all'ergastolo senza condizionale”.
Da allora Chico è detenuto in una prigione di massima sicurezza della Florida. Sono tante le persone che credono alla sua innocenza: basta pensare a Fiorello, Red Ronnie, alle “Leonesse di Chico” (ragazze che non conoscevano Chico personalmente ma supportano la sua causa), ma soprattutto alla criminologa Roberta Bruzzone, che ha presentato un report molto dettagliato sulla vicenda e lotta per la riapertura del caso e per il diritto di Chico Forti di avere un processo senza irregolarità dopo 13 anni di detenzione.
Sono passati 13 anni da quando la giuria popolare della Dade County di Miami ha emesso la sentenza di condanna per Chico Forti, imprenditore italiano che da quel giorno sconta la sua pena in un carcere di massima sicurezza della Florida. La sua storia cela numerosi misteri e particolarità e, pur trattandosi di un nostro connazionale, non è molto conosciuta in Italia. Chico nasce a Trento nel 1959; a 19 anni si trasferisce a Bologna per frequentare l’Isef e già da ragazzo manifesta una predisposizione per l’attività fisica e in particolare per il ‘windsurf’. Negli anni ’80 ottiene diversi riconoscimenti sportivi a livello mondiale, ma non eccelle solo nello sport.
Chico è molto intelligente, tanto che negli anni ’90 vince ben 86 milioni in gettoni d’oro nel corso della trasmissione televisiva ‘TeleMike’. Decide di investire il denaro trasferendosi in America, dove inizia una nuova vita, con una moglie e due bambini. La vera fortuna arriva quando diventa produttore televisivo: realizza infatti un documentario-inchiesta sulla morte dello stilista italiano Gianni Versace, intitolato “Il sorriso della luna”. Nel documentario Chico mette in luce aspetti “oscuri” dell’omicidio, portando avanti una teoria che metterebbe in cattiva luce la Polizia di Miami Beach, accusata di non aver indagato con professionalità sul caso.
Oltre all’attività di produzione filmica, Chico si dedica ad intermediazioni immobiliari: a questo punto entra nella storia Anthony Pike, sedicente proprietario di un albergo molto famoso negli anni ’80. Pike si mette in viaggio alla volta di Miami, ospite di Thomas Knott, vicino di casa di Forti ed amico di vecchia data di Pike. Knott non ha la fedina penale perfettamente pulita: quando viveva in Germania era stato condannato a 6 anni di galera per truffe miliardarie e, approfittando di un periodo di libertà vigilata, si era trasferito a Miami. Anthony Pike invece all’epoca dei fatti si trovava in evidente difficoltà economica. Sia Pike che Knott decidono di fare un investimento con Chico: vogliono convincerlo a comprare l’hotel, anche se da tempo Pike non ne è più proprietario. Forti entra in trattative con i due uomini, ma nella storia compare un altro personaggio: Dale Pike, figlio di Anthony, che si trova in Malesia ma, per motivi non accertati, deve lasciarla. Dale chiede denaro al padre ma questo, trovandosi in difficoltà economica, chiede a sua volta del denaro a Chico, che paga al figlio di Anthony il biglietto aereo per recarsi in Spagna. Anthony e Dale, qualche tempo dopo, avvisano Chico che lo raggiungeranno a Miami, ma ancora una volta sono senza denaro, e Chico accetta di anticipare i soldi del biglietto aereo. Poco prima della partenza, Anthony dice che non potrà arrivare in America, adducendo problemi personali. Dale viaggerà comunque, e Chico dovrà passare a prenderlo in aeroporto e ospitarlo a casa sua. Dale arriva e chiede a Chico di accompagnarlo al parcheggio di un ristorante a Key Biscane, dove lo attendono alcuni amici di Knott che lo ospiteranno fino all’arrivo del padre.
Il giorno dopo, il cadavere di Dale Pike viene trovato da un surfista in un boschetto a poca distanza dal ristorante. E’ stato colpito da 2 colpi di pistola calibro 22 alla nuca, è nudo e la sua identificazione è molto facile perché ha accanto a sé, come disposti appositamente, il cartellino verde di cui viene dotato alla dogana chiunque entri negli Stati Uniti ed altri oggetti personali. E’ stato ucciso tra le 20 e le 22 della sera precedente, proprio poco dopo il saluto di Forti. Chico infatti, per quell’ora, ha un alibi: si trovava all’aeroporto di Fort Lauderdale. Verrà comunque accusato dell’omicidio come mandante.
Forti viene inizialmente convocato dal Dipartimento di Polizia come persona informata sui fatti, ma in realtà è già il principale indiziato, tanto che la polizia gli fa un vero e proprio interrogatorio, dicendogli – falsamente – che oltre a Dale è morto anche il padre, Anthony. Qui Chico nega di aver incontrato Pike, forse spaventato dalla gravità della situazione. Forti tornerà dalla polizia per portare i documenti relativi all’affare dell’hotel e, sotto consiglio di un ex capo della ‘Squadra Omicidi’, non porterà con sé un avvocato. Infatti verrà immediatamente arrestato e, sottoposto a 14 ore di interrogatorio senza assistenza legale, ammetterà di aver incontrato la vittima prima dell’omicidio.
Secondo il PM Chico avrebbe fatto uccidere Dale Pike perché quest’ultimo avrebbe interferito con i suoi piani per acquisire l’hotel in maniera fraudolenta, anche se lo stesso Anthony Pike ordiva una truffa rivolta a Forti, in quanto l’hotel che aveva deciso di vendergli non era più suo. Il 15 giugno del 2000 viene emessa la sentenza: “La Corte non ha le prove che lei sig. Forti abbia premuto materialmente il grilletto, ma ho la sensazione, al di là di ogni dubbio, che lei sia stato l'istigatore del delitto. I suoi complici non sono stati trovati ma lo saranno un giorno e seguiranno il suo destino. Portate quest'uomo al penitenziario di Stato. Lo condanno all'ergastolo senza condizionale”.
Da allora Chico è detenuto in una prigione di massima sicurezza della Florida. Sono tante le persone che credono alla sua innocenza: basta pensare a Fiorello, Red Ronnie, alle “Leonesse di Chico” (ragazze che non conoscevano Chico personalmente ma supportano la sua causa), ma soprattutto alla criminologa Roberta Bruzzone, che ha presentato un report molto dettagliato sulla vicenda e lotta per la riapertura del caso e per il diritto di Chico Forti di avere un processo senza irregolarità dopo 13 anni di detenzione.
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È presente 1 commento
sono le solite quattro cazzate chicchiane. Dette e ridette, false e rifalse.
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