Marzo è stato il mese piu' sanguinoso in due anni di conflitto in Siria, con piu' di 6 mila morti. Questa la cifra fornita dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, che fa capo all'opposizione: più di 2 mila i civili rimasti sul terreno. I morti tra i lealisti sono stati quasi 1500. Sentiamo Marina Calculli: ascolta
Radio Vaticana - La guerra civile siriana ha fatto registrare un bilancio di oltre 6000 morti solo nel mese di marzo, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani. E’ stato il mese più sanguinoso dall’inizio delle proteste contro Bashar al-Asad. Tra le vittime circa la metà è composta da soldati governativi e ribelli – coloro che stanno di fatto combattendo questa guerra – ma si contano anche oltre 2000 civili tra cui centinaia di bambini e di donne. Sono cioè sempre di più coloro che subiscono questo conflitto. Per i cattolici siriani inoltre è stata senza dubbio la Pasqua più triste. A Ghassanye nel nord della Siria, dove restano non più di 15 persone, gli abitanti non hanno potuto celebrare né la Passione né la crocifissione. A Damasco la tv di stato ha mostrato le immagini della messa pasquale in alcune chiese, alcune di esse – tuttavia – quasi prive di fedeli. Ieri i combattimenti si sono concentrati ad Aleppo, dove parte della città vecchia è andata distrutta. Nel villaggio di Tal Kalakh, alla frontiera con il Libano, è stata invece scoperta un’altra esecuzione collettiva di cui il regime e i ribelli si accusano reciprocamente.
Radio Vaticana - La guerra civile siriana ha fatto registrare un bilancio di oltre 6000 morti solo nel mese di marzo, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani. E’ stato il mese più sanguinoso dall’inizio delle proteste contro Bashar al-Asad. Tra le vittime circa la metà è composta da soldati governativi e ribelli – coloro che stanno di fatto combattendo questa guerra – ma si contano anche oltre 2000 civili tra cui centinaia di bambini e di donne. Sono cioè sempre di più coloro che subiscono questo conflitto. Per i cattolici siriani inoltre è stata senza dubbio la Pasqua più triste. A Ghassanye nel nord della Siria, dove restano non più di 15 persone, gli abitanti non hanno potuto celebrare né la Passione né la crocifissione. A Damasco la tv di stato ha mostrato le immagini della messa pasquale in alcune chiese, alcune di esse – tuttavia – quasi prive di fedeli. Ieri i combattimenti si sono concentrati ad Aleppo, dove parte della città vecchia è andata distrutta. Nel villaggio di Tal Kalakh, alla frontiera con il Libano, è stata invece scoperta un’altra esecuzione collettiva di cui il regime e i ribelli si accusano reciprocamente.
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