Un'altra fuga di acqua radioattiva a Fukushima. Tepco: «Forse le vasche hanno un difetto di progettazione»
L’Iaea si presenta dopo due anni per il primo controllo sul progetto di dismissione
GreenReport - La Tokyo electric power company, che gestisce l'agonia della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, ha reso nota oggi la terza fuga di acqua radioattiva da un serbatoio sotterraneo dell'impianto in pochi giorni. Dei due altri sversamenti non è stata ancora stata individuata la causa. A causa di queste perdite, finora, almeno 120 tonnellate di acqua radioattiva sono state sversate nel sottosuolo e gli sversamenti si sono prodotti in serbatoi teoricamente a prova di danno: muniti di tre strati di materiale destinati ad evitare le infiltrazioni. Ora la Tepco, alla quale ieri ministero dell'Industria giapponese ha chiesto di trovare al più presto una soluzione, non esclude un clamoroso difetto di progettazione delle vasche di contenimento.
In questa situazione e vista la fine che hanno fatto precedenti "rassicurazioni" della Tepco, nessuno crede davvero che l'acqua radioattiva alla fine non arrivi nell'oceano, anche se il sito di contenimento è abbastanza distante dalla costa. Comunque, è iniziato il pompaggio dell'acqua radioattiva contenuta nelle vasche difettose verso altre che fino ad ora non hanno presentato problemi.
Il nuovo sversamento è stato scoperto perché oggi il livello del cloro in un punto di controllo del serbatoio è schizzato a 910 parti per milione, ieri era appena a 4 ppm. «Questo indica una perdita d'acqua» - ammette la Tepco, che alle 12,47 ora del Giappone ha fermato anche il trasferimento dell'acqua. Successivamente l'utility ha confermato che il livello di cloro era 200 volte più alto del giorno precedente e di aver trovato «Una concentrazione di sostanze radioattive». La Tepco spiega candidamente che «Le zone superiori dei serbatoi possono perdere, quindi bisognerebbe mantenere i livelli dell'acqua al di sotto dell'80% della capienza»: ma la cosa più incredibile è che il serbatoio ricevente ha una capacità di 13.000 tonnellate ed era pieno solo al 55%. Quindi si pensa che l'acqua radioattiva sia fuoriuscita dalla parte inferiore del contenitore. La Tepco dovrà rivedere ancora una volta i suoi metodi di gestione dell'acqua contaminata e continua a lottare con una quantità enorme di acqua radioattiva e con aree di stoccaggio alternative insufficienti.
In questa situazione, il 17 aprile arriveranno gli esperti dell'International atomic energy agency (Iaea) per ispezionare il processo di smantellamento della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Se la sono presa comoda, visto che è la prima volta da quando la centrale nucleare è stata colpita dal terremoto/tsunami dell'11 marzo 2011 che ha dato il via alla più grande tragedia nucleare dopo Chernobyl. I funzionari dell'Iaea saranno a Fukushima Daiichi fino al 19 aprile, parleranno con i dirigenti della Tepco e con i funzionari del ministero delle risorse naturali e dell'energia. Dovrebbero anche dare suggerimenti su come trattare le perdite di acqua contaminata dai serbatoi interrati ma soprattutto dovranno rivedere l'intero processo di dismissione della centrale e controllare le criticatissime ed insufficienti misure per proteggere i "liquidatori" dall'esposizione alle radiazioni.
Un team dell'Iaea aveva visitato Fukushima Daiichi nel maggio 2011 per rendersi conto della portata del disastro e gli uomini dell'Agenzia nucleare dell'Onu, presieduta dal giapponese Yukiya Amano, si ripresentano solo 2 anni dopo per esaminare per la prima volta un progetto di dismissione che richiederà fino a 40 anni solo per completare lo smantellamento della centrale nucleare.
GreenReport - La Tokyo electric power company, che gestisce l'agonia della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, ha reso nota oggi la terza fuga di acqua radioattiva da un serbatoio sotterraneo dell'impianto in pochi giorni. Dei due altri sversamenti non è stata ancora stata individuata la causa. A causa di queste perdite, finora, almeno 120 tonnellate di acqua radioattiva sono state sversate nel sottosuolo e gli sversamenti si sono prodotti in serbatoi teoricamente a prova di danno: muniti di tre strati di materiale destinati ad evitare le infiltrazioni. Ora la Tepco, alla quale ieri ministero dell'Industria giapponese ha chiesto di trovare al più presto una soluzione, non esclude un clamoroso difetto di progettazione delle vasche di contenimento.
In questa situazione e vista la fine che hanno fatto precedenti "rassicurazioni" della Tepco, nessuno crede davvero che l'acqua radioattiva alla fine non arrivi nell'oceano, anche se il sito di contenimento è abbastanza distante dalla costa. Comunque, è iniziato il pompaggio dell'acqua radioattiva contenuta nelle vasche difettose verso altre che fino ad ora non hanno presentato problemi.
Il nuovo sversamento è stato scoperto perché oggi il livello del cloro in un punto di controllo del serbatoio è schizzato a 910 parti per milione, ieri era appena a 4 ppm. «Questo indica una perdita d'acqua» - ammette la Tepco, che alle 12,47 ora del Giappone ha fermato anche il trasferimento dell'acqua. Successivamente l'utility ha confermato che il livello di cloro era 200 volte più alto del giorno precedente e di aver trovato «Una concentrazione di sostanze radioattive». La Tepco spiega candidamente che «Le zone superiori dei serbatoi possono perdere, quindi bisognerebbe mantenere i livelli dell'acqua al di sotto dell'80% della capienza»: ma la cosa più incredibile è che il serbatoio ricevente ha una capacità di 13.000 tonnellate ed era pieno solo al 55%. Quindi si pensa che l'acqua radioattiva sia fuoriuscita dalla parte inferiore del contenitore. La Tepco dovrà rivedere ancora una volta i suoi metodi di gestione dell'acqua contaminata e continua a lottare con una quantità enorme di acqua radioattiva e con aree di stoccaggio alternative insufficienti.
In questa situazione, il 17 aprile arriveranno gli esperti dell'International atomic energy agency (Iaea) per ispezionare il processo di smantellamento della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Se la sono presa comoda, visto che è la prima volta da quando la centrale nucleare è stata colpita dal terremoto/tsunami dell'11 marzo 2011 che ha dato il via alla più grande tragedia nucleare dopo Chernobyl. I funzionari dell'Iaea saranno a Fukushima Daiichi fino al 19 aprile, parleranno con i dirigenti della Tepco e con i funzionari del ministero delle risorse naturali e dell'energia. Dovrebbero anche dare suggerimenti su come trattare le perdite di acqua contaminata dai serbatoi interrati ma soprattutto dovranno rivedere l'intero processo di dismissione della centrale e controllare le criticatissime ed insufficienti misure per proteggere i "liquidatori" dall'esposizione alle radiazioni.
Un team dell'Iaea aveva visitato Fukushima Daiichi nel maggio 2011 per rendersi conto della portata del disastro e gli uomini dell'Agenzia nucleare dell'Onu, presieduta dal giapponese Yukiya Amano, si ripresentano solo 2 anni dopo per esaminare per la prima volta un progetto di dismissione che richiederà fino a 40 anni solo per completare lo smantellamento della centrale nucleare.
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