Clini: «Anche l'Istat conferma l'importanza della nuova legge»
GrenReport - L'Istat ha reso noti oggi i dati del verde urbano nel 2011 che «Rappresenta in media il 2,7% del territorio dei comuni capoluogo di provincia (oltre 550 milioni di mq). Il 14,8% della superficie comunale è inclusa in "aree naturali protette", mentre la superficie agricola utilizzata (Sau) è pari in media al 45,5% del territorio». Secondo l'Istituto nazionale di statistica, «Ogni abitante dispone in media di 30,3 mq di verde urbano. Le disponibilità più contenute si rilevano al Centro
(23 mq per abitante) e al Nord-ovest (24,3 mq). Nelle città del Nord-est il valore medio è quasi doppio rispetto a quelle del Centro e del Nord-ovest (45,4 mq per abitante) e anche nel Mezzogiorno è comparativamente elevato (37,1 mq tra le città del Sud e 26,7 mq nelle Isole). Sono 43 i capoluoghi con un "profilo verde" definito dalle seguenti caratteristiche: consistente dotazione delle superfici destinate a verde urbano (19 città) e, oltre a questa, incidenze superiori alla media delle aree naturali protette (11 città); delle superfici destinate a uso agricolo (ulteriori 11 città); di tutte e tre le tipologie considerate (2 città)».
Nel 15% dei capoluoghi il verde urbano pro-capite è pari o superiore ai 50 mq , ma nel 17,7% non si raggiunge la soglia dei 9 mq pro capite, in fondo alla classifica ci sono soprattutto nelle Isole (in un terzo dei capoluoghi) e il Sud (in più di quattro città su 10). Fortunatamente, dice l'Istat, «Circa un quinto delle città presenta valori superiori alla media sia per densità che per disponibilità del verde urbano, tra queste Sondrio, Trento, Potenza e Matera. Bassi valori di entrambi gli indicatori caratterizzano invece la metà dei capoluoghi (quasi il 70% tra quelli del Sud)»-
Il rapporto sottolinea che «Le aree del "verde storico" e dei "parchi ville e giardini di non comune bellezza" (cioè le superfici a verde tutelate dal Codice dei beni culturali) rappresentano circa un terzo del verde urbano; le aree a "verde attrezzato" il 15,9%, quelle dell'"arredo urbano" il 9,4%, le "aree sportive all'aperto" il 3,8%, i "giardini scolastici" il 3,4%, il 2,4% le aree della "forestazione urbana". Una tipologia di verde in crescente diffusione nelle città sono gli "orti urbani", attivati in ben 44 amministrazioni. In 58 comuni le aree a verde urbano includono "orti botanici"».
Ma L'Istat evidenzia che «Gli strumenti di pianificazione e gestione del verde urbano sono poco utilizzati dalle amministrazioni: meno di un quinto dei comuni ha approvato il Piano del verde, e il 45,7% ha adottato un Regolamento del verde. Il censimento del verde è stato invece effettuato dal 70,7% delle città; tra quelle di maggiori dimensioni solo Milano, Venezia, Bologna e Palermo hanno adottato tutti questi strumenti di gestione territoriale».
Nel rapporto si legge che «Incidenze percentuali superiori al valore nazionale del verde urbano caratterizzano il profilo di 19 città (16,4%), localizzate prevalentemente al Nord. In questo gruppo si concentrano cinque dei grandi comuni: Torino 14,6%, Milano 11,9%, Bologna 8,2% e Verona e Catania con valori più contenuti. Le 11 città che mostrano al contempo incidenza delle superfici di verde urbano e delle aree naturali protette superiori alla media nazionale (il 9,5 % dei capoluoghi) sono in maggioranza centri urbani di medio-grandi dimensioni, e in sei casi si tratta di grandi comuni: Genova, Trieste, Roma, Napoli, Palermo e Cagliari. In molti importanti centri metropolitani, infatti, le aree urbane includono ampie superfici a verde urbano e aree naturali protette, disegnando contesti in cui pur in corrispondenza di un rilevante peso dell'antropizzazione (tranne Mantova, sono tutte realtà dove si rilevano tra le più elevate densità di popolazione a livello nazionale) si è operato per preservare le dotazioni di verde grazie a interventi di tutela e protezione. Una densità di verde urbano superiore alla media caratterizza altri 11 comuni (9,5%) il cui profilo è definito anche dall'esteso utilizzo agricolo dei terreni in ambito extra-urbano. Si tratta per lo più di città del Nord; le caratterizzazioni più marcate in termini di incidenza sul territorio si riscontrano a Potenza, Firenze e Padova (densità del verde urbano pari rispettivamente al 14,0%, 9,1% e 7,7% e tutte densità della superficie agricola utilizzata pari o superiori al 50% della territorio comunale)».
Le due città più virtuose per il verde pubblico sono Lodi e Matera, dove «Tutte le componenti considerate (verde urbano, aree protette e Sau) presentano densità superiori alla media dei comuni capoluogo. Si tratta di realtà territoriali molto diverse: alla componente rurale si somma nel caso del capoluogo lucano l'assetto territoriale del verde urbano (15,8%) fortemente influenzato dall'unicità della presenza del parco archeologico delle chiese rupestri, mentre un ulteriore 20% del territorio ricade in aree naturali protette; nel caso del poco esteso comune di Lodi, la caratterizzazione a verde del territorio, con presenza di aree protette che coprono oltre il 35% della superficie complessiva, si completa con un 5% di superficie destinata a verde urbano».
Sul rapporto Istat interviene anche il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini: «Secondo i dati dell'istituto statistico, Matera, Lodi e Sondrio sono in testa come città ecologiche, ma Bari, Napoli e Messina sono fra le ultime: la legge che abbiamo varato in gennaio spinge i sindaci a fare di più per dare ai cittadini un ambiente migliore, più bello e più salubre». Per clini i 30 mq di verde a disposizione di ogni abitante delle grandi città «Non bastano; bisogna fare di più per dare ai cittadini un ambiente migliore, più bello e più salubre. Per questo motivo la legge 10 del 14 gennaio impegna i sindaci delle grandi città a potenziare gli spazi urbani dedicati al verde pubblico. Città come Bari, Napoli o Messina, fra quelle più cementificate, devono impegnarsi a imitare gli esempi virtuosi di Sondrio, Lodi e Matera, dove ogni cittadino ha a disposizione aree verdi oltre il 15% degli spazi urbani».
Per garantire che venga osservata l'applicazione effettiva della legge, il ministro ha nominato i 9 componenti del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, «Fra persone di particolare e comprovata competenza ed esperienza tecnica, culturale, professionale o giuridica nel settore ambientale». Tra questi, il capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, e il presidente del Consiglio nazionale degli ordini dei dottori agronomi e forestali, Andrea Sisti.
GrenReport - L'Istat ha reso noti oggi i dati del verde urbano nel 2011 che «Rappresenta in media il 2,7% del territorio dei comuni capoluogo di provincia (oltre 550 milioni di mq). Il 14,8% della superficie comunale è inclusa in "aree naturali protette", mentre la superficie agricola utilizzata (Sau) è pari in media al 45,5% del territorio». Secondo l'Istituto nazionale di statistica, «Ogni abitante dispone in media di 30,3 mq di verde urbano. Le disponibilità più contenute si rilevano al Centro
(23 mq per abitante) e al Nord-ovest (24,3 mq). Nelle città del Nord-est il valore medio è quasi doppio rispetto a quelle del Centro e del Nord-ovest (45,4 mq per abitante) e anche nel Mezzogiorno è comparativamente elevato (37,1 mq tra le città del Sud e 26,7 mq nelle Isole). Sono 43 i capoluoghi con un "profilo verde" definito dalle seguenti caratteristiche: consistente dotazione delle superfici destinate a verde urbano (19 città) e, oltre a questa, incidenze superiori alla media delle aree naturali protette (11 città); delle superfici destinate a uso agricolo (ulteriori 11 città); di tutte e tre le tipologie considerate (2 città)».
Nel 15% dei capoluoghi il verde urbano pro-capite è pari o superiore ai 50 mq , ma nel 17,7% non si raggiunge la soglia dei 9 mq pro capite, in fondo alla classifica ci sono soprattutto nelle Isole (in un terzo dei capoluoghi) e il Sud (in più di quattro città su 10). Fortunatamente, dice l'Istat, «Circa un quinto delle città presenta valori superiori alla media sia per densità che per disponibilità del verde urbano, tra queste Sondrio, Trento, Potenza e Matera. Bassi valori di entrambi gli indicatori caratterizzano invece la metà dei capoluoghi (quasi il 70% tra quelli del Sud)»-
Il rapporto sottolinea che «Le aree del "verde storico" e dei "parchi ville e giardini di non comune bellezza" (cioè le superfici a verde tutelate dal Codice dei beni culturali) rappresentano circa un terzo del verde urbano; le aree a "verde attrezzato" il 15,9%, quelle dell'"arredo urbano" il 9,4%, le "aree sportive all'aperto" il 3,8%, i "giardini scolastici" il 3,4%, il 2,4% le aree della "forestazione urbana". Una tipologia di verde in crescente diffusione nelle città sono gli "orti urbani", attivati in ben 44 amministrazioni. In 58 comuni le aree a verde urbano includono "orti botanici"».
Ma L'Istat evidenzia che «Gli strumenti di pianificazione e gestione del verde urbano sono poco utilizzati dalle amministrazioni: meno di un quinto dei comuni ha approvato il Piano del verde, e il 45,7% ha adottato un Regolamento del verde. Il censimento del verde è stato invece effettuato dal 70,7% delle città; tra quelle di maggiori dimensioni solo Milano, Venezia, Bologna e Palermo hanno adottato tutti questi strumenti di gestione territoriale».
Nel rapporto si legge che «Incidenze percentuali superiori al valore nazionale del verde urbano caratterizzano il profilo di 19 città (16,4%), localizzate prevalentemente al Nord. In questo gruppo si concentrano cinque dei grandi comuni: Torino 14,6%, Milano 11,9%, Bologna 8,2% e Verona e Catania con valori più contenuti. Le 11 città che mostrano al contempo incidenza delle superfici di verde urbano e delle aree naturali protette superiori alla media nazionale (il 9,5 % dei capoluoghi) sono in maggioranza centri urbani di medio-grandi dimensioni, e in sei casi si tratta di grandi comuni: Genova, Trieste, Roma, Napoli, Palermo e Cagliari. In molti importanti centri metropolitani, infatti, le aree urbane includono ampie superfici a verde urbano e aree naturali protette, disegnando contesti in cui pur in corrispondenza di un rilevante peso dell'antropizzazione (tranne Mantova, sono tutte realtà dove si rilevano tra le più elevate densità di popolazione a livello nazionale) si è operato per preservare le dotazioni di verde grazie a interventi di tutela e protezione. Una densità di verde urbano superiore alla media caratterizza altri 11 comuni (9,5%) il cui profilo è definito anche dall'esteso utilizzo agricolo dei terreni in ambito extra-urbano. Si tratta per lo più di città del Nord; le caratterizzazioni più marcate in termini di incidenza sul territorio si riscontrano a Potenza, Firenze e Padova (densità del verde urbano pari rispettivamente al 14,0%, 9,1% e 7,7% e tutte densità della superficie agricola utilizzata pari o superiori al 50% della territorio comunale)».
Le due città più virtuose per il verde pubblico sono Lodi e Matera, dove «Tutte le componenti considerate (verde urbano, aree protette e Sau) presentano densità superiori alla media dei comuni capoluogo. Si tratta di realtà territoriali molto diverse: alla componente rurale si somma nel caso del capoluogo lucano l'assetto territoriale del verde urbano (15,8%) fortemente influenzato dall'unicità della presenza del parco archeologico delle chiese rupestri, mentre un ulteriore 20% del territorio ricade in aree naturali protette; nel caso del poco esteso comune di Lodi, la caratterizzazione a verde del territorio, con presenza di aree protette che coprono oltre il 35% della superficie complessiva, si completa con un 5% di superficie destinata a verde urbano».
Sul rapporto Istat interviene anche il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini: «Secondo i dati dell'istituto statistico, Matera, Lodi e Sondrio sono in testa come città ecologiche, ma Bari, Napoli e Messina sono fra le ultime: la legge che abbiamo varato in gennaio spinge i sindaci a fare di più per dare ai cittadini un ambiente migliore, più bello e più salubre». Per clini i 30 mq di verde a disposizione di ogni abitante delle grandi città «Non bastano; bisogna fare di più per dare ai cittadini un ambiente migliore, più bello e più salubre. Per questo motivo la legge 10 del 14 gennaio impegna i sindaci delle grandi città a potenziare gli spazi urbani dedicati al verde pubblico. Città come Bari, Napoli o Messina, fra quelle più cementificate, devono impegnarsi a imitare gli esempi virtuosi di Sondrio, Lodi e Matera, dove ogni cittadino ha a disposizione aree verdi oltre il 15% degli spazi urbani».
Per garantire che venga osservata l'applicazione effettiva della legge, il ministro ha nominato i 9 componenti del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, «Fra persone di particolare e comprovata competenza ed esperienza tecnica, culturale, professionale o giuridica nel settore ambientale». Tra questi, il capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, e il presidente del Consiglio nazionale degli ordini dei dottori agronomi e forestali, Andrea Sisti.
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