domenica, maggio 26, 2013
Un gruppo di giovani di Milano si interroga sui tentacoli della criminalità sul territorio e sulla gestione dei servizi. Informarsi ed essere responsabili è un primo passo per non cedere alle lusinghe di guadagni facili

Città Nuova - Un filo rosso ieri ha legato in maniera simbolica e attiva Palermo a Milano. Mentre padre Puglisi diventava beato in Sicilia, nella capitale del Nord un centinaio di giovani del “Cantiere legalità”, si sono trovati per parlare del fenomeno mafioso, discuterne le radici e i comportamenti e studiare insieme le strategie per combatterne lo sviluppo. Con loro c’è Elena Granata Docente di Analisi della città e del territorio presso il Politecnico di Milano che precisa subito: «Non darò risposte, da voi voglio sentire tante domande». Introduce così il suo approfondimento su quello che è attualmente la presenza della criminalità organizzata nel Nord. E un urbanista ben conosce i problemi ambientali.

Se il dossier di Legambiente “Cemento Spa”. presenta la ricerca su mafia, corruzione e abusivismo edilizio nel Nord Italia, la Granata va nei particolari, facendo emergere i tanti interessi che stanno dietro alla stesura di un piano regolatore, alla trasformazione di aree rurali in edificabili, alla concessione di appalti per lo smaltimento dei rifiuti o per la loro raccolta. Si scoprono così i mille interessi riconducibili ad affari illeciti, a traffici illegali, ad appalti sporchi. Terreno questo in cui opera la mafia, che anche se non si vede c’è.

Il triangolo nel nord, Piemonte, Liguria e Lombardia, è terra fertile per tanti interessi, qui molto di più che al Sud, impoverito dal malaffare, perchè qui gira tanto denaro. “Le mafie al nord Italia hanno potuto consolidare la propria presenza contando sui vantaggi offerti da contesti impoveriti, indeboliti nelle relazioni sociali e nelle proprie strutture economiche e politiche". D’altro canto, le mafie sono state a loro volta all’origine di processi di impoverimento e indebolimento dei territori in un circolo vizioso del quale solo di recente è cresciuta la consapevolezza. Riflettere sugli habitat delle mafie, alludendo a quelle condizioni di opportunità, alle fragilità, alle porosità e permeabilità di sistema, alle incertezze legislative e di procedure che facilitano comportamenti ambigui e talvolta criminali, scriveva Dalla Chiesa, è quanto mai necessario. I giovani ascoltano attenti, prendono appunti, rivolgono domande e lasciano testimonianze.

«Ho capito, racconta Silvia, devo stare più attenta, guardarmi di più attorno, e ogni cosa che scopro a mio avviso “sospetta” parlarne con chi può darmi spiegazioni». «Don Puglisi, Falcone, Borsellino, per me sono persone normali, guai a farli diventare “speciali” per me, dice Umberto, sono esempi da seguire nel quotidiano». Per Chiara combattere la mafia significa: «informarmi di più, essere meno superficiale nei miei comportamenti, e comunicare i valori in cui credo». A Marco questa giornata ha insegnato che: «è un problema che mi tocca da vicino, che non sono solo pericolose le azioni mafiose, ma anche e soprattutto gli atteggiamenti mafiosi. Ho capito che devo essere responsabile non solamente di quello che faccio, ma anche di ciò che non faccio, di ciò che cerco di non vedere, non dire». Stefano pensa che si contrerà con questa problematica: «quando sarò un giorno nel mondo del lavoro, ora è il momento giusto per iniziare ad aprire gli occhi». Giulia dice «da domani racconterò di questa giornata ad almeno tre amici, leggerò alcuni libri che fanno conoscere il problema mafia, mi informerò sulle associazioni contro la mafia, presterò più attenzione all’edilizia nel mio quartiere, informandomi sul riutilizzo di stabili e territori abbandonati. Seguirò più da vicino le vicende legate all’Expo».

La Lombardia è al terzo posto in Italia per aziende sottratte alle organizzazioni mafiose. E la città di Milano è al quinto per gli immobili tolti ai clan. Un pomeriggio come quello vissuto ieri ha insegnato molte cose, e lasciato in ciascuno il desiderio di vivere per costruire un avvenire migliore di ogni passato.

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